venerdì 7 marzo 2008

Acerra: Prodi scherza col fuoco sulla salute dei cittadini

Recentemente, con le camere già sciolte, lo “scadente” Prodi aveva concesso ai futuri gestori dell’impianto di Acerra i contributi previsti dal CIP 6 (soldi pubblici regalati ai gestori dei termovalorizzatori, prelevati dalle bollette ENEL pagate dagli utenti), con un atto amministrativo personale, contro il volere esplicito del parlamento italiano che nell’ultima finanziaria aveva già eliminato tali agevolazioni.

Pochi giorni fa, con l’Ordinanza n. 3657 del 29-02-2008 (pubblicata sulla G.U. n. 51), ha autorizzato il trattamento e lo smaltimento, nell’impianto di Acerra, di rifiuti contraddistinti dai codici CER 191212, 190501 e 190503, corrispondenti ai rifiuti imballati “fuori legge” finora accatastati prevalentemente nella pianura campana.

Vi sono seri motivi per ritenere che tale ordinanza non rispetti quanto contenuto nell’articolo 32 della costituzione italiana “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

L’impianto attualmente in costruzione è stato progettato per bruciare CDR prodotto secondo legge, ben diverso dai rifiuti imballati campani, più simili a rifiuti speciali e nocivi che a rifiuti urbani. Infatti la Commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, all’inizio del 2005, ha prescritto significativi adeguamenti impiantistici e l’esclusivo uso di CDR rispondente alle caratteristiche indicate nel DM 05/02/98 (e non quello “fuori legge” della nuova ordinanza Prodi). A impianto quasi ultimato Prodi impone di usare un combustibile molto più scadente assicurando comunque il rispetto dei livelli delle emissioni inquinanti gia' fissati nel provvedimento di autorizzazione. Sono parole. Tanto per cominciare, metta a disposizione dei cittadini e della magistratura l’istruttoria tecnico-amministrativa che è stata attuata per arrivare ad affermare che è possibile fare in sicurezza, per l’ambiente e i cittadini, quanto asserito nell’ordinanza. Necessariamente tale istruttoria tecnico-amministrativa, con l’eventuale progetto di variante, deve ritornare alla Commissione VIA. I cittadini devono essere garantiti da un nuovo parere che quanto scritto nell’ordinanza non rappresenti un grave attacco alla loro salute. Non basta che qualche prezzolato docente di turno dichiari ai mass media che non vi saranno problemi. Parlare è semplice e facile per persone che non si assumono responsabilità penali. Non bisogna dimenticare che la Commissione VIA aveva già evidenziato, all’inizio del 2005, che il sito di Acerra era stato scelto male in quanto già troppo inquinato prescrivendo che prima di mettere in funzione l’inceneritore doveva essere abbassato il livello di inquinamento ambientale. Si deve tenere presente ancora che non è stato realizzato il disinquinamento ambientale tanto è vero che Prodi ha emanato Decreti, il n.4 del 23 giugno 2006 e quello del 12 gennaio 2007 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale italiana n. 14 del gennaio 2007) aventi come oggetto “Proroga dello stato di emergenza nel territorio del comune di Acerra, in provincia di Napoli, per fronteggiare l'inquinamento ambientale da diossina”.
Questi dati concreti e gravi evidenziano che l’ordinanza n. 3657 del 29-02-2008 va abrogata in quanto pericolosa per la salute dei cittadini e per l’ambiente.

Prof. Franco Ortolani
Ordinario di GeologiaUniversità di Napoli Federico II
5 febbraio 2008

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