martedì 11 marzo 2008

Enti inutili: la vicenda del Consorzio di bonifica del Sarno

Ci è già capitato di parlare, in relazione ai costi e agli sprechi della politica regionale, delle cosiddette società miste e degli enti inutili, veri e propri carrozzoni, mantenuti con il denaro dei contribuenti per garantire posti di lavoro improduttivi e conseguentemente consenso politico.

Uno degli enti che da anni causa polemiche in regione è il Consorzio di bonifica integrale comprensorio Sarno, istituito nel 1952, a cui manca un consiglio di Amministrazione da oltre un trentennio e commissariato dal 1992.

Il compito principale del consorzio è quello di svolgere la manutenzione sia della rete idraulica preesistente, risalente al periodo preunitario, sia delle nuove opere realizzate a partire dal dopoguerra. L’ente dovrebbe quindi svolgere tutte le attività finalizzate al miglioramento dell’assetto idrogeologico del territorio, competenze a cui sono preposti anche altri enti, come il commissario per l’emergenza Sarno, istituito dopo l’alluvione del 1998.

Da tempo i cittadini proprietari di immobili (terreni e fabbricati) dei comuni compresi nei confini di competenza del Consorzio di Bonifica, stanno ricevendo avvisi di pagamento e successivamente cartelle esattoriali relativi al tributo consortile che il consorziato è tenuto a pagare sulla proprietà a fronte di un beneficio diretto e specifico ricavato dall'attività di manutenzione svolta del Consorzio.

Detto tributo di bonifica è calcolato come una semplice percentuale della rendita catastale degli immobili che, di fatto, trasforma il "contributo di bonifica" in una "imposta" di tipo erariale come l'IRPEF o l'ICI, illegittima perché contraria alla legge (R.D. 215/33) ed ingiusta perché non ha alcun rapporto con i benefici arrecati (art. 12, L.R. n. 4/2003). In pratica, anche se la giurisprudenza la differenzia dagli altri tributi, si tratta di una ulteriore tassa sulla proprietà.

Dopo anni di ingiuste tassazioni, i cittadini si sono iniziati a domandare quali attività i Consorzi svolgono sul territorio, quando basta una pioggia di breve intensità per allagare strade e far esondare i pochi canali esistenti. La risposta è che le proprietà ricadenti nei Consorzi di Bonifica non ricevono alcun beneficio o vantaggio diretto dalla precaria attività svolta dal Consorzio.

Tutto ciò ha spinto numerosi cittadini ad opporsi al pagamento del tributo consortile mediante ricorso alle competenti Commissioni Tributarie.

Ma c’è di più: su proposta avanzata da dieci Comuni ricadenti nei confini del Consorzio, il Consiglio Regionale della Campania ha deliberato l’ammissibilità di un referendum abrogativo popolare avente ad oggetto la soppressione del Consorzio di Bonifica del Sarno.

Contro tale decisione, il Consorzio ha presentato ricorso innanzi al TAR di Salerno, il quale ha sospeso l’operatività dell’atto impugnato e ha dichiarato la propria incompetenza trasmettendo gli atti al T.A.R. di Napoli, il 21 febbraio scorso.

Questa vicenda, però, propone una serie di legittimi interrogativi. In primis, come può un Commissario Straordinario, nominato dal Presidente della Regione, opporsi ad un altro decreto dello stesso Presidente? Può il Commissario di un Ente che subisce il regime di commissariamento da circa quindici anni essere legittimato a rappresentare gli interessi dei consorziati e della comunità al punto tale da prevalere sulla volontà delle Amministrazioni comunali promotrici del referendum abrogativo e della stessa Regione? E infine con quali fondi è finanziata l’opposizione al referendum regionale se non con gli stessi fondi del bilancio dell’Ente, e quindi con soldi di tutti i consorziati, che da tempo immemorabile, a gran voce, ne chiedono l’abrogazione?

Ci chiediamo inoltre, ed in generale, se è davvero necessaria questa struttura autonoma per svolgere funzioni che potrebbero benissimo essere curate da istituzioni già esistenti come le Province o dagli stessi comuni (i quali peraltro gestiscono già i ruoli dell’ICI e quindi perlomeno si eviterebbe il costoso doppione di reperire le informazioni per gli stessi tributi). Questo eviterebbe di stipendiare tanti piccoli parlamenti e dare cariche a presidenti che, anziché occuparsi dell’amministrazione dell’Ente, si occupano più di politica, lottizzazioni e giochi di potere.

A conferma di questo c’è stata la recente delibera del Consorzio per l’approvazione del nuovo Piano di Classifica per il riparto dei contributi consortili, adottata quando tutti i consorziati erano in ferie per le festività natalizie, il 28 dicembre 2007.

Il nuovo Piano di Classifica adottato dal Consorzio, oltre a non tenere conto dell’enorme contenzioso che negli anni si è prodotto con i consorziati per i benefici (specifici e diretti) non ricevuti, ha ampliato notevolmente il territorio di contribuenza, per cui molti altri cittadini si troveranno ad essere interessati dalla “tassa di bonifica”.

Inoltre il territorio assoggettato al contributo di bonifica è stato esteso da 36 comuni a 43. I cittadini di Torre del Greco, Portici, Ercolano, Salerno, Pellezzano ecc. per citarne alcuni, saranno quindi chiamati al pagamento del contributo di bonifica senza essere mai stati interpellati.

A tal proposito, chiunque abbia bisogno di assistenza legale per l’impugnazione delle cartelle esattoriali può contattare l’avv. Antonietta d’Angelo (antosd@libero.it), la quale sta portando avanti con impegno la battaglia contro queste non più tollerabili vessazioni. Ulteriori e più approfondite informazioni sull’argomento sono disponibili seguendo il questo link: www.enzomagaldi.it/Sarno/rassegna_stampa_bonifica.htm


Mario de Riso
VivaCampaniaViva

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