lunedì 27 agosto 2007

Sclerosi laterale amiotrofica: arrivano farmaci gratuiti?

La proposta arriva dal Senato ed è contenuta nell’interrogazione del senatore dell’Unione, Palumbo. Il farmaco rappresenta oggi l’unica cura appropriata per la Sla, ma è difficilmente reperibile sul mercato a causa degli alti costi di produzione

ROMA - Fornire gratis a tutti i malati di Sclerosi laterale amiotrofica che ne facciano richiesta il farmaco il cui principio attivo, costituito dalla molecola rhIGF-1-rhIGF-1BP3, è in grado di rallentare significativamente l'evoluzione della malattia e di migliorare sensibilmente la qualità della vita dei pazienti. La proposta, contenuta in un'interrogazione indirizzata al ministro Livia Turco, porta la firma dell'ulivista Aniello Palumbo. Il farmaco - sostiene il senatore - rappresenta, allo stato, la cura più appropriata oggi esistente per affrontare la SLA ma è difficilmente reperibile sul mercato a causa dei costi di produzione molto elevati. L'Agenzia Italiana del Farmaco non reputa che al momento vi siano i presupposti per fornire gratuitamente, a carico del SSN, i farmaci a base di tale principio attivo e così molti pazienti sono stati costretti a rivolgersi alla magistratura. Tranne poche eccezioni - spiega il parlamentare - i tribunali italiani hanno riconosciuto ai malati di SLA il diritto alla somministrazione gratuita ad uso compassionevole del farmaco rhIGF-1/rhIGF-1BP3, ordinando al ministero della Salute di provvedere a tale somministrazione. Il ministero non ha però ancora assunto una decisione di ordine generale, limitandosi a dare esecuzione solo a specifici provvedimenti dei tribunali con il rischio che a seguito di lunghezze burocratiche risulti vanificato il diritto riconosciuto ai malati in sede giudiziaria. Di qui la richiesta di Palumbo di un provvedimento per uniformare la somministrazione del farmaco sul territorio nazionale.

Di seguito il testo dell'interrogazione:

PALUMBO - Al Ministro della salute –
Premesso che:
esistono in Italia non pochi casi di persone affette dalla malattia del motoneurone, specificatamente denominata SLA (Sclerosi laterale amiotrofica) per effetto della quale le cellule nervose che trasmettono i comandi dal cervello ai muscoli muoiono, provocando alle persone colpite una progressiva e veloce degenerazione muscolare che conduce alla paralisi e, con la compromissione dei muscoli respiratori, ineluttabilmente, alla morte;
attualmente esiste un solo farmaco, il cui principio attivo, costituito dalla molecola rhIGF-1-rhIGF-1BP3 è in grado di rallentare significativamente l'evoluzione della malattia e di migliorare sensibilmente la qualità della vita per cui rappresenta, allo stato, la cura più appropriata oggi esistente per affrontare questo terribile male;
il problema della terapia a base di IGF-1 è rappresentato dalla scarsa reperibilità del farmaco sul mercato mondiale, in quanto è prodotto da pochissime case farmaceutiche e richiede, trattandosi di biotecnologie, costi molto elevati e tempi lunghi. In particolare, la casa americana INSMED lo produce e lo vende, su richiesta, solo allo Stato italiano mentre non effettua vendite ai privati (per quanto, a causa dell'elevatissimo costo, sarebbe accessibile a pochi);
l'Agenzia Italiana del Farmaco sostiene che non vi sono i presupposti per fornire gratuitamente, a carico del SSN, i farmaci predetti;
tale atteggiamento inibitorio ha indotto molti pazienti a rivolgersi alla magistratura;
tranne poche eccezioni, i tribunali italiani hanno riconosciuto ai malati di SLA il diritto alla somministrazione gratuita ad uso compassionevole del farmaco rhIGF-1/rhIGF-1BP3, ordinando al Ministero della Salute di provvedere a tale somministrazione;
il Ministero della salute non ha assunto una decisione di ordine generale, limitandosi a dare esecuzione solo a specifici provvedimenti dei tribunali con il rischio che, tuttavia, a seguito di lunghezze burocratiche risulti vanificato il diritto riconosciuto ai malati in sede giudiziaria;
su iniziativa del Ministero della salute è stato avviato uno studio, d'intesa con l'AIFA e l'Istituto superiore di sanità, sulla reale efficacia del farmaco IGF-1;
in altre iniziative parlamentari il Ministero è stato sollecitato a promuovere uno studio clinico anche sull'efficacia del complex IGF-1-IGF-1BP3;
tale situazione di grande incertezza, sia scientifica che burocratico-amministrativa, si ripercuote unicamente sulle legittime attese e sulle comprensibili ansie delle persone affette dalla SLA,
pertanto, appare conforme a giustizia garantire un trattamento uniforme a tutti i soggetti colpiti dal terribile morbo, riconoscendosi agli stessi, in via generale, il diritto all'erogazione del farmaco IGF-1-IGF-1BP3, a semplice richiesta;
tale esigenza di tutelare, in via generale, i diritti dei pazienti ha trovato già riconoscimento in una mozione del Consiglio regionale delle Marche e in un provvedimento della Regione Toscana,
si chiede di sapere se non sia il caso di adottare un provvedimento nazionale per la fornitura gratuita del farmaco di cui alla premessa a tutti i soggetti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica che ne facciano richiesta, previa prescrizione del farmaco da parte di medici specialisti, per dare attuazione al diritto alla salute garantito dalla Costituzione. (dp)
Ufficio stampa AISLA

venerdì 24 agosto 2007

Alimuri, dove lo Stato risarcisce gli abusivi


Risarcire chi ha commesso un abuso. E' giunta all'epilogo più inaspettato la vexata quaestio su uno degli ecomostri che deturpano da oltre quarant'anni la costa della Campania.

Il bestione di cemento armato costruito abusivamente dal 1964 nella conca di Alimuri a Vico Equense sarà abbattuto, così come previsto dall'accordo sottoscritto il 19 luglio tra il ministero dei Beni culturali e la Regione Campania, entro la fine di ottobre, con un intervento economico da parte del dicastero guidato da Rutelli per 300 mila euro e altrettanti da parte dell'ente regionale campano.

Il costo totale dell'abbattimento ammonta a un milione e 100 mila euro e al suo posto gli attuali proprietari otterrebbero anche un'ulteriore concessione per costruire un nuovo albergo e la gestione di un lido sulla costa.Ma se l'ecomostro ha procurato danni ambientali e da più quasi mezzo secolo non ha trovato una completa realizzazione per quale motivo più del 50% dei costi saranno a carico dello Stato e gli attuali proprietari potranno continuare a costruire?

Sulla vicenda ci vuole vedere chiaro la procura di Torre Annunziata, che ha aperto un'inchiesta «per verificare se sussistano ipotesi di reato». I maligni infatti sospettano che le agevolazioni concesse alla società Sa.An., proprietaria della struttura, sarebbero state concesse perché ai suoi vertici comparirebbe anche Anna Normale, imprenditrice e moglie di Andrea Cozzolino, "delfino di Bassolino" e assessore alle attività produttive della Regione Campania e tra i candidati alla guida del Pd campano.

Gli inquirenti torresi spiegano di «non poter far finta di non vedere» e intanto il procuratore Diego Marmo attende una dettagliata informativa dai carabinieri. L'inchiesta sull'ecomostro in realtà era già stata aperta tempo fa dal pm Sergio Raimondi nell'ambito delle indagini sull'abbattimento di oltre centocinquanta opere abusive.

La nuova struttura che nascerà nella conca di Alimuri sarà autorizzata da un accordo tra esecutivo ed enti locali e non sarà abusiva come lo scheletro di cemento che per oltre 40 anni ha sovrastato la costa dell'area.

Ma ambientalisti e sinistra radicale sono scesi già sul piede di guerra. In prima linea c'è il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che qualche settimana fa ha tuonato: «Non si può demolire un ecomostro in cambio di nuovo cemento». A fargli eco c' è Franco Cuomo, leader del circolo Vas (Verdi Ambiente Società), che ha così commentato la decisione del governo di «aiutare» i titolari della concessione per procedere all'abbattimento: «In nessun Paese del mondo lo Stato risarcisce chi ha commesso un abuso».

Dal canto suo il senatore Tommaso Sodano di Rifondazione ha raccolto 33 firme, tra cui quelle di Russo Spena, Salvi, Villone, Menapace, per un'interpellanza parlamentare alla quale il governo dovrà rispondere entro settembre. «E' inconcepibile - ha commentato - l'offerta fatta ai proprietari dell'ecomostro di Alimuri di poter costruire un nuovo albergo in cambio dell'abbattimento del vecchio albergo abusivo. Le autorità pubbliche dovranno spiegare perché hanno deciso di cofinanziare l'abbattimento dei manufatto in questione e per quali motivi le stesse autorità provvederanno a compensare gli eventuali aumenti di costo dell'operazione di rimozione della struttura».

Nell'interrogazione parlamentare il senatore del Prc chiama in causa direttamente il ministro Rutelli, al quale chiede di garantire che la nuova struttura non sorgerà in zone vincolate e non produrrà un impatto ambientale in zone di pregio dal punto di vista ambientale o agricolo, paragonabile a quello dell'enorme edificio abusivo.

La storia dell'ecomostro di Alimuri, una baia incantevole tra Sorrento e Castellammare di Stabia, sembra interminabile. Tutto comincia nel 1964 quando viene rilasciata la licenza per costruire a ridosso della costa un albergo di cinque piani, autorizzazione rinnovata anche tre anni più tardi. Nel 1971 la Soprintendenza ordina la sospensione dei lavori e l'amministrazione comunale decide la demolizione della costruzione. Nel 1976 la Regione Campania annulla le licenze rilasciate dal Comune perché in contrasto con il Programma di fabbricazione, ma il Tar Campania nel 1979 e il Consiglio di Stato nel 1982 annullano gli atti adottati dalla Regione. La telenovela prosegue e nel 1986 i lavori sono sospesi dal Comune di Vico Equense perché si rende necessario il consolidamento del costone roccioso retrostante. L'edificio inizia a versare in condizioni degradate e diviene una vera e propria discarica. Col tempo aumenta la pericolosità, con l'inizio della caduta di massi dal costone e della corrosione a causa del mare. A questo si aggiungono un lento crollo del solaio e la staticità dell'edificio sempre più precaria con il passare degli anni.

Già nel 1985 la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia aveva iniziato a vietare il transito e la sosta di persone e imbarcazioni nella parte di mare antistanti la struttura, entro una fascia di 150 metri dal piede del costone. Passano due anni e vengono approvati il Piano paesistico della penisola sorrentina e il successivo Put (Piano di utilizzazione territoriale) che individua l'area di Alimuri come zona di tutela ambientale di primo grado, con divieto assoluto di edificare e trasformare il suolo. Sull'area vige anche un vincolo idrogeologico e l'Autorità di bacino del Sarno inserisce il costone roccioso retrostante alla struttura tra le zone ad alto rischio.

A partire dal 2003 inizia la serie infinita di incontri presso la Regione Campania per avviare un'azione complessiva di riqualificazione dell'area che comprende il consolidamento del costone, la delocalizzazione della struttura e la demolizione del manufatto. Durante la primavera di quest'anno arriva la svolta con l'intervento del ministro Rutelli, che il 4 aprile annuncia una campagna contro gli ecomostri: tra le priorità viene indicato proprio lo scheletro di Alimuri.

La demolizione porterà all'eliminazione di una struttura che ha un volume di 18mila metri cubi su un'area di 2mila mq, alta 16 metri per un numero totale di 5 piani, compreso il pianterreno. La messa in sicurezza del costone che si trova alle spalle della struttura prevede l'intervento su una superficie lunga 170 metri e alta 90.

Un fantasma di cemento armato che per oltre quarant'anni ha contribuito a deturpare una delle coste più belle del nostro paese e la cui sorte ora dipende anche dal lavoro della magistratura. A partire dalla fine di agosto, quando il fascicolo aperto dalla procura di Torre Annunziata inizierà a riempirsi di dettagli e finalmente si farà chiarezza anche sulla competenza ad indagare, ultimo grande intoppo dell'interminabile vicenda Alimuri.

«Noi abbiamo aperto un fascicolo sulla scorta degli articoli di stampa, ma nel caso in cui emergano ipotesi di reato - ha spiegato il procuratore Marmo - c'è da decidere ora chi debba occuparsene. Tutto dipende da dove è stato siglato l'accordo, se a Roma, alla Regione o al comune di Vico Equense. Indagheremo».

Centro culturale VivaCampaniaViva


Luigi Esposito e Mario de Riso di Carpinone

mercoledì 8 agosto 2007

RELAZIONE SULLA SUMMER SCHOOL DI LAURINO 28 – 29 LUGLIO 2007

Alla fine di un’esperienza un individuo si guarda indietro per tirare le somme. Quando poi tale esperienza coincide con l’inizio di un incarico, lo spirito critico stenta ad essere obiettivo: tale è l’entusiasmo, tale la risposta della gente che il tutto viene illuminato da una luce positiva che rischia di far leggere la vicenda come una favola a lieto fine e le spigolosità, insite nella novità, rischiano anch’esse di restare nascoste dietro un angolo.

Forse cadrò anch’io nella trappola appena esposta, ma invito chi leggerà questa relazione ad individuare gli eventuali errori e le eventuali mancanze di un discorso che non presume di essere esauriente. Se così fosse verrei meno ad uno dei presupposti del sapere in genere e della dialettica: il mio è solo un resoconto, caratterizzato tra l’altro dalla soggettività. A chi era presente o a chi avesse qualcosa da dire rivolgo l’invito di completare le mie riflessioni: non solo nel futuro della politica italiana, ma anche nei confronti fra noi amici, quello che fortemente auspico è un clima di vera democrazia che dia modo di dialogare quanto più serenamente possibile.

La II summer school che ha visto di nuovo il paese di Laurino, per due giorni, capitale politica del Cilento, si è aperta ufficialmente alle 13.30 del 28 luglio: presso il municipio di Felitto le istituzioni locali, una rappresentanza dei cittadini e alcuni esponenti del centro studi Ideura hanno rivolto i saluti ai relatori della summer school, il ministro dell’innovazione e funzione pubblica Nicolais, il sottosegretario all’università e ricerca Dalla Chiesa e l’on. Gozi presidente comitato bicamerale Schengen, Europol e immigrazione nonché consigliere stretto del presidente del consiglio Prodi.

Relatori e partecipanti della summer school hanno poi pranzato presso il ristorante Remolino, nei pressi della suggestiva oasi omonima.

I lavori, anche se con un po’ di ritardo, si sono svolti nel cinquecentesco convento di S. Antonio a Laurino. Il padrone di casa, il sindaco Gaetano Pacente ha salutato relatori e pubblico, a seguire i saluti del presidente della comunità montana Alto Calore Miano. Moderatore della giornata dedicata al tema “ricerca, innovazione e sperimentazione…politica” è stato Vito Rizzo, responsabile Ideura Campania che ha sottolineato le difficoltà riscontrate dai giovani nella ricerca.

Dopo i saluti di Guglielmo Vaccaro, consigliere regionale ed ideatore lo scorso anno della summer school insieme al presidente d’Ideura Carmine Pacente, le relazioni introduttive sono state esposte da Nunzio Mastrolia e Maria Rosaria Capozzoli. Il primo, responsabile ricerca ed analisi Ideura e funzionario del ministero della difesa, ha sottolineato come il nostro Paese sia in forte ritardo nel settore industriale a causa dei risicati investimenti dell’industria privata e per la carenza della grande industria rispetto ad altri Paesi europei come la Germania che con industrie come la Porsche conquistano grosse fette di mercato grazie soprattutto ai massicci investimenti nella ricerca. Nunzio Mastrolia, da esperto di Cina, ha evidenziato i grossi passi del colosso cinese nell’industria e negli investimenti nella ricerca scientifica.

Già dalle prime battute si è potuto constatare come ci si trovasse di fronte ad un dibattito vero: per l’assessore all’Unione dei comuni dell’alto Calore Maria Rosaria Capezzoli, in Italia la ricerca è tutt’altro che in crisi: il suo discorso si basa sull’esperimento positivo dei centri di competenza dove è visibile la collaborazione fra Stato e piccole e medie imprese nella ricerca. Il suo ottimismo è dato dal lavoro sul campo: da ingegnere chimico infatti l’assessore collabora con aziende del napoletano e dell’avellinese ed è impegnata nella ricerca universitaria presso le maggiori università campane.

Dopo le relazioni introduttive è stato il momento dei relatori. Il primo ad intervenire è stato Nando Dalla Chiesa: il suo discorso è stato incentrato sulla necessità di premiare il merito nell’università e nella ricerca e sui costi troppo elevati dello studio universitario in Italia. Per ovviare a questo problema che ostacola le carriere di tanti studenti meritevoli ma pressoché privi di mezzi economici, il sottosegretario ha parlato di un imminente aumento del 50% delle case dello studente e di un aumento del numero delle borse di studio. Interessante la proposta fatta al ministro dell’istruzione sull’assistenza agli anziani: per sgravare i giovani studenti dai costi eccessivi degli affitti, Dalla Chiesa ha proposto di far alloggiare questi presso gli anziani. L’operazione avrebbe un grande valore sociale: in cambio dell’alloggio i giovani assisterebbero gli anziani, ed economico: un calmieramento dei costi delle abitazioni.

L’on. Sandro Gozi ha invece sottolineato non solo la disparità fra Italia ed Europa negli investimenti nella ricerca, ma anche del forte ritardo del Mezzogiorno d’Italia. Forti punti di raccordo si sono potuti riscontrare fra le considerazioni di Gozi e quelle del presidente d’Ideura Carmine Pacente: punto nodale la partecipazione. La partecipazione al processo di crescita del Paese nel Mezzogiorno è frenata dalla carenza di reti di comunicazione importanti come la banda larga: internet veloce è mezzo di informazione e formazione secondo Gozi e se usato bene può permettere la condivisione di saperi fra i popoli.

Il ministro Nicolais, del resto, ha ribadito l’intenzione del suo gabinetto di coprire entro pochi mesi tutto il Cilento con la banda larga, di comune accordo con il vicepresidente della provincia di Salerno Gianni Iuliano secondo il quale sarebbe auspicabile la copertura del territorio con il sistema wi-fi non con il cablaggio del territorio che comporterebbe lunghi tempi e grosse spese ma con una rete di antenne: insomma le cosiddette “infrastrutture immateriali” sono quelle che possono garantire lo sviluppo del territorio cilentano uniformandolo così al resto del Paese. Il ministro , tra l’altro, ha parlato dell’intenzione di informatizzare le pubbliche amministrazioni, parlando addirittura di ammende per quegli uffici che si ostinassero ancora ad usare il cartaceo: l’estensione della telematica al pubblico consentirebbe l’accelerazione di taluni servizi da fornire al cittadino, un conseguente risparmio di risorse ed una crescita della qualità. Si è parlato poi di un eventuale sistema di valutazione del pubblico servizio: sarebbe un diritto – dovere del cittadino valutare i servizi che lo Stato gli offre. Valutare poi non significa solo punire, ma anche premiare l’efficienza dei buoni amministratori.

29 LUGLIO: IL PD CHE VOGLIAMO: confronto con Guglielmo Vaccaro.

Alla presenza del consigliere regionale Guglielmo Vaccaro giovani amministratori locali e professionisti in genere hanno affrontato un dibattito sul futuro partito democratico.
Gli interventi sono stati tutti interessanti: per me quindi è difficile riassumere una discussione animata talvolta da toni accesi, da provocazioni, ma sempre nella cornice di un confronto sereno e aperto a tutte le opinioni: insomma un vero confronto democratico. Cercherò di trarre gli elementi salienti di ogni intervento.

E’ stato constatato come urga un nuovo soggetto politico che parta dai problemi dei centri periferici per poi poter affrontare i punti cruciali della politica nazionale come è stato dichiarato da Ivan Chiariello, consigliere comunale di Montecorice e Giuseppe Scola, consigliere comunale di Ogliastro.

I temi etici sono stati i punti principali degli interventi di Antonio Federico e Salvatore Mastrolia, consiglieri comunali di Ogliastro: il PD deve essere un partito laico capace di affrontare tutte le sfide del governo del Paese, non ultimo una ricerca scientifica che tenga alto il nome dell’Italia nel mondo e che non venga frenata da posizioni dogmatiche che rallentino lo sviluppo umano oltre che economico.

Non sono mancate critiche alla politica della Regione Campania: Maria Rosaria Capozzoli ha criticato duramente alcuni progetti quanto meno scriteriati, che non tengono conto delle reali esigenze economico-sociali del territorio e delle sue caratteristiche geofisiche. Analogo l’intervento di Giancarmine Verlotta, consigliere comunale di Albanella, che, tra l’altro, come dichiarato anche dal coordinatore dei giovani della margherita di Salerno Federico Corrente, auspica che il PD che verrà premi i meriti e le capacità dei giovani abbandonando le solite cooptazioni e la politica delle affiliazioni capaci solo di recare danno alla buona politica e di scoraggiare i giovani validi che vogliano spendere energie per essa.

Nicola Rizzo, presidente del circolo Eleatici di Ascea, ha avanzato l’idea di un PD che sia il risultato di una società civile che operi entro un progetto di sviluppo sostenibile e che si avvalga della critica al suo interno.

Gli intellettuali dovrebbero poi apportare il loro contributo al PD facendo emergere le diverse identità dei territori di appartenenza per permettere poi l’elaborazione di politiche adeguate: questa in sintesi l’opinione di Giuseppe Cirillo, docente di storia contemporanea presso la facoltà di lingue dell’Università degli studi di Salerno.

Carmine Pacente ha ribadito l’esigenza di partecipazione che emerge in un territorio quasi depresso: determina tuttavia amarezza il fatto che i media locali abbiano dato scarsa rilevanza ad un’iniziativa così importante. In un territorio dove i problemi all’ordine del giorno sono tanti, è doloroso prendere atto che in un tg locale si riservino servizi giornalistici di oltre dieci minuti a sagre paesane e feste danzanti, con tutto il rispetto per questi momenti ludici e folkloristici, e si trascurino iniziative di straordinario spessore politico-culturale, perdendo un’altra buona occasione di parlare dei problemi del Cilento e della sua gente e cercare di avanzare idee e proposte. La polemica di Carmine Pacente trova il sostegno mio e di tutto il centro studi Ideura.
Interessanti infine gli spunti di riflessione dell’architetto Luigi Puglia che ha posto l’interrogativo sui problemi dei professionisti in Italia (sono circa 5 mln.!), per i quali il decreto Bersani per molti tratti risulta ancora un intervento limitativo e troppo uniformante rispetto alla complessità del problema, e, come evidenziato anche nell’intervento di Ivan Chiariello, i ritardi dovuti alla troppa burocrazia che attanaglia l’Italia.

A cercare di raccordare tutti gli spunti è stato Guglielmo Vaccaro: il consigliere regionale ha invitato tutti i giovani amministratori e professionisti a mettere insieme le forze e a darsi da fare nel creare il nuovo partito: è vero, il problema delle liste bloccate c’è, ma può essere risolto buttando in campo tutte queste energie positive e organizzando pragmaticamente delle liste di giovani. La candidatura di Letta alle primarie potrebbe essere occasione di rottura rispetto ai vecchi schemi della politica: rottura in quanto candidatura fortemente avversata dagli apparati di partito, segno del coraggio che anima il giovane (nonostante i 42 anni è tra i più giovani dei big della politica italiana) e dell’intenzione di colorare il grigio del mondo politico italiano col colore dell’entusiasmo di una generazione, quella dei trenta/quarantenni, da tempo tenuta ai margini del governo del Paese. Anche in questa circostanza non sono mancate le opinioni divergenti: Vito Rizzo ha palesato il timore che anche un eventuale successo di Letta non cambi poi le solite politiche partitiche come l’abitudine di privilegiare l’affiliazione invece che privilegiare la meritocrazia.

Io penso che la paura dell’amico Vito sia più che plausibile, ma come ribadito da Vaccaro e dall’ing. Esposito, giunto da Napoli ad onorarci della sua presenza e che non mi stancherò mai di ringraziare per il suo immenso entusiasmo che contagia, l’occasione per tutti noi di partecipare a questo processo politico è troppo grande per farsi frenare dalle paure: come sempre, e come ha dimostrato l’esperienza di Ideura, nessuno ci regalerà mai niente, bisogna conquistare quello che vogliamo, a maggior ragione se questo significa influenzare le future politiche che reggeranno il Paese e che, mi auguro, lo miglioreranno per il bene dei nostri figli!

Infine il mio discorso di chiusura è stato più che altro un auspicio e un tentativo di sintetizzare tanti spunti tanto interessanti da mettermi in seria difficoltà: il nuovo soggetto politico per me dovrebbe somigliare ad Ideura. Un partito segnato da un ricambio generazionale e che premi chi merita e non chi è figlio di, o chi appartiene a: le oligarchie e i baronati in politica, nell’università, nella ricerca, nelle professioni hanno portato l’Italia quasi alla stasi e ai margini dell’Europa, per non parlare del Mezzogiorno e del Cilento in particolare. Un partito animato da un forte spirito riformista ed europeista, ma che tenga sempre e prima di tutto conto delle diverse identità che animano l’Italia e che sia capace di spenderle per una politica comune adeguata ed efficace.

Infine volevo fare dei ringraziamenti: ovviamente ringrazio Carmine Pacente per il ruolo di grande responsabilità assegnatomi. Spero che la fiducia e la stima riposta nella mia persona e sempre ricambiate siano state ben fondate: ho fatto del mio meglio, non pensavo fosse così faticoso, ma vedere tanta gente partecipare, sorridere, accalorarsi nel difendere le proprie opinioni, ma confrontandosi sempre in un clima di serenità e correttezza è stata la più bella ricompensa.

Grazie a Guglielmo Vaccaro, lo dico apertamente e senza riserve, nostro politico di riferimento: grazie per venire spesso nel Cilento e nel darci modo di esprimere le nostre opinioni e per la pazienza e il coraggio che hai nell’esporti in prima persona anche quando vieni criticato, spesso per errori di valutazione di tuoi colleghi in regione.

Grazie a Nunzio Mastrolia e ai suoi familiari, a Maria Rosaria Capozzoli e a Vito Rizzo: sono il responsabile organizzativo di Ideura, ma senza il loro fondamentale apporto vi garantisco che non sarei riuscito a mettere su un’iniziativa del genere!

Grazie ad Eugenio De Chiara, a Carmine Cozzolino, a Carmelo Iannicelli venuti da Milano per onorarmi della loro presenza sempre attiva anche a Laurino: che l’umiltà che contraddistingue il nostro gruppo insieme a tante altre virtù e valori umani possa non smarrirsi mai!
Grazie a Domenico Palladino, responsabile comunicazione Ideura, per i consigli preziosi e per i giusti rimproveri (talvolta litigo con le nuove tecnologie!) che ha saputo offrirmi.
Grazie al sindaco dott. Pacente per gli affascinanti ambienti ricchi di storia e cultura che ci ha messo a disposizione, a sua moglie, quasi mia seconda mamma, e a Raffaele Pacente, instancabile fotografo ed animatore delle serate.

Un grazie anche alla popolazione laurinese che ci ha messo a disposizione alloggi dotati di ogni comfort e dove abbiamo riposato splendidamente: mi sento davvero vostro concittadino!
Infine grazie ancora all’ing. Luigi Esposito e all’amica Rosa De Roberto venuti da Napoli per inebriarci con il loro grande entusiasmo e con il loro ottimismo per le vicende future.
Grazie ai relatori che hanno dato lustro al tavolo dei lavori e agli amici intervenuti che hanno preferito farci compagnia invece di godersi due giornate di sole al mare: lo reputo un grande gesto non solo di amicizia, ma anche di maturità!

Amici, ora più che mai stateci vicino e sorreggeteci in questa nuova esperienza: diamoci tutti un’occasione di partecipazione al Pd che verrà!
Angelo Aniello De Vita