lunedì 23 luglio 2007

Scuola di formazione politica campana

Domenica 15 Luglio si è conclusa la Summer School con gli interventi di autorevoli personaggi tra i quali quello di Giovanni Lettieri, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli e di Luigi Nicolais, Ministro della Funzione Pubblica.

Lettieri ha proposto la sua ricetta per rendere più efficienti i consigli comunali (e non per abbattere i costi come hanno riportato i giornali), suggerendo di non stipendiare i consiglieri. Chi fa politica, ha sostenuto il leader degli imprenditori napoletani, lo faccia per passione e non per retribuzione.

Nicolais ha invece ribattuto che la inefficienza della macchina governativa nazionale o locale non discende tanto dalla retribuzione degli eletti, ma quanto dai costi che bisogna sostenere per i non eletti, che sono tanti e hanno sostenuto tante spese, che vengono tutti piazzati riempiendo i consigli di amministrazione delle aziende partecipate, oppure ottenendo consulenze esterne.
Ritengo che le valutazioni espresse dal Ministro siano probabilmente in maggiore sintonia con quello che accade nel paese e in regione.

La “scuola di formazione politica in salsa campana” funziona spesso in questo modo: io politico vengo eletto a una funzione di governo come sindaco, presidente della provincia o governatore della regione. Ho avuto una campagna difficile e sono stato aiutato da molti amici che hanno impiegato sia risorse di tempo, sia risorse economiche per appoggiarmi. Sono quindi in obbligo verso loro e devo trovare il modo di ripagare il loro supporto, naturalmente senza commettere illeciti. Devo quindi cercare il modo di farli lavorare e di far loro recuperare i finanziamenti. Se però mi rivolgo al dirigente messo dalla giunta precedente, scopro magari che è un tipo rigoroso e pignolo nel suo lavoro e quindi poco disposto a recepire le indicazioni dell’amministrazione.

Quella persona rappresenta evidentemente un problema. La soluzione che si trova allora è quella di lasciare il dirigente al suo posto, ma riorganizzo l’amministrazione, creando uffici nuovi e altri dipartimenti, altre aree, spostando tutte le questioni di maggiore interesse nelle aree create ex novo.

In questo modo il vecchio dirigente non è più un problema e al suo posto io potrò contare su di un altro manager, esterno, assunto a contratto, di sicura fiducia.

Ma non finisce qui. È possibile poi prendere un pezzo delle attività di interesse ed esternalizzarle in una società a partecipazione pubblica-privata (Mista): una S.p.A. nella quale l’ente ha la maggioranza e ha quindi potere di nomina dei presidenti, i consiglieri di amministrazione, etc. Con l’effetto collaterale di creare posti di lavoro e assumere molti dei giovanotti che hanno aiutato durante la campagna elettorale.

In tutto questo non vi è alcun illecito ma si crea un meccanismo perverso di malgoverno e lievitazione dei costi nella gestione della cosa pubblica, che comporta anche la conseguenza nefasta di orientare l’amministrazione verso un risultato che è quello della produzione del consenso.

Alla luce di questi meccanismi, è possibile pensare che l’inefficienza della burocrazia regionale dipenda esclusivamente dagli stipendi dei consiglieri comunali o regionali che siano? Immagino di no!



Luigi Esposito

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