Le associazioni ed i movimenti che sottoscrivono questo testo concordano nel ritenere priva di effettivo contenuto partecipativo la tardiva consultazione effettuata dal Comune di Napoli presso le realtà di base della società civile ed avente per oggetto il piano per la promozione della raccolta differenziata; una procedura completamente estranea alle forme di partecipazione stabilite dalla legislazione nazionale ed europea, effettuata a piano già definito, senza garantire ai cittadini i tempi necessari ad approfondire la proposta della giunta comunale ed a produrre osservazioni organiche e puntuali da discutere in città e nel consiglio comunale.
Al giudizio negativo su queste carenze di metodo, deve aggiungersi un giudizio negativo nel merito della struttura del piano e delle scelte ivi contenute; già ad una prima lettura, il documento comunale si presenta come un insieme di “linee guida”, privo pertanto delle necessarie specifiche, proprie di un vero piano, in tema di modalità organizzative della raccolta, finanziamenti, tempistica e priorità operative, con obiettivi assolutamente inadeguati alla situazione di emergenza regionale.
Rinviando ai documenti prodotti dalle singole associazioni firmatarie una critica argomentata delle singole parti del testo, riteniamo sufficiente stigmatizzare i seguenti punti:
1. la mancata adozione di provvedimenti d’urgenza per la riduzione dei rifiuti prodotti (ordinanze per il recupero degli imballaggi presso la grande distribuzione ed il divieto temporaneo di vendita dei prodotti monouso, di acqua in bottiglie di plastica, etc.)
2. gli obiettivi di piano relativi alle percentuali medie annue di raccolta differenziata progressivamente conseguibili, inaccettabilmente bassi, sia in rapporto agli obblighi di legge, sia alla luce dei risultati conseguiti in analoghe esperienze nazionali ed europee
3. le quote di popolazione cittadina interessate progressivamente dalla raccolta differenziata “integrata” (leggi “porta a porta”) che il piano stima annualmente di poter raggiungere, sottodimensionate in rapporto alla forte sensibilità diffusa dei cittadini ed inadeguate a garantire una massa critica sufficiente ad un efficace avvio e diffusione del processo
4. l’insufficienza delle quote di rifiuto umido da raccogliere ed avviare al compostaggio, nonché l’inadeguatezza degli impianti di compostaggio industriale previsti e l’assenza di riferimenti alla possibile riconversione ad hoc degli impianti di CDR esistenti ed al ruolo del compostaggio diffuso a piccola scala (abitazioni: grandi condomini; mense aziendali, ospedaliere, scolastiche, etc.)
5. la mancata definizione di adeguati incentivi economici e agevolazioni tariffarie ai cittadini che pratichino con successo la raccolta differenziata domiciliare ed avviino pratiche di compostaggio domestico e condominiale
6. la mancata definizione di un reale processo di partecipazione e controllo popolare su tutte le fasi del processo, con una tracciabilità integrale e verificabile del rifiuto dalla raccolta all’effettivo riciclaggio
Per questi motivi, già espressi dalle singole associazioni e movimenti nei rispettivi comunicati stampa emessi in questi giorni, riteniamo inemendabile la proposta di giunta che viene oggi sottoposta alla discussione in consiglio comunale; giudichiamo infatti che singole modifiche non possano cambiare la struttura di un documento troppo generico e complessivamente inadeguato a garantire una effettiva svolta rispetto alle attuali politiche di gestione dei rifiuti incentrate sull’incenerimento, e che di esso è possibile soltanto auspicare l’approfondimento e la revisione partecipata in fase attuativa.
Consideriamo quindi che l’unica richiesta avanzabile al consiglio comunale sia quella di garantire, attraverso una specifica integrazione al testo in discussione, la partecipazione effettiva dei cittadini alle successive fasi di definizione e gestione del piano.
Le associazioni ed i movimenti cittadini, in accordo con le direttive europee e nazionali, chiedono di condividere la gestione del piano della raccolta differenziata, quali soggetti partecipanti all’analisi dei dati e dei risultati in fase di attuazione e quali interlocutori attivi delle modifiche in itinere da attuarsi, con incontri periodici di valutazione, riscontro e discussione con le amministrazioni.
Napoli, 6 marzo 2008
giovedì 13 marzo 2008
PETIZIONE: un piano da rivedere su nuove basi di partecipazione popolare
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