venerdì 28 marzo 2008

Convegno sui rifiuti

L'emergenza rifiuti campana, l'inceneritore di Acerra, la mozzarella alla diossina, saranno al centro di un confronto tecnico, promosso dalla lista civica nazionale "Per il Bene Comune", in lizza alle politiche del 13 e 14 aprile.

Il dibattito sui temi della tutela della salute pubblica e della salvaguardia dell'ambiente e' doppio, impegnerà tutta la giornata di sabato prossimo, 29 Marzo.
Interverranno medici oncologi, scienziati esperti di nanopatologie, nanoparticelle, inceneritori e smaltimento di rifiuti, nonchè geologi di fama nazionale.
Sotto accusa i responsabili politici del degrado ambientale in cui versa la Campania, ma il simposio di sabato sarà anche l'occasione per presentare possibili soluzioni per uscire dalla crisi regionale.
Il primo appuntamento e' alle 10:00 di sabato prossimo, al cinema Vittoria, in piazza Arenella a Napoli: parteciperanno il Dr. Stefano Montanari, scienziato nanopatologo, esperto di nanoparticelle e inceneritori e candidato premier della lista "Per il bene comune", il senatore Fernando Rossi, primo candidato della lista al Senato, l'oncologo dell'istituto Pascale di Napoli Prof. Giuseppe Comella, il geologo dell'Università Federico II Prof. Franco Ortolani.
Sabato pomeriggio, alle 17:00 a Villa Vannucchi, al corso Roma in San Giorgio a Cremano, prenderà la parola il tossicologo/oncologo dell'istituto Pascale, Dr. Antonio Marfella, oltre agli esponenti della Lista Montanari e Rossi.

Per informazioni:
Antonio Trotta
cell. 3386247402
xbenetrotta@yahoo.it

venerdì 21 marzo 2008

Buona Pasqua da VivaCampaniaViva

Il Centro Culturale VivaCampaniaViva è nato l’11 aprile 2007, con l’apertura del blog: vivacampaniaviva.blogspot.com

Il Centro, nel settembre 2007, con il pretesto di lanciare la candidatura di Luigi Esposito alla carica di segretario regionale del PD, è riuscito a raccogliere, in soli 7 giorni, ben 1.150 firme, organizzando liste in 7 collegi elettorali su 47.

VivaCampaniaViva ha creato una mailing list di circa 600 iscritti, superando in meno di un anno dalla nascita la quota di circa 13.000 visite al blog.

Il 9 gennaio 2008, in collaborazione con altre associazioni, VivaCampaniaViva, ha organizzato una manifestazione con la partecipazione di più di 6.000 persone per protestare contro il problema dell’emergenza rifiuti in Campania.

Il Centro ha pubblicato sul suo sito Internet (vivacampaniaviva.blogspot.com) più di 160 tra dossier ed articoli su tematiche come l’emergenza rifiuti in Campania e sull’utilizzo dei fondi strutturali (commissionati dalla Fondazione Mezzogiorno Europa, fondata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e successivamente inviati alla Commissione Europea a Bruxelles), il caso Vigliena, il caso Bagnoli, la situazione dei tecnici informatici esternalizzati e molto altro ancora.

Il Presidente del Centro, l’ing. Luigi Esposito è stato selezionato per partecipare alla Summer School di formazione politica, organizzata dalla Fondazione “Mezzogiorno Europa” nel luglio 2007.

Il Centro Culturale ha stilato, nel settembre 2007, proposte per il programma del nuovo Partito Democratico, su incarico dell’ufficio contenuti dell’on. Enrico Letta

VivaCampaniaViva interagisce con numerose associazioni, tra le quali Insorgenza Sociale (www.insorgenza.it) e ha stabilito contatti con il mondo dei saperi attraverso la Fondazione Mezzogiorno Europa, la Fondazione Assise di Napoli, il WWF Campania, il comitato di Napoli Est, l’Assise di Bagnoli, Ideura.

Le attività del Centro hanno avuto eco sulle seguenti testate giornalistiche e portali web: Corriere del Mezzogiorno, Il Mattino di Napoli, Il Mediano, Napoli.com, Caserta24ore e Pupia.tv.

Il Centro ha stabilito contatti con numerosi esponenti che si sono interessati dell’emergenza rifiuti a Napoli come Donato Ceglie (PM della procura di Santa Maria Capua Vetere), Alessandro Iacuelli (scrittore), Franco Ortolani, Eugenio Mazzarella e Umberto Arena (professori universitari), Marco De Marco (direttore del Corriere del Mezzogiorno) ecc.

L’ing. Esposito è membro del Movimento Federalista Europeo, movimento riconosciuto dalla Presidenza della Repubblica.


Luigi Esposito ha interagito e si è confrontato sulle problematiche della regione Campania, con esponenti politici del calibro dell’On. Paolo Russo (FI), gli Onn. Leoluca Orlando e Nello Di Nardo (IdV), il Ministro Luigi Nicolais (PD), l’On. Crescenzio Rivellini (AN) e altri ancora.

Un grazie a Luigi per aver iniziato questa avventura, un grazie a Mario, vero cuore dell’ufficio contenuti del centro culturale, grazie al direttivo del centro culturale costituito da vecchi e nuovi amici animati dalla passione di poter davvero fare della buona politica aldilà degli interessi personali ma soprattutto:

Un grazie di vero cuore a tutti coloro che si sono appassionati alla nostra avventura e che ormai ci seguono quotidianamente “sopportando le nostre mail, articoli e dossier”!

Buona Pasqua a tutti voi, cari amici

Gli amici di VivaCampaniaViva

Luigi Esposito, ingegnere
Mario de Riso, manager aziendale
Antonietta D’Angelo, avvocato
Vincenzo Cocozza, dirigente bancario
Antonella Amato, giornalista
Vincenzo Varchetta, medico nutrizionista
Alessandro Esposito, ingegnere
Paolo Terminiello, imprenditore
Assunta Naimoli, studentessa
Paolo Paparelli, imprenditore
Gianni Borsa, fisioterapista
Cristiano Rinaldi, imprenditore
Angela Innella, architetto
Roberto Di Cesare, immobiliarista
Stefania Esposito, economista
Teresa Czachor, imprenditrice
Massimo Bergamo, imprenditore
Alberto Assanti, dirigente aziendale
Marco Saveri, imprenditore
Vittorio Esposito, filosofo
Mariano Fumante, imprenditore


martedì 18 marzo 2008

Seduta del Consiglio Comunale di Napoli del 6 marzo

Nella seduta del Consiglio Comunale di Napoli del 6 marzo scorso sono state prese, grazie alle pressioni di varie associazioni che si stanno alacremente impegnando nella lotta per la raccolta differenziata, alcune importanti decisioni. In particolare, l’aula ha affrontato l’esame di nove Ordini del Giorno per l’attuazione del Piano sulla raccolta differenziata.

L’OdG n. 1 (adottato all’unanimità) prende atto che uno dei punti essenziali per il superamento dell’emergenza è la raccolta differenziata che, realizzata in modo virtuoso, consente di ridurre drasticamente i rifiuti da conferire in discarica. Pertanto si stabilisce che negli stabili di nuova costruzione vengano obbligatoriamente previsti appositi spazi per i contenitori dei rifiuti urbani, impegnando l’amministrazione a verificare la fattibilità dell’introduzione di sistemi di raccolta pneumatica sotterranea sul modello di diverse realtà europee.

L’OdG n. 3 (adottato con il voto contrario di due consiglieri dell’opposizione, Malvano e Signoriello), impegna l’Amministrazione Comunale a favorire campagne informative e premiali finalizzate al trattamento domestico del compostaggio della frazione umida, attraverso la diffusione delle appropriate tecnologie innovative, riconosciute e certificate dagli enti preposti a prezzi controllati.

L’OdG n. 5 (approvato a maggioranza col voto contrario di Moxedano, Galero e Fellico) ha stabilito l’estensione al 10% della popolazione della raccolta integrata porta a porta.

L’OdG n. 6 (approvato all’unanimità) prevede l’adozione di un meccanismo di premialità per i condomini più virtuosi nell’esecuzione della raccolta differenziata e/o nella riduzione della produzione del rifiuto.

Gli altri Odg sono stati trasformati in semplici raccomandazioni.

Il successivo documento, a firma delle opposizioni, è stato approvato all’unanimità e impegna ilSindaco ad assicurare l’approvazione e la firma del contratto di servizio con l’ASIA entro e nonoltre i 30 giorni dall’approvazione del Piano stesso.

L’ultimo documento era una mozione di maggioranza articolata in vari punti; tra gli altri, la previsione dell’obiettivo del 50% di raccolta differenziata da raggiungersi entro il 2009, del 60% nel 2011 e del 65% nel 2012, l’attuazione della raccolta domiciliare integrata nel 2008 per almeno centomila abitanti; individuazione di premialità e incentivazioni per la raccolta differenziata, la portata non superiore a 25.000 tonnellate annue nel sito di compostaggio nell’area ovest, l’adeguamento dei regolamenti condominiali alle modalità di raccolta differenziata, la sottoscrizione del contratto di servizio con ASIA nei 30 giorni dal piano industriale, la massima trasparenza e partecipazione delle Associazioni e le forze produttive della Città in tutte le fasi del Piano favorendo altresì campagne informative.

La mozione della maggioranza è stata approvata con l’astensione di AN, Forza Italia e NuovoPSI.
Al termine della seduta, la delibera sul Piano della raccolta differenziata è stata finalmente approvata con il voto contrario di Forza Italia, AN, Nuovo PSI e l’astensione del consigliere Palomba.

Mario de Riso di Carpinone
Centro culturale VivaCampaniaViva

Proposta della Rete Campana Salute ed Ambiente

Di seguito è riportata la proposta della Rete Campana Salute ed Ambiente per organizzare con tutte le associazioni ed i movimenti interessati un confronto pubblico sull'emergenza democratica ed ambientale della nostra regione e sulle azioni comuni da intraprendere
L'iniziativa è da costruire collegialmente, quindi il testo allegato è solo un canovaccio su cui lavorare insieme per definire un manifesto di convocazione condiviso.
Invitiamo tutti a discuterne e ad avanzare proposte, sia in rete che nelle riunioni di movimento.
Domani pomeriggio un gruppo delle realtà promotrici sarà presente per una prima verifica alla riunione del comitato allarme rifiuti tossici. Mercoledì pomeriggio se ne parlerà in una riunione pubblica ad architettura (palazzo gravina, via monteoliveto 3, aula 21, ore 17:30)

17 marzo 2008
Assise Cittadina per Bagnoli
assisebagnoli@gmail.com
assisebagnoli@libero.it


Una nuova politica delle risorse territoriali per una nuova democrazia

Appello della Rete Campana Salute ed Ambiente per la costruzione di una assemblea pubblica regionale sulla crisi ambientale e democratica in Campania

La crisi ambientale che interessa la Campania, a partire dalla criminale gestione dei rifiuti, si intreccia indissolubilmente con la crisi della democrazia e dello stato di diritto, calpestati dalle logiche emergenziali e dal sistema partitico-affaristico. Le resistenze civili praticate in questi anni da comitati, associazioni e movimenti, pur avendo ostacolato scelte perniciose e denunciato le criticità della situazione, non riescono ancora a divenire forza di trasformazione degli equilibri politici responsabili della catastrofe in corso.
Gli ultimi sviluppi, con le ordinanze di febbraio del dimissionario governo Prodi (estensione dei contributi CIP 6 ai tre inceneritori campani, possibilità di bruciare le balle non a norma nel termodistruttore di Acerra), la decisione commissariale di affidare alla FIBE il completamento dell’impianto acerrano, la ripresa della occupazione militare dei siti di discarica, delineano la volontà governativa di arrivare ad una “soluzione finale” del problema rifiuti che nulla concede all’azione dei movimenti ed annichilisce la stessa dialettica democratica.
Riteniamo quindi necessario un confronto serrato tra le realtà di base e le comunità in lotta per affrontare adeguatamente la prossima riacutizzazione del conflitto e delineare una inversione di tendenza: un confronto ispirato alla massima apertura, incentrato su poche e semplici discriminanti:
- indipendenza da tutti i soggetti istituzionali, critica al sistema dei partiti e ricerca di nuove forme di democrazia avanzata nel governo pubblico
- promozione di uno sviluppo territoriale socialmente equo ed ambientalmente compatibile, fondato sulla tutela e riproducibilità delle risorse locali, teso a promuovere la massima occupazione e la difesa dei beni comuni
- promozione di una gestione dei rifiuti antitetica all’incenerimento, ispirata all’opzione rifiuti zero, fondata sulla riduzione degli scarti, il riuso dei prodotti ed il recupero della materia
Proponiamo a tutti i soggetti che nella nostra regione lottano per un diverso modello di governo del territorio, fondato sulla partecipazione popolare e la tutela delle risorse locali, di organizzare insieme una giornata di riflessione e confronto politico, con le seguenti finalità operative: fare il punto della situazione, confrontare le rispettive esperienze e strategie, verificare la possibilità di un programma di azioni comune. L’iniziativa dovrebbe inoltre informare e coinvolgere i cittadini sulle attività in corso dei movimenti e delle associazioni, mirando ad una buona visibilità pubblica.
Data l’urgenza dell’iniziativa, che non deve comunque essere né schiacciata né strumentalizzata dalla campagna elettorale, e considerati i tempi necessari alla sua convocazione, proponiamo di organizzarla per sabato 5 aprile (previa verifica degli spazi disponibili e delle disponibilità dei soggetti partecipanti).

A nostro avviso, i due principali temi di discussione dovrebbero essere:
- le strategie attivabili dal basso per contrastare la crisi della democrazia e dello stato di diritto nel governo del territorio
- le scelte tecniche ed organizzative necessarie ad avviare immediatamente la transizione ad una diversa gestione dei rifiuti e la bonifica dei territori inquinati
La strutturazione è tutta da discutere. Pensavamo ad una prima articolazione tra momenti di discussione rivolti prioritariamente ai soggetti organizzati (assemblea, dibattito) ed iniziative di informazione rivolte prioritariamente ai cittadini (proiezioni, mostre). Per quanto riguarda la prima, va valutata l’opportunità di mantenere la discussione in forma plenaria oppure articolarla per tematiche. In ogni caso, occorre calibrare il limitato tempo a disposizione, conciliando l’esigenza di una discussione approfondita e partecipata con quella di concretizzare una serie di proposte operative condivise. Invitiamo tutti i soggetti interessati a questa proposta a discuterne insieme, a partire dalla redazione un manifesto di convocazione.

Napoli, 15 marzo 2008
Rete Campana Salute ed Ambiente

Appunto sul superimpianto israeliano

Si tratta del processo ArrowBio; l'impianto tipo è costruito per una capacità di 200 tonn/giorno (il giornalista deve essersi sbagliato); superficie richiesta 9 mila mq cadauno con 10 addetti.

Nel nostro caso (bisogno Campano giornaliero 7.200 tonn/giorno) con una differenziata al 50%, abbisognano circa 18 impianti per lo smaltimento corrente dell'indifferenziato rimanente.

Per smaltire le ecoballe esistenti, 6-7milioni di tonnellate di rifiuti, ammesso che sia applicabile vista la tossicità e il mix con chi sa cosa, ci vorrebbe un numero ulteriore di questi impianti (9 X10 anni di lavoro)!

Francesco Varchetta
Ingegnere, CTU Tribunale di Reggio Emilia

lunedì 17 marzo 2008

Quanti politici finiti nella spazzatura

Gli appalti. La scelta delle aree per le discariche. Le aziende di smaltimento. Persino le assunzioni al Commissariato. Nella regione il business dei rifiuti scatena gli interessi di tutte le forze politiche


Da una parte i nomi e cognomi dei dipendenti, dall'altra quelli dei loro sponsor politici. Ecco, se si vuole capire che cosa è davvero accaduto in Campania dove, dall'11 febbraio del 1994, esiste un Commissariato per l'emergenza rifiuti che ha speso quasi 2 miliardi di euro senza riuscire a centrare nessuno degli obiettivi imposti, si può benissimo partire da qui. Da questo lungo elenco di nomi preparato in via ufficiosa nel 2004 dalla direzione del personale nelle settimane in cui, dopo le dimissioni di Antonio Bassolino, il Commissariato veniva scorporato in tre diverse sezioni: rifiuti, acque e bonifica.

Leggendo la lista, di cui L'espresso è riuscito a ottenere una copia, diventano, riga dopo riga, chiare le responsabilità di un'intera classe politica: non solo dei bassoliniani del Partito democratico che governano la regione, ma anche dell'opposizione di centrodestra che all'ombra del Vesuvio ha partecipato e partecipa con passione all'immondo banchetto della spazzatura.

Sì perché qui la monnezza, un business che tra appalti e stipendi, fattura un milione di euro al giorno, è un affare di tutti. I politici, prima ancora che la camorra, ci guadagnano non solo in termini di consenso elettorale, imponendo assunzioni nei 18 diversi consorzi di raccolta, tutti rigorosamente lottizzati, ma anche indicando le aree di imprenditori amici dove potrebbero essere aperte discariche e centri di stoccaggio, gestendo pompe di benzina convenzionate con le aziende dei rifiuti, improvvisandosi trasportatori e soprattutto creando decine e decine di aziende a capitale misto pubblico-privato dove piazzare amici, compagni di partito e parenti.

Anche per questo il Commissariato, dove pure nel corso degli anni hanno lavorato giorno e notte molti tecnici di assoluto valore, si è a poco a poco trasformato in carrozzone dove arrivava, 'comandato' da altre amministrazioni pubbliche, personale ansioso di intascare le 70 ore di straordinario mensili garantite a ciascun dipendente. Così, mentre il nuovo commissario Gianni De Gennaro va affannosamente a caccia di terreni dove riversare almeno una parte delle oltre 300 mila tonnellate di rifiuti che ancora intasano gli angoli delle strade della regione, la lista segreta dei vecchi dipendenti del Commissariato diventa adesso una fotografia impietosa di quanto è accaduto. Un'istantanea della Casta che comanda in Campania.

Scorrendo l'elenco, le sorprese non mancano: a segnalare i 'comandati' non erano solo i Ds, la Margherita, l'Udeur. Ci davano dentro pure Forza Italia e Alleanza nazionale. Negli uffici del Commissariato erano per esempio di casa Antonio e Flavio Martuscello, i due dioscuri azzurri del napoletano, rispettivamente deputato ed ex sottosegretario all'Ambiente il primo, consigliere regionale più votato d'Italia, il secondo. I Martuscello avevano sponsorizzato sei diversi nomi. Altri due erano invece stati proposti dal consigliere regionale azzurro Giuseppe Sagliocco, il quale, dopo aver inviato tecnici di suo fiducia al Commissariato, tre anni fa non si è trovato in imbarazzo a capeggiare, assieme a un bel gruppo di parlamentari del centrodestra, le proteste della popolazione che chiedeva il blocco dell'unica discarica ancora disponibile quella di Parco Saurino 2, a Santa Maria La Fossa. Una segnalazione era poi arrivata tramite Francesco Bianco, fino a due anni fa in Regione nelle fila del partito di Berlusconi, e ora capogruppo in Comune per l'Udeur.

Lì Bianco si è ritrovato accanto ai professionisti delle nomine: gli iscritti del partito di Clemente Mastella (nell'elenco compare pure una sua sponsorizzazione diretta) che al Commissariato piazzavano personale per intervento del segretario regionale Antonio Fantini, di Pasquale Giuditta, un deputato sposato con la sorella di lady Mastella, dell'ex assessore regionale all'Ambiente Ugo De Flaviis poi cacciato dal Campanile ("Pago per le nomine non fatte", disse De Flaviis) e dell'ex sottosegretario all'Agricoltura nel governo D'Alema, Nello Di Nardo, dal 2006 coordinatore nazionale degli eletti dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Ancora più folta ovviamente è la pattuglia dei raccomandati dal Partito democratico (Ds e Margherita). A parte i nomi che recano vicino la dicitura 'Presidenza' (leggi Bassolino), dietro ai quali si celano non solo tecnici considerati di area di centrosinistra, ma anche raccomandati dal centrodestra (tra i dipendenti c'è per esempio la nipote di un consigliere regionale di Alleanza nazionale), nella colonna degli sponsor appare il nome del ministro dell'Innovazione Luigi Nicolais, del sindaco di Ercolano (politicamente uomo di Nicolais), Nino Daniele, del leader dei rutelliani in Campania, Antonio Villari e dell'ex subcommissario ai rifiuti ed ex assessore al Comune, Massimo Paulucci. Non è tutto. La lista prosegue citando spesso il capogruppo dei Ds in Regione, Antonio Amato, il fedelissimo di De Mita Antonio Valiante, l'assessore comunale Giorgio Nugnes e Andrea Losco, oggi eurodeputato rutelliano, ma un tempo commissario ai rifiuti e presidente di Regione, dopo l'esponente di An, Antonio Rastrelli (i nomi degli uomini di Rastrelli vengono indicati nell'elenco con la dicitura '99').

Adesso con i rifiuti di nuovo per le strade, il clima di consociativismo politico che ha reso possibile l'ennesima emergenza non sfugge ai campani, che scendono in piazza per protestare. E a farne le spese sono un po' tutti. Chi tenta di bloccare la polizia e i funzionari di De Gennaro ormai non fa più differenze di colore di casacca. Ne sa qualcosa Pietro Diodato, consigliere regionale di An e membro della commissione Ambiente, celebre a Napoli per una serie di denunce contro gli sprechi della giunta comunale di Rosa Russo Iervolino. Diodato con la spazzatura ci è cresciuto. I suoi nonni fino a vent'anni fa trasportavano con i loro camion la monnezza nella discarica privata di Pianura, quella che De Gennaro avrebbe voluto riaprire e che invece ospiterà solo un sito di stoccaggio per ecoballe. Oggi Diodato nel quartiere dove è nato e cresciuto ci può mettere piede solo a suo rischio e pericolo. Ai primi di febbraio la folla inferocita ha bruciato un grande distributore di benzina a forma di camion da poco aperto da sua nipote e la sua sede elettorale. Agli abitanti, che inizialmente si muovevano in massa assieme a ultras del Napoli e gruppi di figli di camorristi in motorino, non era andata giù un'intervista in cui Diodato si mostrava possibilista sull'utilizzo della discarica e soprattuto un emendamento da lui presentato in occasione della discussione della legge regionale sui rifiuti. Cosa proponeva Diodato? Semplicemente che i capannoni vicini alla discarica potessero essere utilizzati per ospitare impianti per la separazione della spazzatura. "La mia intenzione era solo quella di creare dei nuovi posti di lavoro", assicura il consigliere di An. Ma per i manifestanti il fatto che sulla strada diretta ai capannoni, dove ci sono già altri distributori, i famigliari di Diodato avessero aperto una pompa proprio della marca di carburanti con cui è convenzionata l'azienda comunale della nettezza urbana, era diventata la prova di come anche lui sulla monnezza ci volesse marciare. Diodato, ovviamente nega, ma intanto si trova a fare i conti con il nemico in casa.

Il vero leader della protesta di Pianura è infatti il consigliere comunale Marco Nonno, un fascista di altri tempi che sull'auto tiene appiccicato un adesivo che avverte: 'Balilla a bordo'. Suo fratello è stato condannato a 14 anni di carcere per aver sprangato a morte, sul finire degli anni '70, un ambientalista, lui però è fatto di altra pasta e anche se adesso è nei guai per aver tentato di vendere via Internet una vecchia mitragliatrice da guerra, respinge le accuse di chi lo segnala come uno dei fomentatori degli scontri: "Non ho pagato nessuno dei manifestanti e soprattutto non ho fatto affari loschi. Con quelli che hanno costruito intorno alla discarica non ho niente da vedere". Una precisazione d'obbligo, visto che tra i primi nemici della discarica, oltre che gli abitanti, ci sono gli imprenditori legati alla camorra che hanno edificato palazzine abusive il cui valore crollerebbe se qui arrivassero i rifiuti.

In Campania del resto funziona così. Pensi alla monnezza e spunta il politico. Anche quello che non ti aspetti. Persino Paolo Russo, il parlamentare di Forza Italia che insieme al senatore di Rifondazione Tommaso Sodano nella passata legislatura fece luce su molti degli affari sporchi legati alla gestione del business ambientale, ha vicino a lui chi fa soldi con la spazzatura. Il fratello del suo assistente parlamentare compare nella compagine societaria di tre aziende interessate nella gestione del ciclo dei rifiuti. Mentre la Ecocampania, specializzata in raccolta, faceva capo al segretario provinciale dell'Udeur di Caserta, Nicola Ferraro, poi arrestato dalla Procura di Santa Maria Capua a Vetere. Sempre di rifiuti, tramite quattro società al quale è stata tolta la certificazione antimafia per condizionamenti da parte del clan dei Casalesi, si occupa anche il fratello di Nicola Marrazzo, consigliere regionale e segretario provinciale di Napoli dell'Italia dei Valori.

Ma è andando a Caserta che il continuo conflitto d'interessi, o meglio gli interessi che intrecciano il business ambientale con la politica, diventano ancora più evidenti. Qui, secondo i pm antimafia, la facevano da padrone aziende di smaltimento dei fratelli Orsi, due imprenditori legatissimi al presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, e al deputato di Forza Italia Nicola Cosentino, un ex socialdemocratico più volte candidato dagli azzurri nonostante la parentela acquisita con il boss Peppe Russo, detto ''o Padrino'. Gli Orsi erano in costante contatto con il segretario particolare di Landolfi, ora arrestato, ma visto che si trattava di gente dai forti ideali, quando al governo c'era finita la sinistra si erano iscritti ai Ds per intercessione del consigliere regionale Angelo Brancaccio. Poi anche Brancaccio è finito in manette. E una volta scarcerato, l'ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, lo ha voluto con sé come vice segretario regionale dell'Udeur.

Il riciclaggio, almeno a livello politico, in Campania, nonostante tutto funziona.

Articolo di Peter Gomez riportato nell’ Espresso del 14 febbraio 2008
Hanno collaborato Mario Fabbroni, Claudio Pappaianni e Raffaele Sardo

Due documenti davvero molto forti sulla emergenza rifiuti in Campania

Questo pomeriggio, passeggiando per il centro storico di Rieti ho notato che in piazza vi erano due grandi eventi: un intervento di Fausto Bertinotti e un piccolo banchetto, defilato in fondo alla stessa, nel quale gli amici di Beppe Grillo di Rieti parlavano della gestione dello smaltimento dei rifiuti nella loro piccola cittadina.

Subito sono stato attratto dalla carica politica di una persona e così sono andato a conoscere il promotore del movimento “Amici di Beppe Grillo di Rieti”, Tullio Ciogli.
E’ stata una chiacchierata piacevole e costruttiva.

Tullio si lamentava in quanto, anche in un piccolo centro come Rieti, non era mai partita la raccolta differenziata e mi ha spiegato come trattamenti alternativi (tipo il TMB: Trattamento Meccanico Biologico) per lo smaltimento dei rifiuti sono ormai delle realtà in alcune parti della nostra nazione.

Davvero complimenti a Tullio Ciogli per la sua passione e per il suo alto senso civico.

Ora torniamo a noi!

Voglio sottoporre alla vostra attenzione due documenti molto forti.

Il primo è un articolo di Peter Gomez riportato nell’ Espresso del 14 febbraio 2008.

“Leggendo la lista, di cui L'Espresso è riuscito a ottenere una copia, diventano, riga dopo riga, chiare le responsabilità di un'intera classe politica: non solo dei bassoliniani del Partito democratico che governano la regione, ma anche dell'opposizione di centrodestra che all'ombra del Vesuvio ha partecipato e partecipa con passione all'immondo banchetto della spazzatura”.

Il secondo documento è la puntata del programma Report andata in onda il 7 marzo 2008, intitolata Terra Bruciata, di Bernardo Iovine.

“In Campania ci sono 2.551 siti potenzialmente contaminati, il doppio della Lombardia che ne ha 1.300, la maggior parte sono concentrati tra le province di Napoli e Caserta, nella piana campana, dove le falde acquifere, sia quella superficiale che quella profonda, sono inquinate da sversamenti di liquidi pericolosi e cancerogeni.”

collegatevi al sito: www.report.rai.it/
Cliccate sull’icona “Puntate”
Cliccate sull’icona “Video” della puntata “Terra Bruciata

In verità non volevo inviarveli perché davvero penso che siano due documenti che possono far crescere in voi quel senso di rabbia, frustrazione e impotenza verso tutto quello che sta accadendo nella nostra terra in questi anni e un senso di sfiducia verso le istituzioni campane.

Poi ho pensato che la “non informazione” non risolve i problemi della nostra regione.

Consiglio, e non scherzo, la visione della trasmissione Report, solo a coloro che non sono facilmente impressionabili (dopo la visione nasce in tutti noi un senso di allarmismo).
Aspetto le vostre riflessioni

Luigi Esposito

sabato 15 marzo 2008

Superimpianto israeliano ricicla e trasforma i rifiuti non differenziati

E' unico al mondo. Gestito da tecnici laureati, separa i materiali con la forza dell'acqua e li trasforma in energia e in fertilizzanti.

Senza la raccolta differenziata, ossia la separazione dei vari componenti come plastica, vetro, "umido" e così via, l'immondizia non può essere smaltita, bruciata, riciclata. É il dogma. Ma è poi vero? Gli israeliani dicono di no. E lo dimostrano. Hanno infatti allestito a poca distanza da Tel Aviv un mega impianto che riceve ogni giorno da 800 camion ben 2700 tonnellate di rifiuti indifferenziati (come dire. la: capacità di smaltire e trasformare tutti i rifiuti finora accumlati in Campania) e, provvedendo alla separazione dei materiali che li compongono, ricicla e valorizza tutto - plastica, vetro, legno, metalli, umido - ottenendo inoltre fertilizzanti, metano, biogas, energia elettrica. Grazie allo spirito di iniziativa e al ricorso all'innovazione e alla tecnologia più avanzata, gli israeliani sono insomma riusciti a trasformare i rifiuti indifferenziati in un tesoro, autentica fonte di ricchezza.

Tutto il contrario di quello che succede a Napoli e in Campania, dove da mesi e mesi (anni) l'immondizia è un dramma senza soluzione. Il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino e il governatore della Campania Antonio Bassolino farebbero dunque bene a fare una bella gita turistica in Israele. Dovrebbero recarsi, per l'esattezza, a Hiriya, una località nella piana del fiume Aylon, vicino all'aeroporto Ben Gurion, nella regione che comprende Tel Aviv e altre 17 municipalità per un totale di circa tre milioni di abitanti. Lì, esiste la discarica del Gush Dan, la più grande del Paese, una vera e propria montagna di immondizia che copre un'area di ben 450 mila metri quadrati e supera i 60 metri d'altezza.

Aperta nel 1952, questa discarica è rimasta attiva per quasi mezzo secolo accumulando 16 milioni di metri cubi di immondizia. Poi, nel 1998, è stata chiusa. Qualche tempo dopo le autorità della regione hanno deciso di trasformarla in un grande parco pubblico, l'Ayalon Park, impegnandosi a raggiungere l'obiettivo entro il 2020.

Non si poteva però costruire un grande giardino sopra i rifiuti, lasciandoli così com'erano. È stato così elaborato un piano per trattarli e riciclare il materiale estratto di un certo interesse. Affidandosi alla tecnologia, gli israeliani hanno così allestito ai piedi della montagna di spazzatura tutta una serie di impianti per lavorarla.

«Lo smaltimento pianificato»,. dice Marco Cattaneo che si è recato a Hiriya per conto del mensile "Le Scienze" «è iniziato nel 2000 e oggi i camion fanno la spola fra la montagna di rifiuti e i vari impianti dove vengono appunto scaricate 2700 tonnellate di materiale al giorno.

Nell'impianto di trattamento biologico principale, gestito dall'azienda pubblica Environmental Service Company (ESC), la spazzatura viene scaricata in una gigantesca vasca colma di acqua dove i materiali leggeri che galleggiano, come la plastica, la carta e il cartone, le bottiglie di vetro o le lampadine, vengono separati da quelli pesanti, come i metalli, che si depositano sul fondo, e sono recuperati per essere riciclati. Dopo aver eliminato le sostanze inorganiche, restano nell'acqua i rifiuti organici. Tutto, a questo punto, passa in una serie di altre vasche, dove appositi filtri provvedono a separare il materiale biologico dall'acqua. n primo viene utilizzato come fertilizzante, mentre l'acqua, ormai depurata, in parte riconfluisce nella prima vasca per dare il via a un nuovo ciclo di lavorazione e in parte viene destinata all'irrigazione dei terreni.

C'è poi un impianto di gassificazione, costituito essenzialmente da un silos dove l'immondizia viene portata a 800 gradi producendo syngas che in parte è utilizzato per alimentare il sistema e, per il resto, è destinato a produrre corrente elettrica. Mentre si sta allestendo una struttura per il trattamento degli pneumatici, esiste poi un impianto per le aree umide costituito da cinque grandi vasche in cui piante acquatiche come le ninfee e i papiri hanno il compito di depurare le acque di scarico, assorbendo il materiale organico con le loro radici».

Ma non è finita. Oltre a un impianto che riceve e separa i materiali come mattoni, tegole, legnami, esistono infine, sparsi per tutta l'area, 63 pozzi dove viene raccolto il biogas prodotto dai materiali interrati, producendo 4 megawatt di potenza che vanno ad alimentare un'azienda tessile a qualche chilometro di distanza».

Gli israeliani, insomma, sono riusciti a trasformare una montagna di rifiuti indifferenziati - ripetiamo, indifferenziati - in una piccola miniera d'oro che tra qualche anno si trasformerà nel più grande parco pubblico del Paese.

Il segreto di questa straordinaria impresa? Lo spirito di iniziativa e il ricorso a una tecnologia innovativa, anzi d'avanguardia. Non a caso dei 100 dipendenti dell'ESC, che è pur sempre l'azienda municipale della nettezza urbana, 30 sono laureati e 42 diplomati. E non a caso Israele è il primo Paese al mondò per investimenti nella ricerca, con 4,8 per cento del PIL, di cui il 3,25 per cento dalle imprese.

Un'ultima annotazione: gli australiani hanno copiato gli israeliani, allestendo un impianto simile a quello di Hiriya nel loro Paese. Quando toccherà alla Campania?


Libero 24/02/2008 -
Articolo di Gaspare Di Sclafani

UN ATTO CONCRETO CONTRO L'EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA: CHIEDIAMO IL RISARCIMENTO DEI DANNI !

Mentre i politici ci riempiono di chiacchiere, dopo essersi arricchiti con il business dei rifiuti, la cittadinanza muore: l'aria è irrespirabile, l'acqua e la terra sono contaminate.

Viviamo in mezzo alla “munnezza”.

La popolazione della Campania è vittima di un disastro ambientale!

I RESPONSABILI DEVONO PAGARE !!

Tutti i cittadini residenti in prossimità dei cumuli di immondizia, non raccolta per mesi, hanno diritto al risarcimento dei danni: alla salute, all'immagine, patrimoniali e morali.

L'Associazione Antiusure dà voce ai disagi dei cittadini campani: iscriviti e firma anche tu per le maxi-cause di risarcimento contro le Amministrazioni.
Per informazioni invia una email all'indirizzo: posta@antiusure.org

Per aderire, iscriversi e firmare, vieni presso le sedi locali di Antiusure (nei giorni indicati):

-NAPOLI:
c/o Studio Legale Avv. G. Bozzelli e Avv. F. Galateri di Genola, Centro Direz. is.F11 (tel/fax:0817345601 solo il venerdì pom.)
c/o Avv.ti C. Ippolito e S. Branno, via A. Poerio n.32, (tel/fax:0816580139 il mercoledì)
c/o Dott.Comm. S. Penne via P. Colletta n.35 (tel/fax 081282277 il martedì)

-CERCOLA – S.GIOVANNI – PONTICELLI – BARRA – S.SEBASTIANO:
c/o Avv. M. Tucci, via V. Wolf n.12 (tel/fax:0815551198 il martedì)

-GIUGLIANO:
c/o Avv. V. Cimmino, tel./fax: 0818341242.

-MUGNANO-MARANO:
c/o Associazione Giuseppina Bianco (Sig. Palladino ref.360268405)

-CASORIA – CASALNUOVO – FRATTAMAGGIORE:
c/o Avv. Stefano Serao C.so Umberto I n.234 Casalnuovo (tel/fax:0815222258 il giovedì)

-ISCHIA:
c/o Avv. Luisa Di Meglio, piazza S. Rocco n.10 Barano (tel/fax:081990184 il lunedì)

-SANTA MARIA C.V:
c/o Associazione Onlus Il Faro (Luigi Iodice ref.3930516219)

-AVERSA:
c/o Associazione Diritti e Libertà (pr.Avv. Ivo Ferrara ref.3492911093) via Belvedere n.145 Aversa


Gianluca Bozzelli

Nasce il sito per monitorare la campagna elettorale

Il sito internet di Radio Radicale e il Centro d'ascolto dell'informazione radiotelevisiva hanno lanciato oggi il sito Conoscere X deliberare per il monitoraggio della campagna elettorale 2008

Grazie alla sinergia tra i servizi di informazione di interesse pubblico offerti dai due soggetti della galassia radicale, ogni giorno potranno essere confrontati gli eventi della campagna elettorale, pubblicati in audiovideo nella loro integralità senza alcuna mediazione giornalistica, e la loro rappresentazione sui telegiornali.

Sarà accessibile anche il calendario, che consente di avere uno sguardo sui principali avvenimenti, e di poter ricostruire la campagna giorno per giorno.

Si potranno selezionare eventi in audiovideo e notizie dei telegiornali per ogni candidato premier, coalizione o partito politico candidato alle prossime elezioni.

Possibile anche l'interazione da parte degli utenti, che potranno pubblicare video, interventi e segnalazioni attraverso Fai notizia, il sito di giornalismo partecipativo di Radio Radicale.

Fin dal 1976 Radio Radicale ha documentato la vita politica italiana integralmente e senza filtri. Questa linea editoriale ha consentito di rendere disponibili online 114.848 audiovideo, 147.066 oratori, 4.276 organizzazioni, 19.336 sedute del Parlamento, 6.501 processi.

Il Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva nasce il 20 febbraio del 1981 da un'idea di Marco Pannella. Dagli inizi degli anni '80 ad oggi, il Centro d'ascolto ha ininterrottamente schedato e archiviato tutti i notiziari e le trasmissioni di informazione delle televisioni nazionali. Dal 2006 pubblica una rassegna video online di tutti i telegiornali delle reti televisive nazionali.

Diego Galli
Responsabile del sito internet
Radio RadicaleVia Principe Amedeo, 2
00185 Roma
Email internet@radioradicale.it
http://www.radioradicale.it

Centrale a turbogas di Vigliena

Venerdi 29 Febbraio 2008, sulla rete "Tele A Piu'” è andata in onda il talk show Municittà.L’argomento di tale puntata è stato:
"La centrale a turbogas di Vigliena e tutte le bombe ecologiche che l'affiancheranno".
In studio, oltre ad amministratori locali e cittadini, sono stati presenti il prof. Giuseppe Comella (oncologo dell'Ist. Pascale) e il prof. Salvatore Morriale, esponente del Comitato Civico S.Giovanni che lotta contro la realizzazione della centrale nel cuore della città di Napoli.
Invitiamo tutti a diffondere il più possibile questa comunicazione.
La puntata è riportata al seguente link:

http://www.municitta.com/html/modules.php?name=Filmati

Una volta entrati nel sito cliccare su: “Municittà 29 febbraio 2008 Centrale Vigliena”.

Solo pochi giorni fà abbiamo avuto la notizia della nomina del presidente della commissione che la VI municipalità si era impegnata ad insediare NOVE MESI fa.
Nel documento stilato dal Consiglio Straordinario della Municipalità, convocato con 1500 firme raccolte tra i cittadini del quartiere (primo caso in Italia), si diceva che tale commissione avrebbe impiegato solo 3 mesi, dopo aver analizzato attentamente il caso, per esprimersi a riguardo della costruzione della centrale.
I tre mesi scadevano ad agosto 2007. Invece, sono trascorsi più di 9 mesi solo per nominare il suo presidente. L'ennesima vergogna registrata ai danni dei cittadini.


05 marzo 2008
Antonio Trotta
Comitato Civico S.Giovanni contro la turbogas

http://www.napoliestnoveleni.it/

venerdì 14 marzo 2008

ORA BASTA!

Appello ai cittadini con alto senso civico

ORA BASTA!

Siamo un gruppo di giovani professionisti e imprenditori meridionali. Siamo amareggiati, avviliti e scoraggiati per quanto è avvenuto e sta avvenendo nella nostra terra. È da mesi che continuiamo a dire: ora basta!

Ci siamo uniti per denunciare i problemi della nostra regione. Non ci siamo piegati alle logiche clientelari, non abbiamo accettato compromessi, non ci siamo mai abbassati o chinati al potere, non abbiamo mai dato ascolto a coloro che ci volevano mettere a tacere. Non ci siamo mai scoraggiati quando non ottenevamo i risultati sperati, non ci siamo esaltati nelle piccole vittorie quotidiane, ma abbiamo sempre lavorato con professionalità, fermezza, metodo, serietà e coscienza sapendo di fare qualcosa di buono per la nostra terra oltre che per noi stessi.

Non abbiamo ascoltato il canto delle sirene dei potenti che cercavano di zittirci.
Non abbiamo ascoltato coloro che ci dicevano che quello che facevamo era in controtendenza.
Non abbiamo ascoltato le mille voci che ci volevano distrarre dai problemi veri.

Abbiamo ascoltato le persone comuni, abbiamo fatto le nostre scelte seguendo le logiche del cuore e della razionalità. Abbiamo cercato di far dialogare le persone comuni con i “potenti”, ma abbiamo fallito perché la politica è rimasta sorda ai nostri richiami. Abbiamo urlato “basta!”, ma non siamo stati ascoltati, circondati da un muro di gomma creato ad arte per non far crescere e sviluppare le nostre idee.

In troppi pensano ancora oggi che i giovani meridionali siano del tutto compiacenti ai giochi dei potenti.Noi però non l’abbiamo mai accettato. È nel nostro quotidiano che abbiamo ricevuto i nostri successi, lottando giorno dopo giorno per vedere fiorire dei piccoli risultati sul territorio. Questo ci ha dato la forza per continuare le nostre battaglie e continueremo a denunciare tutto ciò che non funziona nella nostra terra. Perciò diciamo:

Ora basta!
Ad una classe politica e a dei partiti che sopravvivono boccheggiando alle loro responsabilità e ai processi che li vedono coinvolti giuridicamente e penalmente;

Ora basta!
Ai partiti che, sulla spinta di rinnovamento chiesto dall’opinione pubblica, cambiano i loro nomi ma non le loro facce;

Ora basta!
Ad una classe dirigente che non riesce a dare risposte alla società civile e che fa da tappo ai giovani professionisti e imprenditori, cercando addirittura di spegnere il loro slancio e il loro entusiasmo;

Ora basta!
Al dramma dell'emergenza rifiuti che altro non è che la punta di un iceberg di un sistema che è imploso, che ha deciso di non decidere, che ha deciso di barattare il futuro della comunità, il nostro futuro per il tornaconto personale.

Noi siamo pronti a risollevare le sorti del nostro meridione. Siamo professionisti e imprenditori pronti a riversare le nostre energie e le nostre idee nella nostra terra. Molti dei nostri amici e colleghi hanno deciso di abbandonare la nostra terra e stanno esprimendo le loro potenzialità aldilà del Tevere: hanno gettato la spugna e si sono arresi alla necessità. Molti di loro ci vorrebbero fuori, ci direbbero, alla Eduardo, “Iatevenne”. Ma da noi non ascolteranno mai la frase “Iammuncenne", non abbandoneremo mai moralmente la nostra terra! Noi non intendiamo mollare.

Ora basta !
Il nostro momento è venuto. La casta è chiusa a riccio per proteggersi dalla minaccia. È ora per noi di dimostrare che il nostro momento è venuto e che la soluzione non è lasciare questa terra abbandonata a sé stessa e ai lazzaroni, ma piuttosto affidarla ai suoi figli più laboriosi, colti e motivati per fare crescere una terra con le potenzialità più grandi dell’Europa.

Una cosa è certa: noi non molleremo e continueremo il nostro lavoro guardando alle cose concrete. Non spegneremo il nostro entusiasmo e continueremo a difendere la nostra Campania.

Chi è con noi?

Gli amici di VivaCampaniaViva

LA NOSTRA DISERZIONE ELETTORALE

Cari amici,
pubblico una lettera arrivata alla nostra redazione dagli amici del sito "a margine".
Sono dell'idea che bisogna andare a votare in quanto l'astensione o la scheda bianca non risolveranno mai le problematiche del nostro Paese ma daranno solo la possibilità, a chi governa, di poter continuare a gestire le leve del potere.
Qualora non si volessero appoggiare i soliti partiti, si possono sempre votare le numerose liste civiche presenti nel nostro panorama politico.
A tal proposito posterò anche una lettera scritta alcuni giorni fà e mai pubblicata sul mio blog.
Pubblico, comunque, con molto piacere, la lettera dei miei amici del sito "a margine".
Vi esorto ad andare a visitare anche il loro sito ricco di articoli di spessore.
Cordiali saluti,

Luigi Esposito


LA NOSTRA DISERZIONE ELETTORALE

“soldato che fugge è buono per nuova guerra”
Negli ultimi tempi siamo stati sommersi da indagini sociologiche che ci hanno comunicato, all’ingrosso, l’insoddisfazione di tre quarti dell’umanità e la gioia e la prosperità dell’altro quarto.
La politica è , però, rimasta indifferente alle questioni del vivere poste dalle popolazioni su scala nazionale e planetaria, confinata com’è nel ruolo di amministrazione e management, conforme, più che mai, al reale e alle sue gerarchie di potere consolidate. La sua unica preoccupazione, che unisce tutte le rappresentanze , da quelle di destra ,di centro e di sinistra a quelle cosiddette alternative, è stata (e continua ad essere) cancellare ogni soggettività non integrabile, con l’unico fine di “piacere alla gente che conta”(ovviamente per la “democrazia” e il “progresso”).

I disastri su scala locale e planetaria sono sotto gli occhi di tutti e hanno interessato i vari ambiti della vita: ambiente, rapporti sociali ed economici, stato psicologico e mentale delle persone.

Popolazioni ed individui sperimentano gli effetti della GRANDE POLITICA DELLO STATO DEMOCRATICO DI SVILUPPO, quando viene loro estorta la salute, il lavoro, il semplice fatto di vivere. La grammatica del potere ha subìto una trasformazione da quando si è fatta carico della vita , e non solo più della morte, di milioni di individui, divenendo dominio essenzialmente NORMALIZZATORE, fatto questo relativamente recente. Allora la vecchia idea del sovrano ha riacquistato una propria modernità , quando, in nome della sicurezza e dello sviluppo economico, del benessere sociale e dell’unità del paese, ha mirato ad eliminare il conflitto dal suo codice genetico, nel tentativo di legittimare l’esercizio del potere di vita e di morte derivante da un diritto esclusivo autoconferito.

L’essere di parte, l’esplosione dei conflitti sociali, di “classe”, razziali, delle minoranze e le appropriazioni ed usurpazioni di territori, sono divenuti solo ACCIDENTI, episodi, parentesi entro il ciclo della “governabilità”, inesistenti, quindi, nella loro consistenza originaria. LA NORMA è altra cosa. E’ LO STATO, LA SOCIETA’: naturalmente, e solo nel caso della trasgressione, LA FORZA e “la guerra”, interna o esterna e sempre presenti, ripristinano l’ordine.
E tuttavia, la politica che viene vede contrapposti lo STATO DA UNA PARTE e INTERE POPOLAZIONI DALL’ALTRA: il caso dei rifiuti in Campania ne è il segno.
Le forze che resistono “contro questo potere…,fanno leva proprio su quello ch’esso prende in considerazione – cioè sulla vita e sull’uomo in quanto essere vivente. Dal secolo scorso le grandi lotte che mettono in discussione il sistema generale di potere non si fanno più in nome di un ritorno agli antichi diritti e in funzione del sogno millenario di un ciclo dei tempi e di un’età dell’oro. Non si aspetta più l’imperatore dei poveri, né il regno degli ultimi giorni, e nemmeno il ristabilimento di giustizie ritenute ancestrali; quel che si rivendica è la vita intesa come bisogni fondamentali, essenza concreta dell’uomo, realizzazione delle sue virtualità, pienezza del possibile. Poco importa che si tratti o no di utopie: abbiamo a che fare qui con un processo reale di lotta ; la vita come contenuto politico è stata in un certo qual modo presa alla lettera e capovolta contro il sistema che cominciava a controllarla diventando, molto più del diritto, la posta in gioco delle lotte politiche, persino laddove finalizzate alla conquista di diritti.

L’ affermazione del diritto al corpo, alla salute, alla felicità, alla soddisfazione dei bisogni, il diritto di ritrovare quel che si è e tutto quel che si può essere, al di là delle oppressioni o “alienazioni”, questo diritto , così incomprensibile per il sistema giuridico classico, diviene la replica politica a tutte le nuove procedure di potere…”. (Michel Foucault).

Appunto per questo intendiamo incamminarci nella direzione opposta ai seggi elettorali (peraltro impraticabili e maleodoranti perché ostruiti, in Campania, da cumuli di spazzatura) con la consapevolezza dei nostri molteplici stili di vita, ma soprattutto della nostra caparbietà a relazionarci direttamente, senza intermediazioni, fondata sul desiderio di indignarci ancora una volta, di dire a voce alta i nostri “no”, di adoperare resistenza verso una nomenklatura autoreferenziale.

Santa Maria Capua Vetere,
marzo 2008
Biagio, Bruno, Daniela, Deborah, Emiliano, Federico, Gerardo, Giovanni, Salvatore……
del sito http://www.a-margine.org/

giovedì 13 marzo 2008

PETIZIONE: un piano da rivedere su nuove basi di partecipazione popolare

Le associazioni ed i movimenti che sottoscrivono questo testo concordano nel ritenere priva di effettivo contenuto partecipativo la tardiva consultazione effettuata dal Comune di Napoli presso le realtà di base della società civile ed avente per oggetto il piano per la promozione della raccolta differenziata; una procedura completamente estranea alle forme di partecipazione stabilite dalla legislazione nazionale ed europea, effettuata a piano già definito, senza garantire ai cittadini i tempi necessari ad approfondire la proposta della giunta comunale ed a produrre osservazioni organiche e puntuali da discutere in città e nel consiglio comunale.

Al giudizio negativo su queste carenze di metodo, deve aggiungersi un giudizio negativo nel merito della struttura del piano e delle scelte ivi contenute; già ad una prima lettura, il documento comunale si presenta come un insieme di “linee guida”, privo pertanto delle necessarie specifiche, proprie di un vero piano, in tema di modalità organizzative della raccolta, finanziamenti, tempistica e priorità operative, con obiettivi assolutamente inadeguati alla situazione di emergenza regionale.

Rinviando ai documenti prodotti dalle singole associazioni firmatarie una critica argomentata delle singole parti del testo, riteniamo sufficiente stigmatizzare i seguenti punti:

1. la mancata adozione di provvedimenti d’urgenza per la riduzione dei rifiuti prodotti (ordinanze per il recupero degli imballaggi presso la grande distribuzione ed il divieto temporaneo di vendita dei prodotti monouso, di acqua in bottiglie di plastica, etc.)

2. gli obiettivi di piano relativi alle percentuali medie annue di raccolta differenziata progressivamente conseguibili, inaccettabilmente bassi, sia in rapporto agli obblighi di legge, sia alla luce dei risultati conseguiti in analoghe esperienze nazionali ed europee

3. le quote di popolazione cittadina interessate progressivamente dalla raccolta differenziata “integrata” (leggi “porta a porta”) che il piano stima annualmente di poter raggiungere, sottodimensionate in rapporto alla forte sensibilità diffusa dei cittadini ed inadeguate a garantire una massa critica sufficiente ad un efficace avvio e diffusione del processo

4. l’insufficienza delle quote di rifiuto umido da raccogliere ed avviare al compostaggio, nonché l’inadeguatezza degli impianti di compostaggio industriale previsti e l’assenza di riferimenti alla possibile riconversione ad hoc degli impianti di CDR esistenti ed al ruolo del compostaggio diffuso a piccola scala (abitazioni: grandi condomini; mense aziendali, ospedaliere, scolastiche, etc.)

5. la mancata definizione di adeguati incentivi economici e agevolazioni tariffarie ai cittadini che pratichino con successo la raccolta differenziata domiciliare ed avviino pratiche di compostaggio domestico e condominiale

6. la mancata definizione di un reale processo di partecipazione e controllo popolare su tutte le fasi del processo, con una tracciabilità integrale e verificabile del rifiuto dalla raccolta all’effettivo riciclaggio

Per questi motivi, già espressi dalle singole associazioni e movimenti nei rispettivi comunicati stampa emessi in questi giorni, riteniamo inemendabile la proposta di giunta che viene oggi sottoposta alla discussione in consiglio comunale; giudichiamo infatti che singole modifiche non possano cambiare la struttura di un documento troppo generico e complessivamente inadeguato a garantire una effettiva svolta rispetto alle attuali politiche di gestione dei rifiuti incentrate sull’incenerimento, e che di esso è possibile soltanto auspicare l’approfondimento e la revisione partecipata in fase attuativa.

Consideriamo quindi che l’unica richiesta avanzabile al consiglio comunale sia quella di garantire, attraverso una specifica integrazione al testo in discussione, la partecipazione effettiva dei cittadini alle successive fasi di definizione e gestione del piano.

Le associazioni ed i movimenti cittadini, in accordo con le direttive europee e nazionali, chiedono di condividere la gestione del piano della raccolta differenziata, quali soggetti partecipanti all’analisi dei dati e dei risultati in fase di attuazione e quali interlocutori attivi delle modifiche in itinere da attuarsi, con incontri periodici di valutazione, riscontro e discussione con le amministrazioni.

Napoli, 6 marzo 2008

L'incontro del Comitato Salute Ambiente e Territorio della X municipalità con il presidente dell'Asia Losa

Il presidente della municipalità Balzamo era impegnato in consiglio per cui si è fatto senza di lui - e questo ha provocato il disagio di avere un solo interlocutore innescando il classico scaricabarile per cui se parli con l'Asia ti dice "dipende dalle istituzioni" se parli con le istituzioni ti dicono "dipende dall'Asia".

Innanzitutto è stato chiesto a Losa di poter partecipare all'individuazione dei 100mila che partiranno subito con la raccolta porta a porta (subito? poi scrivo anche di questo). Visto che il comitato ha già fatto un lavoro di sensibilizzazione sul territorio raccogliendo la disponibilità di condomini si voleva offrire all'Asia questo elenco in modo da accelerare i tempi. Losa dice che sicuramente nella scelta dei 100mila si tenderanno a privilegiare i cittadini già sensibili in modo da rendere più efficace l'operazione...PERO' la scelta dipende dalle istituzioni politiche.

L'Asia potrà dare un parere tecnico a seconda della fattibilità nei territori ma il barile è scaricato all'assessore, in sostanza (comunque ci ha rassicurato che lo stesso Mola vuole coinvolgere le associazioni, per la riuscita del piano... noi infatti dormiamo sereni) Losa ci ha detto alcuni dati sui progressi della raccolta differenziata e gli incrementi sono incoraggianti, dice che bisogna approfittare di questa disponibilità dei cittadini.

Pare che nel Febbraio 2008, rispetto a quello dell'anno scorso, è stata conferita una quantità doppia di materiale tipo plastica-alluminio, passando da circa 490 tonnellate a circa 900.E anche per la raccolta dei cartoni dei negozi si è avuto un incremento del 30% rispetto al Febbraio dell'anno scorso.

Qui apro una parentesi: pare che di questa raccolta dei cartoni dai negozi si occupino a seconda della zona l'Asia oppure l'ente di bacino Napoli 5 - a Bagnoli-Fuorigrotta e Soccavo-Pianura la competenza è del bacino Napoli 5. In pratica l'Ascom o la Confcommercio, a seconda della categoria del negozio, hanno mandato le famose locandine "questo negozio non rompe le scatole, le ricicla" dando disposizioni per conferire i cartoni alla chiusura o piegati vicino ai cassonetti o vicino alla serranda... ma ai negozianti non piace lasciarli vicino alla serranda perchè temono incendi. Comunque loro chiudono alle 20:30 e la raccolta dovrebbe avvenire circa un'ora dopo.

Tornando al discorso della collaborazione coi cittadini, loro non hanno difficoltà a immaginarla - parole di Losa - ma poi nel concreto bisogna capire fino a che punto i cittadini possono stare col fiato sul collo.

Il comitato ha chiesto di aprire nella municipalità un ufficio decentrato con un funzionario dell'Asia e uno delle istituzioni, con poteri decisionali, in modo da avere un referente diretto con cui interfacciarsi, senza dover rincorrere sempre i vertici centrali che rimandano all'infinito gli incontri. Questo ufficio-sportello dovrebbe essere, nell'ottica del comitato, un modo per avvicinare ai cittadini la gestione del territorio, in modo che un eventuale malfunzionamento possa essere segnalato e risolto tempestivamente e si possa verificare passo passo l'attuazione del piano.

Losa dice che ne parlerà domani con l'assessore Mola e appena possibile con Balzamo - con cui si deve verificare anche il regolamento della municipalità e come è previsto l'intervento delle associazioni...io non so nulla della Consulta, qualcuno ci illumina? - ma lui è scettico, teme che possa costituire un intralcio.

Tra Asia e comune sono impantanati nella burocrazia ma se si cerca di formalizzare un controllo da parte dei cittadini ci si preoccupa del rallentamento. Losa dice anche che già ora l'Asia ha dei funzionari responsabili della gestione per distretto e per area. I distretti coincidono con le municipalità e quindi sono 10, il responsabile per Bagnoli-Fuorigrotta è il dott. Cavero, con sede in via Marco Polo. Le aree sono tre e coprono quindi ciascuna un terzo del territorio del comune, in particolare la X municipalità come pure Soccavo Pianura Chiaia Posillipo cadono nel regno di tale Lauria.

Abbiamo chiesto i tempi in cui prevede di far partire la raccolta porta a porta, glielo abbiamo chiesto più volte ma l'unico riferimento temporale che ci ha dato sono le scadenze del piano. Dopo la delibera l'Asia ha 15 giorni per elaborare il piano industriale e poi 15 giorni per il contratto di servizi tra azienda e amministrazione. Dopo di che si devono fare gli appalti per il materiale ecc.

Altra notizia riguarda le isole ecologiche, in quattro municipalità sono già state individuate e in parte appaltate:
- Scampia- Ponticelli- via Pigna (l'area però è bloccata perchè deve essere rimosso dell'amianto che è stato portato lì dopo che si era deciso di fare l'isola ecologica)- colli Aminei- Ponti Rossi
Altrove sono in corso delle verifiche, come per l'area di fronte al Med o l'area del porto vicino Parco Marinella.

Comitato Salute Ambiente e Territorio X Municipalità
Assise Cittadina per Bagnoli

COMUNICATO STAMPA della Rete Campana Salute ed Ambiente

La Rete Campana Salute ed Ambiente ritiene assolutamente privo di ogni reale contenuto partecipativo il piano comunale per la raccolta differenziata che la Giunta comunale di Napoli porterà oggi alla discussione del Consiglio; un provvedimento "blindato", chiuso ad ogni possibile modifica o integrazione dei cittadini, come ha ribadito più volte l'assessore Mola in questi giorni ("questo è l'unico piano possibile per Napoli").

Solo a piano già chiuso, dopo aver abbondantemente discusso con le burocrazie delle associazioni degli industriali, dei commercianti e dei sindacati, spinto dalla mera esigenza di darsi un belletto "democratico", il Comune ha sentito la necessità di ascoltare le realtà di base dell'associazionismo civile e dei movimenti sociali; le quali, avendo chiesto di poter almeno visionare il piano, ne hanno avuto copia solo venerdì pomeriggio (tre giorni fa), con la pratica impossibilitá di produrre osservazioni mirate da discutere in consiglio comunale e nella città.

La Rete condivide questo giudizio con il Wwf, gli amici di Beppe Grillo, l'Assise di Palazzo Marigliano, il Comitato Allarme Rifiuti Tossici ed altre associazioni e realtà di base presenti alle recenti audizioni della Commissione Ambiente, mobilitate da anni per affermare una diversa politica dei rifiuti ed un nuovo piano regionale partecipato dalle popolazioni campane, incentrato sulla strategia rifiuti zero come alternativa ad inceneritori e megadiscariche.

Alla luce di una prima valutazione, la Rete giudica il piano un semplice assemblaggio di "buoni propositi" e minuziose banalità da manuale sulla raccolta differenziata, privo di specifiche concrete sul piano dei finanziamenti, dell'organizzazione, del coinvolgimento e del controllo popolare.

Nello specifico, la Rete considera ingiustificata la limitazione del programma di raccolta differenziata domiciliare a quote ristrette della città, con lenti tassi di espansione; così come giudica gli obiettivi che il piano si propone, relativamente alle percentuali di raccolta differenziata raggiungibili (22% nel 2008, 48% nel 2012), assolutamente inadeguati all'emergenza ambientale in corso, illegali in relazione agli obblighi minimi stabiliti dal d.l. 15272006 e dalla legge 196/2006 (che prevedono il 45% nel 2008 ed il 65% nel 2012), incoerenti con i tassi di incremento annui della raccolta verificati in tantissime situazioni nazionali ed europee dove è stata introdotta la raccolta domicilare (dalle esperienze della municipalità di Japigia a Bari a quelle del consorzio Priula in Veneto, si rilevano incrementi nel 20-30% annui, anziché il rachitico 6% medio fissato dal comune in base ad inverificabili prescrizioni dell’APAT).

Va inoltre rilevato che non si specificano le forme di incentivazione fiscale necessarie a premiare i comportamenti virtuosi (dall'adesione ai programmi di raccolta all'attivazione del compostaggio domestico e condominiale).

La Rete ritiene quindi di essere davanti all'ennesima messinscena del Comune di Napoli, che continua a rifiutarsi di promuovere una seria politica di riduzione, recupero e riciclo dei rifiuti; basti pensare che tutt'oggi, in attesa del piano, non sono stati emanati semplicissimi provvedimenti di urgenza per la riduzione dei rifiuti (ordinanze sindacali per il divieto di vendita per 6 mesi di monouso e bottiglie d'acqua in plastica, il ritiro degli imballaggi presso la grande distribuzione, etc.).

E’ quindi evidente, al di là delle belle parole e dei comodi distinguo di competenze, la volontà del Comune di Napoli di attribuire un ruolo marginale alla riduzione dei rifiuti, alla raccolta differenziata e al riciclaggio, affidando invece all’incenerimento la “soluzione finale” del problema.

Una volontà sostanziata dalla proposta comunale di affidare all’ASIA (cioè al soggetto organizzatore della raccolta differenziata) anche la gestione dell’inceneritore di Acerra, creando così un tragico conflitto di interessi che danneggerebbe le politiche di recupero della materia a favore di quelle del (falso) recupero di energia.

Un allineamento sostanziale con le politiche inceneritoriste deilla Regione e del governo nazionale, tanto più grave adesso che l’irresponsabile gabinetto Prodi ha autorizzato la combustione delle ecoballe fuori norma nell’impianto acerrano, in spregio alle norme nazionali ed europee per la tutela delle risorse ambientali e della salute.

Di fronte alla ottusa e criminale pervicacia delle Istituzioni e dei partiti a perseguire politiche contrarie al bene comune, la Rete ribadisce la necessità di promuovere la mobilitazione popolare, con il coinvolgimento di tutti i cittadini ed i soggetti impegnati a difendere la salute ed il territorio dall’affarismo e dal malgoverno.

Una nuova fase di pianificazione delle risorse territoriali e di gestione onesta, democratica ed efficace degli apparati pubblici di governo può nascere solo dalla insurrezione morale e politica delle persone e delle forze organizzate di base della nostra regione.

Napoli, 4 marzo 2008
Rete Campana Salute ed Ambiente

Frana in Penisola. La soluzione: restauro ambientale della cava dismessa e ripascimento duraturo delle spiagge

Domenica 9 marzo c.a. si è verificato l’ennesimo crollo di massi dal fronte instabile dell’ex cava di calcare che interessa tutto il versante incombente minacciosamente sulla Strada Statale Sorrentina, da Pozzano fino al Lido Bikini, a cavallo dei Comuni di Castellammare di Stabia e Vico Equense. La cava dismessa è tra le più vaste della Campania e non solo deturpa il paesaggio della penisola ma rappresenta una costante minaccia per i cittadini che transitano sulla sottostante strada che è l’unica che serve la costiera napoletana. Nel recente passato si sono verificati altri crolli con conseguenti gravi disagi per il traffico e l’economia locale; le difese attive realizzate sono inutili in quanto non riescono ad evitare che grossi massi si distacchino precipitando fin sulla sede stradale.
Partendo da queste considerazioni, alcuni anni fa eseguimmo una ricerca per valutare la fattibilità, dal punto di vista dell’impatto ambientale e socio-economico, di un intervento semplice, rapido ed efficace che consentisse di “acchiappare” i due classici piccioni con una fava. L’idea si basava sulla possibilità di realizzare una messa in sicurezza dell’enorme fronte di cava instabile mediante un terrazzamento che consentisse di ridurre l’inclinazione delle scarpate e conseguentemente di rivegetare il versante in modo da trasformare l’innaturale paesaggio dell’area di estrazione dismessa rendendolo simile al tipico paesaggio terrazzato di gran parte della Penisola. Tale semplice operazione metterebbe a disposizione un notevole volume di detriti calcarei, una parte dei quali andrebbe adeguatamente elaborata (arrotondata meccanicamente), del tutto simili ai sedimenti attualmente costituenti le spiagge sottostanti e di tutta la Penisola Sorrentino-amalfitana.
I sedimenti ricavati potrebbero essere agevolmente trasportati con uno scivolo fino al vicino mare e, mediante chiatte, distribuiti e accumulati nelle spiagge di tutta la Penisola gravemente interessate da erosione e progressivamente destinate alla completa scomparsa con incalcolabili danni socio-economici. Naturalmente il ripascimento va preceduto da una attenta valutazione delle caratteristiche morfologiche e meteo-marine delle spiagge al fine di restaurarle ricomponendo la morfologia che esse hanno avuto nel periodo di massima espansione tra la seconda metà del 1800 e i primi decenni del 1900.
L’idea del restauro ambientale delle spiagge mediante ghiaia selezionata è partita dalla constatazione che l’alluvione disastrosa dell’ottobre 1954 aveva causato il più eclatante ripascimento duraturo naturale a Vietri Marina dove in poche ore le colate detritiche hanno accumulato da 400.000 a 500.000 metri cubi di detriti prevalentemente ghiaiosi che hanno costruito la pianura alluvionale (ampia oltre 100 metri) e la spiaggia, prima inesistenti, che ancora oggi costituiscono la principale risorsa ambientale su cui si basa l’economia turistica. Dopo 54 anni si è registrata un’erosione di alcune decine di metri; niente rispetto all’erosione rapida che interessa le spiagge che sono state oggetto di costoso ripascimento con sabbia con conseguente perdita (dopo alcuni anni) dei benefici per il turismo balneare. Lo studio originale eseguito, pubblicato e presentato in convegni nazionali e internazionali, ha evidenziato la convenienza socio-economica ed ambientale della proposta di restauro ambientale delle cave e delle spiagge mediante un trasparente governo pubblico e la partecipazione di risorse finanziarie private interessate anche alla gestione di parte delle nuove spiagge ambientalmente recuperate.
Lo scandalo rifiuti, ormai destinato ad una squallida conclusione con immancabili risvolti giudiziari, non deve più distrarci dalle attività propositive tese a riqualificare e restaurare le decine di chilometri di spiagge che rappresentano una delle principali risorse ambientali autoctone della Campania. Ricordiamo che è un atteggiamento inconcepibile, da parte dei responsabili regionali, tollerare che quasi tutto il litorale dalla foce del Garigliano a Castellammare di Stabia non sia balneabile a causa dell’inquinamento antropogenico. Né è più tollerabile l’inerzia istituzionale di fronte alla progressiva erosione delle più belle spiagge del Mediterraneo che abbelliscono le coste campane. Ogni anno si perdono ettari di spiaggia dall’inestimabile valore con conseguenti negative ricadute sull’assetto socio-economico.
La frana di domenica scorsa ha offerto l’occasione di riproporre all’attenzione dei cittadini i risultati dei nostri studi, condotti per evidenziare che un saggio e trasparente amministratore pubblico può adeguatamente e concretamente intervenire per tutelare l’incolumità dei cittadini e per valorizzare le risorse ambientali con conseguenti benefici per l’assetto socio-economico regionale, prima ancora di proporre la semplice duplicazione della strada che collega Castellammare con Sorrento.

Prof. Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio
Università di Napoli Federico II

Dott. Valerio Buonuomo,
borsista c/o Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio

Dott.ssa Silvana Pagliuca,
CNR ISAFOM

11 marzo 2008

mercoledì 12 marzo 2008

Diario elettorale 6: il tritovagliatore

Week-end ricco di sussulti quello appena trascorso.Silvio Berlusconi straccia in diretta il programma del Partito Democratico.Monta la protesta ma non protesta Monti che però come D'Amato e Riello rinuncia alla candidatura nel PDL.Nuovo appellativo guadagnato da Silvio: il "tritovagliatore".Decide quali programmi stracciare e quali no, anche se il gesto di gettare a terra le carte e non nell'apposito contenitore della differenziata ne tradisce la scarsa sensibilità ambientale.Clamoroso poi in Campania dove i vari Antonio Martusciello, Alfredo Vito, Giuseppe Gargani si vedono "rifiutata" la candidatura, l'UDC pronta a dare loro ospitalità a patto che nessuno pensi che si tratti di un nuovo sito del piano predisposto da De Gennaro.

Pubblicato da Vito Rizzo
lunedì, marzo 10, 2008
www.fabbricadidee.blogspot.com

Diario elettorale 1: è iniziata la rimonta?

Si accende la campagna elettorale.
L'Obama italiano, Walter Veltroni, si dice convinto della possibilità di un proprio successo il 14 aprile: "è partita la rimonta.
"Rimonta ci sarà di certo: delle due l'una o Walter rimonta Silvio o Silvio - per usare una immagine molto cara ad Altan - "ri-monterà" l'Italia...

Molta uniformità tra i programmi dei due schieramenti PD e PDL

Molta uniformità tra i programmi dei due schieramenti si vede anche sul tema giustizia. L'argomento è delicato e di grande interesse.
Se coloro che sono così bravi a promettere prima, considerato che la vedono in modo simile su tante cose, dopo le elezioni trovassero il modo per realizzare i programmi elettorali, anche solo in parte, penso che forse avremmo un utilizzo più efficiente delle risorse ed i giovani avvocati come me avvertirebbero di meno l'impressione di sprecare tanto tempo... Sto fantasticando?!...Lo so.

Antonietta D’Angelo

A proposito di giustizia e programmi elettorali.

1.) - Il Programma del PD sulla Giustizia

4. DIRITTO ALLA GIUSTIZIA GIUSTA, IN TEMPI RAGIONEVOLI

a) Ridurre i tempi e aumentare l'efficienza della giustizia

Nella classifica relativa ai tempi della giustizia l'Italia è agli ultimi posti in Europa e nel confronto coi Paesi avanzati di tutto il mondo. I cittadini e le imprese italiane vedono ridursi i loro diritti in presenza di un sistema giudiziario che impiega anni e anni per risolvere le controversie.La ragionevole durata del processo, principio affermato dalla Carta Europea dei Diritti dell'Uomo e dalla Carta costituzionale, è un principio cui deve ispirarsi ogni intervento riformatore.È indispensabile completare la stagione di riforme '96-'02, portando a compimento innanzitutto le misure già avviate sul processo civile (razionalizzazione e accelerazione del processo) e penale (razionalizzazione e accelerazione del processo, prescrizione dei reati, recidiva, tenuità del fatto); sviluppare in sede comunitaria l'iniziativa per giungere ad una sorta di "codice civile europeo"; riprendere e approvare il disegno di legge contro lo stalking e l'omofobia, già approvato dalla Commissione Giustizia della Camera nella XV Legislatura.
Il bilancio del Ministero della Giustizia deve essere considerato non solo sotto l'aspetto delle spese, ma anche sotto quello delle entrate. Solo il 3% circa delle somme per pene pecuniarie e spese processuali sono effettivamente recuperate; eppure si tratta di somme non indifferenti[8], cui deve aggiungersi l'enorme patrimonio costituito da beni in sequestro o confiscati, che giacciono per anni in depositi infruttiferi.
Ci sono alcuni provvedimenti che possono essere presi immediatamente, per accrescere l'efficienza del sistema giudiziario italiano.
1. Accorpare i tribunali, ridistribuendo i magistrati e le risorse.
2. Creare dell'Ufficio per il processo, che consentirà anche la riorganizzazione delle cancellerie e la valorizzazione e riqualificazione del personale.
3. Realizzare rapidamente il processo telematico, strettamente legato all'Ufficio per il processo, eliminando gli infiniti iter cartacei che assorbono risorse preziose per la loro gestione e archiviazione.4. Favorire la specializzazione dei magistrati, in particolare nel settore dei diritti fondamentali (famiglie e minori, diritti della persona, libertà personale, espulsioni).
5. Ampliare la specializzazione delle sezioni per le tematiche economiche.
6. Adottare misure straordinarie per la definizione del contenzioso arretrato.
7. Favorire una modifica dei contratti tra avvocati e clienti verso forme basate su premi alla rapidità.8. Sottoporre le diverse sedi giudiziarie ad un sistematico monitoraggio, al fine di far emergere le migliori pratiche, da valorizzare, diffondere e mettere alla base di forme di premialità nella ripartizione delle risorse.
9. Incentivare la gestione manageriale degli Uffici giudiziari - anche prevedendo la figura del manager dell'Ufficio Giudiziario, un magistrato appositamente formato per l'assolvimento di questo compito - che sono ormai grandi organizzazioni, con tante risorse umane e materiali.10. Eliminare la sospensione feriale dei termini processuali.
11. Creazione e rafforzamento di (e sistematico ricorso ad) un sistema di composizione extragiudiziale delle liti.

b) Intercettazioni sì, violazione dei diritti individuali no

Lo strumento delle intercettazioni di comunicazioni telefoniche, informatiche e telematiche è essenziale al fine di contrastare la criminalità organizzata ed assicurare alla giustizia chi compie i delitti di maggiore allarme sociale, quali la pedofilia e la corruzione.
Bisogna conciliare tali finalità con diritti fondamentali come quello all'informazione e quelli alla riservatezza e alla tutela della persona.
Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell'udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali.E' necessario individuare nel Pubblico Ministero il responsabile della custodia degli atti, ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali, per renderle tali da essere un'efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati.

c) Per l'autodeterminazione del paziente

Il PD riconosce il diritto inalienabile del paziente a fornire il suo consenso ai trattamenti sanitari a cui si intende sottoporlo, così come previsto dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Oviedo. Il PD si impegna inoltre a prevenire l'accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico.

d) Diritti della persona che convive stabilmente

Il Governo del PD promuove il riconoscimento giuridico dei diritti, prerogative e facoltà delle persone stabilmente conviventi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.

2.) - Il Programma del PDL sulla Giustizia

"Terza missione: più sicurezza, più giustizia"

Sicurezza e tutela del cittadino sono priorità assolute e saranno affrontate con interventi urgenti ed incisivi.Una giustizia lenta ed inefficiente, oltre che essere fonte di disuguaglianza e di tensioni sociali, crea ostacolo alla crescita economica del Paese.
Provvedimenti legislativi immediati e di sistema debbono trovare attuazione per ridare al cittadino la fiducia nello Stato.

~. Più giustizia

perfezionamento dell'azione intrapresa nella legislatura 2001/2006 dal Governo Berlusconi, con il completamento della riforma dei codici. La definitiva razionalizzazione delle leggi esistenti e l'attuazione dei principi enunciati dalle sentenze della Corte Costituzionale, non ancora trasposti in atti legislativi;
attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati;
aumento delle risorse per la giustizia, con un nuovo programma di priorità nell'allocazione delle risorse: più razionalità nelle spese, più investimenti nell'amministrazione della giustizia quotidiana, a partire dalla giustizia civile;
garanzia della certezza della pena, con la previsione che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta ed esclusione degli sconti di pena per i recidivi e per chi abbia commesso reati di particolare gravità e di allarme sociale;
inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; gratuito patrocinio a favore delle vittime; istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare;
costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti;
rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura, come avviene in tutti i paesi europei; confronto con gli operatori della giustizia per una riforma di ancor maggiore garanzia per i cittadini, che riconsideri l'organizzazione della magistratura, in attuazione dei principi costituzionali;limitazione dell'uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali al contrasto dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, con pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione;riforma della normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini;
completamento della riforma del Codice di Procedura Civile con snellimento dei tempi di definizione ed incentivi alle procedure extra giudiziali;

martedì 11 marzo 2008

Enti inutili: la vicenda del Consorzio di bonifica del Sarno

Ci è già capitato di parlare, in relazione ai costi e agli sprechi della politica regionale, delle cosiddette società miste e degli enti inutili, veri e propri carrozzoni, mantenuti con il denaro dei contribuenti per garantire posti di lavoro improduttivi e conseguentemente consenso politico.

Uno degli enti che da anni causa polemiche in regione è il Consorzio di bonifica integrale comprensorio Sarno, istituito nel 1952, a cui manca un consiglio di Amministrazione da oltre un trentennio e commissariato dal 1992.

Il compito principale del consorzio è quello di svolgere la manutenzione sia della rete idraulica preesistente, risalente al periodo preunitario, sia delle nuove opere realizzate a partire dal dopoguerra. L’ente dovrebbe quindi svolgere tutte le attività finalizzate al miglioramento dell’assetto idrogeologico del territorio, competenze a cui sono preposti anche altri enti, come il commissario per l’emergenza Sarno, istituito dopo l’alluvione del 1998.

Da tempo i cittadini proprietari di immobili (terreni e fabbricati) dei comuni compresi nei confini di competenza del Consorzio di Bonifica, stanno ricevendo avvisi di pagamento e successivamente cartelle esattoriali relativi al tributo consortile che il consorziato è tenuto a pagare sulla proprietà a fronte di un beneficio diretto e specifico ricavato dall'attività di manutenzione svolta del Consorzio.

Detto tributo di bonifica è calcolato come una semplice percentuale della rendita catastale degli immobili che, di fatto, trasforma il "contributo di bonifica" in una "imposta" di tipo erariale come l'IRPEF o l'ICI, illegittima perché contraria alla legge (R.D. 215/33) ed ingiusta perché non ha alcun rapporto con i benefici arrecati (art. 12, L.R. n. 4/2003). In pratica, anche se la giurisprudenza la differenzia dagli altri tributi, si tratta di una ulteriore tassa sulla proprietà.

Dopo anni di ingiuste tassazioni, i cittadini si sono iniziati a domandare quali attività i Consorzi svolgono sul territorio, quando basta una pioggia di breve intensità per allagare strade e far esondare i pochi canali esistenti. La risposta è che le proprietà ricadenti nei Consorzi di Bonifica non ricevono alcun beneficio o vantaggio diretto dalla precaria attività svolta dal Consorzio.

Tutto ciò ha spinto numerosi cittadini ad opporsi al pagamento del tributo consortile mediante ricorso alle competenti Commissioni Tributarie.

Ma c’è di più: su proposta avanzata da dieci Comuni ricadenti nei confini del Consorzio, il Consiglio Regionale della Campania ha deliberato l’ammissibilità di un referendum abrogativo popolare avente ad oggetto la soppressione del Consorzio di Bonifica del Sarno.

Contro tale decisione, il Consorzio ha presentato ricorso innanzi al TAR di Salerno, il quale ha sospeso l’operatività dell’atto impugnato e ha dichiarato la propria incompetenza trasmettendo gli atti al T.A.R. di Napoli, il 21 febbraio scorso.

Questa vicenda, però, propone una serie di legittimi interrogativi. In primis, come può un Commissario Straordinario, nominato dal Presidente della Regione, opporsi ad un altro decreto dello stesso Presidente? Può il Commissario di un Ente che subisce il regime di commissariamento da circa quindici anni essere legittimato a rappresentare gli interessi dei consorziati e della comunità al punto tale da prevalere sulla volontà delle Amministrazioni comunali promotrici del referendum abrogativo e della stessa Regione? E infine con quali fondi è finanziata l’opposizione al referendum regionale se non con gli stessi fondi del bilancio dell’Ente, e quindi con soldi di tutti i consorziati, che da tempo immemorabile, a gran voce, ne chiedono l’abrogazione?

Ci chiediamo inoltre, ed in generale, se è davvero necessaria questa struttura autonoma per svolgere funzioni che potrebbero benissimo essere curate da istituzioni già esistenti come le Province o dagli stessi comuni (i quali peraltro gestiscono già i ruoli dell’ICI e quindi perlomeno si eviterebbe il costoso doppione di reperire le informazioni per gli stessi tributi). Questo eviterebbe di stipendiare tanti piccoli parlamenti e dare cariche a presidenti che, anziché occuparsi dell’amministrazione dell’Ente, si occupano più di politica, lottizzazioni e giochi di potere.

A conferma di questo c’è stata la recente delibera del Consorzio per l’approvazione del nuovo Piano di Classifica per il riparto dei contributi consortili, adottata quando tutti i consorziati erano in ferie per le festività natalizie, il 28 dicembre 2007.

Il nuovo Piano di Classifica adottato dal Consorzio, oltre a non tenere conto dell’enorme contenzioso che negli anni si è prodotto con i consorziati per i benefici (specifici e diretti) non ricevuti, ha ampliato notevolmente il territorio di contribuenza, per cui molti altri cittadini si troveranno ad essere interessati dalla “tassa di bonifica”.

Inoltre il territorio assoggettato al contributo di bonifica è stato esteso da 36 comuni a 43. I cittadini di Torre del Greco, Portici, Ercolano, Salerno, Pellezzano ecc. per citarne alcuni, saranno quindi chiamati al pagamento del contributo di bonifica senza essere mai stati interpellati.

A tal proposito, chiunque abbia bisogno di assistenza legale per l’impugnazione delle cartelle esattoriali può contattare l’avv. Antonietta d’Angelo (antosd@libero.it), la quale sta portando avanti con impegno la battaglia contro queste non più tollerabili vessazioni. Ulteriori e più approfondite informazioni sull’argomento sono disponibili seguendo il questo link: www.enzomagaldi.it/Sarno/rassegna_stampa_bonifica.htm


Mario de Riso
VivaCampaniaViva

venerdì 7 marzo 2008

Petizione per la stabilizzazione degli informatici ex-ATU nel Ministero della Giustizia

Al: MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

Molte centinaia di informatici, in servizio da circa 15 anni tutti i giorni all'interno degli Uffici Giudiziari d'Italia in base all'appalto per la configurazione e manutenzione di tutto quanto concerne l'hardware, software e base dati civili e penali, sono in costante pericolo.

I tagli di bilancio ed il mancato controllo sui rapporti società/lavoratori hanno causato nell'ultimo triennio una serie di licenziamenti e sofferenze, scioperi, persino mancate retribuzioni.

La politica aveva promesso soluzioni che non sono state adottate. In particolare, considerata la peculiare professionalità acquisita, il rapporto fiduciario con i delicati ambienti ed il fatto che un informatico "esternalizzato" costa allo Stato almeno il doppio di un dipendente pubblico (con la maggior parte della somma che va alla società, ed uno stipendio minimo al lavoratore) si era detto di creare una corsia preferenziale d'ingresso per questi lavoratori precari e “sommersi” all'interno del Ministero della Giustizia. Fin'ora solo parole e niente fatti. I dettagli della storia su http://www.comitatoatu.it

I SOTTOSCRITTI FIRMATARI RICHIEDONO DI INTERVENIRE PER LA STABILIZZAZIONE DEGLI INFORMATICI DELL'ASSISTENZA TECNICA UNIFICATA (ATU) (oggi noti come SPC/APPLICATIVI) ALL'INTERNO DELL'AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA

Cordialmente,
I Firmatari
Il link per firmare la petizione è:

Scandalo rifiuti. Che deve fare De Gennaro e chi salverà la Campania?

L’11 gennaio 2008 il presidente del Consiglio dei Ministri Prodi ha nominato ennesimo Commissario Governativo per l’emergenza rifiuti in Campania il Dott. Gianni De Gennaro affidandogli precisi compiti.

La prima considerazione che va fatta è relativa allo stato di degrado, che emerge dall’ordinanza, nel quale continuano a dibattersi quei rappresentanti delle istituzioni che hanno determinato lo scandalo rifiuti. Per rimediare in parte ai guai provocati dai precedenti commissari che egli stesso aveva nominato (Bertolaso dall’ottobre 2006 all’inizio di luglio 2007 e Pansa da luglio a dicembre 2007), Prodi ha ritenuto, per l’ennesima volta, di dover ricorrere all’affidamento di poteri straordinari per eseguire una non straordinaria operazione (normalmente eseguita in tutte le aree urbane italiane) consistente nel raccogliere e smaltire i rifiuti solidi urbani.
L’operazione De Gennaro è stata accolta con sollievo dai cittadini campani, esasperati dall’inspiegabile inerzia palesata dal precedente Commissario Straordinario Pansa che aveva lasciato accumulare enormi quantità di rifiuti nelle strade urbane benché fosse stato nominato per attuare la legge n. 87 del 5 luglio 2007 che prevedeva la realizzazione di altre due discariche (oltre a quella di Macchia Soprana di Serre realizzata dal Ministro dell’ambiente e a quella, improponibile, di Terzigno nel Parco Nazionale del Vesuvio) nei comuni di Savignano Irpino e di Sant’Arcangelo Trimonte che dovevano salvare la Campania dall’emergenza rifiuti. Pansa si è ben guardato dall’attuare la legge, incorrendo in una grave mancanza che ha gettato la Campania in una profonda crisi a partire da dicembre 2007. Tolto di mezzo Pansa, Prodi, per attuare la citata legge n. 87, ha fatto ricorso a De Gennaro inserendo nell’ordinanza, che lo nomina Commissario Straordinario, alcune significative inesattezze.

Secondo Prodi, infatti a De Gennaro vanno assegnati poteri straordinari “considerata l'estrema gravita' della situazione emergenziale in atto, tenuto conto delle tensioni sociali che impediscono la localizzazione degli impianti a servizio del ciclo di smaltimento dei rifiuti con riflessi dannosi di portata imprevedibile per la salute delle popolazioni della regione, e la conseguente necessita' di procedere immediatamente allo smaltimento dei rifiuti giacenti o comunque sversati sulle strade e nei territori urbani ed extraurbani…”.

Più che su un errore, l’ordinanza si basa su una bugia. Secondo Prodi è colpa dei cittadini la non realizzazione delle discariche e il conseguente accumulo di rifiuti lungo le strade. Ma se Pansa non ci ha nemmeno provato dimostrando una incredibile e sospetta superficialità nel proporre l’apertura di discariche improponibili come a Pianura, Carinola, Pignataro Maggiore, Morcone, Padula ecc.. In base all’ordinanza dell’11 gennaio 2008, De Gennaro deve provvedere all’ “attivazione dei siti da destinare, in modo limitato e controllato, a discarica presso i comuni indicati nella legge n. 87/07 … anche in deroga a specifiche disposizioni in materia ambientale, paesaggistico-territoriale, di pianificazione del territorio e della difesa del suolo, nonche' igienico-sanitaria e salvo l'obbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente”.

E’ il caso di evidenziare alcuni fatti strani che rivelano l’improvvisazione con la quale è stato elaborato il D.L. dell’11 maggio 2007 n. 61, trasformato nella legge n. 87. Tale legge prescrive la realizzazione di una discarica nel Comune di Sant’Arcangelo Trimonte in Provincia di Benevento, dove in questi giorni De Gennaro (nel rispetto dell’ordinanza di nomina) ha ordinato, con 7 mesi di ritardo per colpa del semestre di black out del suo predecessore Pansa, l’esecuzione degli accertamenti geologici per verificarne la fattibilità. I cittadini sono sicuri che l’individuazione del sito nella citata legge discenda da una preventiva e accurata valutazione della fattibilità, in base ad una severa istruttoria tecnico-amministrativa. Niente di tutto ciò! La proposta di S. Arcangelo Trimonte viene presentata al Commissario Straordinario Bertolaso, inaspettatamente, il giorno 9 maggio 2007 (due giorni prima dell’emanazione del decreto legge n. 61 poi trasformato nella legge n. 87/07) con una lettera (prot. N. 0006029) del Presidente della Provincia di Benevento, On. Carmine Nardone, nella quale si evidenzia che vi era una criticità sociale per il sito di Paduli e un contenzioso giudiziario in atto sul sito di Morcone (allora sotto sequestro per una sospetta implicazione di personaggi non proprio trasparenti). In tale lettera Nardone propone il sito di S. Arcangelo Trimonte affermando che “da un primo studio effettuato, sembra che sussistano tutte le condizioni per l’idoneità del sito stesso salvo, poi, verificarle con tecnici nominati dal Comune interessato (non è stato possibile farlo data l’esiguità del tempo a disposizione”.

Due giorni dopo il sito è stato inserito nel DL n. 61 e successivamente nella legge n.87 come discarica che deve essere realizzata. Il DL n. 61 ha anche reso disponibile il sito sotto sequestro giudiziario di Morcone che è successivamente stato proposto e fermamente sostenuto da Pansa e dal Presidente Nardone tra novembre e dicembre 2007 fino a quando ne è stata dimostrata la non idoneità per insuperabili problemi geologici. Anche per i siti di Savignano Irpino e Terzigno non è stata attuata una rigorosa istruttoria tecnico-amministrativa in quanto tali zone sono state semplicemente ripescate da un precedente DL che prevedeva la possibilità di importare e scaricare in Campania rifiuti pericolosi.

Altri compiti di De Gennaro consistono nella individuazione di “altri siti, aggiuntivi o sostitutivi, per lo stoccaggio o lo smaltimento, ivi comprese le discariche chiuse che presentino ancora volumetrie disponibili” e nella “realizzazione e gestione di due impianti di termodistruzione o di gassificazione nei territori del comune di S. Maria la Fossa e della provincia di Salerno, nonche' di impianti funzionali alla raccolta differenziata (di compostaggio od altro)”, procedendo “in deroga alle eventuali valutazioni di impatto ambientale gia' assentite, assicurando comunque il rispetto dei livelli delle emissioni inquinanti gia' fissati nel provvedimento di autorizzazione e con procedure di affidamento coerenti con la somma urgenza.”

De Gennaro è autorizzato anche a smaltire i rifiuti fuori regione. Una novità, che giunge dopo 11 anni dall’emanazione della Legge Ronchi, è rappresentata dall’obbligo di nominare commissari ad acta nei comuni che entro 60 giorni non abbiano elaborato il piano rifiuti comunale.

In effetti De Gennaro, con questi compiti affidatigli da Prodi, non risolverà né l’emergenza né lo scandalo rifiuti. Metterà una pezza alle mancanze di Pansa togliendo i rifiuti dalle strade e avviando la realizzazione delle discariche previste dalla legge n.87. Appalterà le citate grandi opere con le procedure di emergenza dell’importo complessivo di vari milioni di euro senza la possibilità, da parte dei cittadini, di conoscere di cosa si tratti e di entrare nel merito di tali opere; solo dopo ne vedranno la reale efficacia o inefficacia, come accaduto con gli impianti CDR e l’inceneritore di Acerra. Il mandato di De Gennaro si risolverà con pochi benefici per i cittadini (non si può definire beneficio il fatto che si raccoglie la spazzatura, attività per la quale i cittadini hanno pagato); ancora una volta i cittadini avranno finanziato opere che ancora una volta verranno appaltate in maniera non regolare e trasparente, in base alle vigenti leggi rese nulle per l’occasione da una premeditata emergenza.

Niente sembra essere sostanzialmente cambiato. Ne consegue che De Gennaro, come i suoi predecessori, con una obbligatoria spietatezza resa possibile dal suo mandato a termine, continuerà a disseminare rifiuti imballati, e non, nella pianura campana, la più fertile pianura del Mediterraneo, tra Ferrandelle, Giugliano e Marigliano, forte solo dei risultati delle analisi ARPAC che evidenzierebbero che, purtroppo, acqua e suolo non sono ancora inquinati. Laddove, infatti, le analisi rivelano che l’inquinamento è già stato causato dai rifiuti accumulati in siti palesemente non idonei anche dai suoi predecessori, come a Lo Uttaro, non si possono accumulare altri rifiuti. Deve essere sottolineato che il Dott. De Gennaro, da serio funzionario dello Stato Italiano, sicuramente adempirà all’incarico affidatogli e che la responsabilità dell’inadeguatezza del suo operato sarà da attribuire totalmente al Presidente Prodi che per l’ennesima volta ha finto di agire nell’interesse dei cittadini cavalcando una stantia e artificiosa emergenza che si è rivelata, come sta evidenziando la magistratura, una vera e propria manna per vari anni garantendo facili guadagni e favori elettorali a livello locale e nazionale.

Analizzando scientificamente quanto accaduto nell’ultimo anno emerge un quadro inquietante. Sembra quasi che all’inizio di luglio sia stato nominato Commissario Governativo il Prefetto Pansa con la tacita indicazione di non attuare la legge n. 87/07, appena approvata, e di fare invece una serie di proposte inattuabili e socialmente dirompenti e provocatorie in modo da aizzare volutamente l’opposizione dei cittadini. In tal modo si è creata l’impressione di una situazione ingovernabile che non solo non consentiva la chiusura dell’emergenza rifiuti ma che stava creando una gravissima crisi ambientale tale da incidere negativamente sull’assetto socio-economico della regione e della nazione intera con probabili e conseguenti sanzioni inflitte dalla Comunità Europea. Questo cattivo pensiero sembra essere avvalorato dal fatto che Prodi non ha richiamato Pansa al suo dovere durante il mandato né lo ha rimproverato dopo.

In tale drammatico quadro sembra prendere corpo il decreto di nomina del Commissario Straordinario De Gennaro al quale, sostanzialmente, vengono affidati compiti che determineranno il prolungamento dell’emergenza rifiuti fino al prossimo maggio, attenuandone solo la gravità mediante la raccolta dell’immondizia dalle strade e dando qualche bacchettata ai sindaci che non elaboreranno il piano rifiuti comunale. Un compito di importanza strategica per il nuovo Commissario Governativo sembra essere rappresentato dall’affidamento dei lavori per la costruzione di costose grandi opere, naturalmente con le procedure di affidamento coerenti con la somma urgenza, vale a dire in deroga alle disposizioni previste dalle leggi ordinarie relative agli appalti di opere pubbliche.

Il mutato quadro politico con la caduta del Governo Prodi e il rinvio a giudizio del Presidente della Campania Bassolino aggravano la situazione specialmente per i cittadini campani che anche nelle prossime votazioni politiche rappresenteranno l’ago della bilancia dei risultati elettorali.
La stagione calda incombe minacciosa sull’economia e sulla salute dei cittadini campani.

I candidati, oltre a scambiarsi accuse circa le lunghe responsabilità (circa 14 anni che hanno visto tra gli attori principali persone afferenti a varie coalizioni partitiche) dell’emergenza-scandalo rifiuti, devono spiegare ai cittadini in modo estremamente convincente come e quando, sempre prima dell’estate 2008, attueranno definitivamente la chiusura dell’emergenza e dello scandalo rifiuti.

Prof. Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Università di Napoli Federico II
2 marzo 2003