sabato 30 giugno 2007

Il gioco delle poltrone a punti specchio della malapolitica

Riportiamo alcuni passaggi dell’articolo pubblicato dal Sen. Massimo Villone sul quotidiano “La Repubblica” (cronaca di Napoli) il giorno 30 giugno 2007:

Forse non avevamo capito. Più volte abbiamo lamentato che la vicenda politica locale rimaneva oscura ed impermeabile al controllo democratico. Abbiamo chiesto a gran voce trasparenza. Abbiamo censurato il carattere oligarchico, la mancanza di partecipazione. Ebbene, è ora pubblica la modulistica per il riparto clientelare delle poltrone in Campania. Sembra lo studio di un commercialista. Un registro della contabilità che mostra i posti da distribuire, misurati in punti per l’importanza, il compenso previsto, i rimborsi. Il valore totale di ogni poltrona, data dalla somma dei vari punteggi. A fronte, le forze politiche, misurate in punti anch’esse per i voti riportati, con l’indicazione della quota di punti già utilizzati nella spartizione e di quella ancora da utilizzare. Fogli che circolavano in Consiglio Regionale. Possiamo finalmente dire: esistono regole. Pensavamo a confuse colluttazioni e troviamo invece una ordinata contabilità. Poltrone e forze politiche, indicazione del già avuto e dell’ancora a pretendere. Pensavamo di essere strangolati da una politica stracciona, rissosa, affamata oltre ogni limite. Invece vediamo a ciascuno pacificamente assegnata una casella, secondo criteri oggettivi. A ognuno il suo, un posto per ogni cosa. Per maggioranza ed opposizione. Ordine ed efficienza (...). Nasce allora il sospetto che la malapolitica non si fermi all’assegnazione della poltrona (...). Si avrà il coraggio di dire che un modello istituzionale è arrivato a capolinea con le forze politiche che in esso operano? (...) Che è giunto il momento di cambiare? (...) Qualcuno nei partiti e nelle istituzioni comincerà ad assumersi una responsabilità? (...) Si ritiene davvero che il muro di gomma sia la tattica migliore?

Luigi Esposito

Lettera aperta del Comitato Allarme Rifiuti Tossici - Associazione Medici per l’Ambiente

Riportiamo per intero la lettera aperta del Comitato Allarme Rifiuti Tossici - Associazione Medici per l’Ambiente:
"Stiamo assistendo in questi giorni a un inusuale quanto violento e sconcertante attacco mediatico rivolto da alcuni amministratori locali alle forze laiche e religiose campane che, interessate al problema dell’emergenza rifiuti, da tempo propongono soluzioni concrete ed alternative alle fallimentari politiche di gestione commissariale, risoltesi in 13 anni di infruttuosi sperperi di danaro pubblico e nella manifesta incapacità di affrontare il problema rifiuti.
I suddetti attacchi manifestano una grave insofferenza per la volontà dei cittadini di essere coinvolti in tutte quelle scelte decisionali aventi effetti sull’ambiente, in ottemperanza alla convenzione europea di Aarhus, ratificata dall’Italia con la Legge n. 108 del 16 marzo 2001 e finalizzata a salvaguardare il diritto di ogni individuo, delle generazioni attuali e di quelle future, di vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere.
In tale ottica ci riteniamo in dovere di rispondere alle perniciose accuse di “catastrofismo”, “procurato allarme” ed “ignoranza in materia”, con l’intento di far ulteriore chiarezza su questi temi e sulle nostre posizioni, confidenti che solo un confronto civile e pacato tra cittadini ed amministratori (eletti dai cittadini stessi) possa portare in tempi ragionevoli alla risoluzione degli atavici problemi campani.
Sulla questione ecomafie abbiamo il dovere di sottolineare che la situazione campana è drammatica: le nostre terre, come ampiamente riportato in tutti gli atti della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le attività illecite ad esso connesse, sono divenute e continuano ad essere lo sversatoio illegale dei rifiuti tossici ed industriali dell’intera nazione. In particolare le zone, che hanno risentito maggiormente della devastazione spietata del territorio, sono la cosiddetta “Terra dei Fuochi” (Qualiano, Giugliano, Villaricca) ed il cosiddetto “Triangolo della Morte” (Acerra, Nola, Marigliano), sul quale ultimo il governo Prodi ha dichiarato il 23 giugno 2006 lo stato di emergenza, per fronteggiare l'inquinamento ambientale da diossina. Dati recentemente pubblicati, relativi alle malformazioni dal 2001 al 2005 nell'ASL na4, sono del resto indicativi: il distretto di Acerra n69 mostra un anomalo ma significativo incremento degli aborti per malformazioni.
Quanto chiediamo è dunque che si proceda ad un’immediata opera di bonifica dei territori coinvolti, prima ancora dell’avvio al funzionamento dell’inceneritore di Acerra, il quale, per di più, in virtù dei poteri straordinari legati alla gestione commissariale, è stato insediato senza una preventiva indagine di impatto ambientale e con una gara che ha preferito la soluzione tecnologica peggiore.
In merito alla questione delle mega-discariche, che hanno visto Bertolaso oggetto di contestazioni indecorose da parte dei cittadini di Ariano Irpino, non possiamo che deplorare e condannare con fermezza qualsiasi atto di violenza.
Ma, con la stessa fermezza, vorremmo precisare che consideriamo un atto di gravissima irresponsabilità la scelta commissariale di utilizzare, come luoghi di raccolta del tal quale, alcune zone campane protette, quali l’oasi del WWF di Persano o il parco nazionale del Vesuvio a Terzigno o ancora cave dismesse e non geologicamente idonee, alcune volte addirittura già sature di rifiuti seppelliti illegalmente.
Il professor Giam Battista de’Medici, Geologo applicato ed Idrogeologo, chiamato come consulente dalla struttura di Bertolaso nei mesi di gennaio e febbraio di quest'anno, aveva suggerito, come nuove discariche, luoghi facilmente reperibili in località Vallata in provincia di Avellino, geologicamente idonei e lontani da falde idriche, coltivazioni e zone abitate e non sottoposti a vincoli ambientali. Le sue proposte avevano ottenuto il consenso di tutte le componenti dello staff tecnico ed il via libera da parte delle Apat, ma sono state alla fine preferite soluzioni che richiederanno spese enormi per la sola messa in sicurezza e comporteranno danni incommensurabili per l’ecosistema dei territori coinvolti; soluzioni giustificate spiegando che si erano scelti siti che necessitavano di riqualificazione ambientale, in quanto cave dimesse non bonificate.
Il ripristino morfologico delle aree da cui vengono estratti materiali è imposto dalla legge, tuttavia farlo con i rifiuti sembra una beffa paradossale.
Ma il punto su cui abbiamo registrato il maggior numero di critiche, da parte dei suddetti amministratori, riguarda l’opposizione di associazioni ambientaliste e comitati civici all’utilizzo degli inceneritori, proposti oggi da una certa classe come la panacea definitiva per l’uscita dall’emergenza rifiuti campana.
In primo luogo ci preme una considerazione di carattere generale: le materie prime non sono una risorsa a disponibilità infinita, per cui i prodotti che da esse derivano andrebbero il più possibile recuperati e riciclati, non bruciati. Già questa banalissima considerazione rende a nostro avviso totalmente illogica e superata la soluzione di incenerire i rifiuti.
Siamo infatti certi che una seria raccolta differenziata "porta a porta", unitamente ad una diminuzione della produzione a monte dei rifiuti (riduzione degli imballaggi, utilizzo di contenitori riutilizzabili e/o biodegradabili, ecc), renderebbe pressoché sovradimensionato, se non del tutto inutile già il solo termovalorizzatore di Acerra.
Riteniamo che la strada per un’efficiente raccolta differenziata sia esclusivamente quella del porta a porta, basata sull’organizzazione per Municipalità, la responsabilizzazione diretta dei cittadini e degli addetti ai lavori e la gestione capillare del servizio. L'esperienza insegna che si possono raggiungere percentuali di raccolta differenziata del 60-70% anche in contesti urbani difficili e in poco più di un anno.
In Campania esiste però prima di tutto un grave problema, costituito dalla mancanza, nel ciclo rifiuti, di un adeguato numero di impianti di compostaggio, tramite i quali sarebbe possibile recuperare immediatamente fino al 30% della produzione di rifiuti, evitando oltretutto il pericolo da epidemie causato dal rifiuto umido lasciato marcire per strada.
Quanto alla pratica dell’incenerimento è noto che migliaia di medici in tutta Italia si siano chiaramente espressi contro tale soluzione inutile e nociva, spesso con documenti votati all'unanimità dagli Ordini Professionali. Dagli impianti d’incenerimento vi è infatti un’indiscutibile emissione di sostanze inquinanti, tossiche e cancerogene, quali metalli pesanti, diossine (ridotte in quantità ma non eliminate dall'alta temperatura) e furani e da numerosi studi epidemiologici risulta l'aumento statisticamente significativo di neoplasie quali sarcomi, linfomi Non Hodgkin, tumori ormono correlati, neoplasie polmonari e infantili nelle popolazioni residenti in prossimità di tali impianti.
Le ceneri solide residue prodotte da un inceneritore sono ben il 30% del volume dei materiali inceneriti, e dall’incenerimento vengono originate grandissime quantità di polveri fini altamente tossiche, che necessitano di essere filtrate e conferite in discariche speciali e completamente impermeabili.
In particolare, a causa delle elevate temperature di esercizio necessarie a ridurre l'effetto diossina, gli inceneritori sono enormi produttori di particolato ultrafine (da PM 2.5 a PM 0.1) per il quale, come descritto ampiamente in letteratura, non esistono al mondo sistemi di filtraggio capaci di evitare che esso venga liberamente immesso nell’aria e viaggi per chilometri. Tale particolato presenta una patogenicità che cresce in modo quasi esponenziale con il diminuire del diametro (la massa di una particella PM 10 corrisponde a quella di 1.000.000 di particelle da 0,1 micron) ed è in grado di passare rapidamente dagli alveoli polmonari di chi lo respira al torrente circolatorio, raggiungendo tutti gli organi vitali e riuscendo nei casi estremi perfino a penetrare nel nucleo delle cellule, senza ledere la membrana che le avvolge.
Su questo tema, come è noto, il Ministero dell’Ambiente ha recentemente richiesto I'istituzione di un’apposita Commissione che, potesse rispondere in modo chiaro, al fine di mettere il Governo e le Istituzioni nelle condizioni di poter conoscere la reale dimensione del fenomeno delle nanopolveri, I'incidenza di queste su ambiente e salute umana, nonché I'adeguatezza dei sistemi di contenimento delle stesse. Nella relazione conclusiva la commissione prende atto dell’esistenza di pubblicazioni nella letteratura scientifica internazionale che ne indicano un possibile effetto dannoso sulla salute umana e che, inoltre, per le classi d’inquinanti persistenti, con velocità di degradazione inferiore a quella di immissione in ambiente, il rispetto dei limiti di emissione potrebbe non essere adeguato ad evitare nel tempo l’accumulo ambientale.
Nel merito infine dell’invito rivolto a rappresentanti religiosi campani, a “tenere messa e a non occuparsi d’altro”, crediamo che nessun amministratore possa arrogarsi il dritto di insegnare, tanto più se fatto con toni arroganti e irriguardosi, cosa debba o non debba fare un pastore. L’essere cristiani (laici e pastori) si concretizza nella testimonianza al Dio di Gesù, Dio dei deboli, dei poveri e dei diseredati, tramite l´amore per gli ultimi, la fame e sete di giustizia, l’obbedienza alla verità, la mitezza evangelica, che non è il voltare lo sguardo dall’altra parte, ma la nonviolenza attiva: la messsa in pratica dunque, come testimoniato ad esempio dall’opera missionaria, del messaggio divino, a fianco dei deboli e per la difesa del diritto alla vita.
In quest’ottica gli interventi di padre Alex Zanotelli, del vescovo Raffaele Nogaro e per ultimo del cardinale Crescenzio Sepe sul tema rifiuti dimostrano una capacità di ascolto dei problemi dei cittadini, che molto spesso non si riscontra nella maggior parte della politica, frequentemente sorda alle più elementari istanze della società civile."

Comitato Allarme Rifiuti Tossici
Associazione Medici per l’Ambiente

mercoledì 27 giugno 2007

“La Questione Campania”

1. Buon compleanno Corriere del Mezzogiorno

Il 19 Giugno scorso, il Centro Culturale VivaCampaniaViva è stato invitato alla serata indetta per celebrare i primi dieci anni del Corriere del Mezzogiorno.
Davanti ad una platea di circa mille persone presenti nell’Auditorium della RAI di Napoli, il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli ha intervistato il Presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo.
Il dibattito ha toccato molte delle questioni presenti nell’agenda politica regionale e nazionale e ha fatto il punto della situazione economica e dello sviluppo imprenditoriale in Campania, offrendoci l’opportunità di svolgere alcune nostre riflessioni sulla realtà regionale.
Il leader degli industriali è partito notando il sostanziale cambio di clima generale. Il 1997 era un anno in cui le speranze dei cittadini napoletani e della Campania erano molto alte, grazie al ricambio della leadership politica che sfruttava ancora l’iniezione di fiducia successiva al G8 del 1994. Oggi invece i dati sono impietosi. Il PIL pro capite nelle regioni del Sud Italia è pari al 56% di quelle del Nord, più o meno come avveniva nel 1995. Basterebbe questo dato per segnalare un sostanziale fallimento delle politiche perseguite in questi anni per lo sviluppo del Meridione.
Questa premessa ha portato Montezemolo ad affrontare il problema del rapporto degli imprenditori con la gestione della cosa pubblica. Recentemente il Presidente della FIAT è salito alla ribalta delle cronache per un intervento fortemente critico nei confronti del mondo politico, tenutosi all’assemblea annuale di Confindustria. A Napoli ha immediatamente precisato di sentirsi pienamente in dovere di stimolare il mondo politico e di non condividere le affermazioni di chi dice che sarebbe il portavoce di un movimento di stampo populista, volto ad affermare la cosiddetta “antipolitica”. La realtà, ha proseguito Montezemolo, è che il divario tra il paese reale e la politica non è mai stato così elevato come oggi. La politica vive in un mondo “autoreferenziale”, lontano dai problemi quotidiani delle persone. Serve invece una politica forte, perché il malcontento è molto più ampio di quanto non appaia. In questi giorni stanno venendo al pettine quindici o venti anni di non decisioni e immobilismo, con progetti per il Sud sbandierati solo durante le campagne elettorali e dimenticati subito dopo.
Forte è stato quindi il richiamo ad un impegno vero e concreto che affronti seriamente i nodi cruciali dello sviluppo del Mezzogiorno, sia da parte della maggioranza che dell’opposizione.
La disamina di Montezemolo è proseguita presentando un quadro della situazione politico-economica molto chiaro.
Ancora oggi nel Sud la presenza dello Stato nell’economia è massiccia ed asfissiante. Solo in Campania ci sono 37 società miste, più oltre 50 organismi pubblici. Le uniche aziende che nascono e si sviluppano sembrano essere quelle pubbliche, senza però migliorare l’efficienza dell’amministrazione che costa al cittadino ben più dei servizi che eroga.
La suggestione proposta a questo punto da Montezemolo è quella di introdurre un sistema finalmente e realmente meritocratico. Non si può pensare di crescere se i favoriti non sono i più bravi, ma piuttosto i raccomandati o i fannulloni.
È questa l’idea di una politica forte - di rottura, ci permettiamo di suggerire noi - che finalmente compia delle scelte e le porti avanti responsabilmente.
Questo Paese, ha proseguito il Presidente di Confindustria, deve affrontare – come priorità assoluta – una grande riforma istituzionale che elimini enti inutili (definiti, tra gli applausi “discariche per politici trombati”), sancisca una nuova legge elettorale e stabilisca le fondamenta di un sistema fiscale di tipo federale.
C’è speranza allora? Montezemolo risponde di sì, a prescindere dai mugugni e dal dissenso manifestato dalla platea quando il direttore Mieli ha rammentato l’idea di una città comunque felice, al di là dei mille problemi.
Le cose vanno male, ha concluso il Presidente di Confindustria, ma bisogna prendere coscienza dei problemi e lavorare duramente per risolverli, altrimenti si continua ad aumentare il divario esistente tra politica e società civile.

2. La Campania e la Pubblica Amministrazione

Nella sua analisi, Montezemolo ha battuto molto il tasto sulla necessità di una riduzione della spesa pubblica per ovviare al problema di una pressione fiscale eccessiva, sia sulle imprese che sui lavoratori. Tale questione, particolarmente sentita oggi nel Nord Italia, rappresenta bene lo squilibrio sociale ed economico tra le due metà del Paese. Da un lato infatti il Nord vive sulle attività di un numero altissimo di piccole e medie imprese. Il Sud invece si fonda per lo più su di una realtà fatta di economia parastatale e pubblica molto estesa, che non crea un clima adatto per la nascita e lo sviluppo delle attività imprenditoriali.
È un dato di fatto che il Meridione abbia, come d’altronde lo stesso Presidente di Confindustria ha ricordato, delle enormi potenzialità in particolare nel campo dei servizi, del turismo e come “ponte” tra l’Europa e i mercati orientali.
Questo vero e proprio “tesoro” nascosto (lo stesso Montezemolo ha definito il Sud Italia, in un’altra occasione, come “la nuova frontiera”), negli ultimi anni, si è visto superare in termini di sviluppo e redditività da territori storicamente depressi come l’Irlanda.
A questo punto ci siamo domandati: com’è stato possibile? Di chi sono le responsabilità? Come si sono comportati i nostri amministratori locali?
Ricordiamo che la politica in Campania ha un nome solo, quello di Antonio Bassolino, sindaco di Napoli dal 1993 e dal 2000 Governatore della Regione. Se è vero che la stabilità politica è un valore, allora Napoli e la Campania dovrebbero essere una sorta di eden, visto che la maggioranza di centro-sinistra governa ormai da molti anni ai vertici regionali, in tutte le province e a Napoli.
Le maggiori polemiche politiche negli ultimi anni sono sorte a causa dell’attività di alcuni alleati di governo del partito di Bassolino, riferibili prevalentemente a Ciriaco De Mita (esponente storico ex DC e ora della Margherita) e a Clemente Mastella (anche lui un ex DC, ora segretario nazionale dell’UDEUR). L’opposizione di centro-destra ha prodotto ad oggi il commissariamento di Forza Italia, la “fuga” nel parlamento nazionale di tutti i leader politici che hanno provato a sfidare il potere bassoliniano senza successo (Bocchino, Malvano, Martusciello) e il rispolveramento di vecchi protagonisti della vita politica della Prima Repubblica.
Una delle modalità in cui si è manifestata l’azione di governo del centro-sinistra in Campania negli ultimi anni è stata la creazione di un numero sempre maggiore di soggetti pubblici, con una ovvia moltiplicazione di enti e di funzioni (con conseguente crescita e complicazione della macchina della burocrazia regionale).
Il noto giornalista Marco Travaglio ha riferito, durante la trasmissione “Anno Zero” del 21 Settembre 2006, che la Regione Campania ha creato 12 commissioni speciali che si sono aggiunte alle 6 ordinarie già esistenti, arrivando in totale a 18. Se si considera che i consiglieri regionali sono 60 e che per ogni commissione occorrono un Presidente, un VicePresidente e un Segretario, si ha la conseguenza che tutti i consiglieri regionali sono dirigenti di commissione. È facile immaginare la difficoltà per farle riunire, visto che evidentemente ogni membro è, per necessità, impegnato in varie attività politiche. Sulla utilità effettiva di questa moltiplicazione ci sono molti dubbi, basti pensare al fatto che esistono una “Commissione sul mare” e una “Commissione sul Mediterraneo”. Non conosciamo esattamente quali siano i diversi ambiti di azione delle due commissioni, ma certamente è discutibile che le loro competenze non possano essere accorpate.
Ma non finisce qui. Un altro fenomeno interessante che abbiamo avuto modo di verificare è stato il proliferare delle cosiddette società miste, a nostro avviso dei veri e propri ibridi giuridici. Se infatti una società nasce per perseguire un interesse di tipo privatistico (cioè il profitto della gestione), come diventa possibile conciliare questo con l’interesse pubblico?
Senza volerci dilungare troppo sulla filosofia alla base delle privatizzazioni (all’italiana) dei pubblici servizi, vogliamo soltanto ricordare che nell’ottobre 2006, il Presidente della commissione di Controllo delle Attività della Regione Antonio Peluso, ha presentato un dossier sulle società miste regionali. Il risultato è che ci sono 37 società partecipate direttamente dalla Regione (ma, con le partecipazioni indirette, il numero cresce ulteriormente), per un ammontare (i dati si riferiscono al biennio 2004/2005) di oltre 73 milioni di euro di contributi regionali, quasi 43 milioni di euro di perdite a fronte di 7 milioni di utili, 6.091 dipendenti che costano oltre un milione e mezzo di euro, 255 componenti dei consigli di amministrazione, per una spesa di oltre 6.5 milioni di euro.
Dal dossier, che fa riferimento agli anni 2004 e 2005, si evince che “la costituzione delle società è costata oltre 104 milioni di euro, con perdite, nel biennio 2005/2006, di oltre 42 milioni”. Le società in maggiore perdita sono la Bagnoli Futura (16 milioni, di cui oltre 1 a carico della Regione), Città della Scienza (circa 1 milione di euro, di cui 738.608,80 a carico della Regione) e Sepsa (circa 1,5 milioni di euro ricadenti interamente sul bilancio regionale).
C’è poi il capitolo delle consulenze con la EAV che nel 2005 ha superato il milione di euro, la EFI i 4 milioni, la Circumvesuviana i 3 milioni e Bagnoli Futura i 2,5 milioni, ecc.
Il “periodo d’oro” in cui queste società sono state costituite è l’era Bassolino che, con il piano quinquennale 2001/2006, ha fatto nascere 33 società su 37, le quali a loro volta hanno acquisito altre quote. Tutte le società hanno una totale autonomia “di fatto” nel reclutamento del personale, con 4.500 dipendenti assunti senza concorso.
Dal dossier risulta anche che ci sono dei veri e propri “stakanovisti” dei consigli di amministrazione delle società miste, ovvero persone che ricoprono contemporaneamente diversi incarichi nelle numerose società.

3. Emergenza Campania?

Se questa moltiplicazione di enti è stata figlia di una precisa volontà politica, a nostro avviso, il risultato è stato centrato in pieno. Oggi, come ieri, la Campania vive e prospera sull’economia del settore pubblico. Con la creazione di società miste o a partecipazione pubblica (sottoposte a regime di diritto privato) si è cercato di emulare le regole e le strutture del mercato, nella speranza di indurre a comportamenti virtuosi nelle scelte amministrative.
Riteniamo che questa strategia d’azione sia stata fallimentare. Alcune delle sunnominate società sono state infatti costituite allo scopo di risolvere alcuni annosi problemi, in particolare della città di Napoli. Come non pensare infatti alla questione della mancata bonifica dell’area ex-Italsider di Bagnoli che da anni è un rebus irrisolto, prima per le amministrazioni cittadine e ora per la “Bagnoli Futura”?
La Campania è stata l'unica ad avere assegnato a una società —Soresa — il compito di rientrare dal debito sanitario che negli anni ha galoppato verso i 6 miliardi.
L’Asl 1 di Napoli, la più grande d'Europa e la più indebitata al mondo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: esperti, medici e pazienti. Basti pensare che su 1.000 interrogazioni consiliari, oltre il 50% ha avuto per oggetto lo sfascio in cui versa il sistema sanitario campano che assorbe il 60% di un bilancio che ha numeri da paura (oltre 20 miliardi).
A questo si devono aggiungere le croniche mancanze di progettualità volte al miglioramento della qualità della vita dei cittadini (basti pensare al caso di Vigliena dove, dopo l’approvazione di un progetto volto alla bonifica e al recupero di terreni ex industriali, si è invece preferito costruire una centrale termoelettrica), i ritardi nella gestione di emergenze ormai permanenti, come la raccolta dei rifiuti, la criminalità organizzata, la mancanza di alloggi, nonché le inefficienze di settori come il trasporto pubblico, la mancanza di politiche per i giovani e per l’occupazione, ecc.
La Campania vive oggi ore critiche alle quali la sua classe dirigenziale politica sembra voler dare la stessa non-risposta politica e di azione di sempre.

4. Un’analisi economica del discorso di Montezemolo

I richiami del Presidente Montezemolo al contenimento della spesa pubblica trovano quindi in Campania un terreno di applicazione molto ampio.
La filosofia che c’è alla base delle sue considerazioni è molto semplice. Se nel mondo imprenditoriale l’obiettivo principale è quello della creazione del profitto, che è il segnale più chiaro che l’azienda ha per convalidare o correggere le proprie azioni, nel settore pubblico non esiste – in maniera speculare – un medesimo indice.
Esiste invece la soddisfazione dei cittadini sulla qualità dei servizi pubblici. Questa si manifesta democraticamente attraverso l’esercizio del diritto di voto.
In Campania però il sistema politico clientelare ha falsato il gioco democratico, facendo sì che talora i rappresentanti eletti non necessariamente siano portatori dell’interesse generale.
Abbiamo visto che, anche quando il pubblico si “traveste” da privato, con la creazione di società miste per l’erogazione di servizi, il risultato non migliora. Se infatti questa scelta nasce dalla volontà di assoggettare gli enti che erogano servizi ad un sistema di gestione di tipo manageriale che renda necessaria la presentazione di un bilancio, i risultati fallimentari, dovuti proprio alla particolare natura dei servizi forniti, rendono tutto questo sforzo inutile.
A maggior ragione se si tratta di erogare prestazioni in regime di monopolio. In questo caso le vere vittime sono i clienti (ex-utenti), poiché non solo si vedono aumentare i prezzi secondo i livelli stabiliti dal mercato, ma continuano a contribuire con le tasse al mantenimento dei servizi stessi.
Inoltre poiché i bilanci di queste società sono spesso in perdita, il socio ente pubblico è costretto ad intervenire, con sostanziosi aumenti di capitale o conferimenti in danaro per ripianare i passivi e consentire alle società stesse di proseguire l’attività.
Questo sistema ha portato a una crescita economica pari a zero e a servizi pubblici costosi quanto inefficienti: oggi la pubblica amministrazione costa più dei servizi che eroga.
La soluzione che auspichiamo è quindi, per quanto possibile, ridurre i settori di monopolio e predominio dell’economia pubblica a favore della realizzazione di un mercato con attori privati in reale competizione tra loro.
Al pubblico potranno essere lasciati i settori di gestione delle grandi reti, mentre il resto, in particolare i servizi, potrà essere gestito da privati in regime di competizione.

5. Un’analisi politica del discorso di Montezemolo

Montezemolo ha suggerito a maggioranza ed opposizione l’esigenza di avviare un tavolo di confronto per affrontare una grande riforma istituzionale. Questa, secondo il Presidente di Confindustria dovrà includere il rinnovo della Costituzione, meno “pesante e complessa”, riforme che diano maggiori poteri al premier («che deve potersi scegliere i ministri, non è possibile che abbia meno prerogative di un qualsiasi sindaco»). E poi gli altri imperativi: ridurre i costi della politica (abolire alcune province “costose e inutili”) e decidere una volta per tutte sul federalismo (“ora non siamo né di qua né di là”).
Se per il governo del Paese è possibile in gran parte condividere il richiamo di Montezemolo, a nostro avviso, per la Campania, nonostante vi siano problematiche altrettanto complesse che richiederebbero uno sforzo comune, non è possibile pensare di lanciare la proposta di un tavolo delle grandi intese.
Nella nostra Regione infatti il potere è nelle mani di poche correnti politiche che si scontrano per mantenere intatti i propri spazi e sfere di influenza. I partiti minori della maggioranza sono poco più che satelliti orbitanti intorno alle grandi forze. Non c’è rinnovamento e i giovani vengono spesso costretti a seguire le direttive imposte dalle direzioni dei partiti.
Le forze di opposizione vengono spesso percepite come acquiescenti alla maggioranza (accontentandosi di agire nei piccoli spazi di manovra che vengono lasciati loro) o semplicemente troppo deboli per poter fare qualcosa di concreto.
In questo quadro non si può auspicare un tavolo delle grandi intese in Campania, poiché il rapporto di forze attuale è troppo squilibrato a favore dei grandi poteri conservatori della maggioranza.
Ma, nonostante tutto, la Campania rimane vitale ed attiva. Molte sono le proposte provenienti dalla società civile, volte a supplire alla cronica mancanza di iniziativa politica. Comitati e associazioni nascono su tutto il territorio e riescono ad unire persone di provenienza molto diversa, che hanno a cuore lo sviluppo della propria terra. Sarebbe ora che le forze politiche se ne accorgessero e iniziassero a far proprie alcune delle esigenze prospettate dai cittadini.
Al momento non esiste un partito o un personaggio che sia in grado di catalizzare il consenso dei delusi e dei tanti che vogliono seriamente fare qualcosa per migliorare la situazione.
Qual è quindi la soluzione per Napoli? Rimarrà l’immobilismo o ci sarà finalmente la possibilità di impostare una seria e concreta politica di sviluppo?
La storia ci insegna che l’immobilismo non è eterno e che gli equilibri, per un caso o per un altro, saltano.
La politica deve andare incontro alle esigenze dei cittadini senza strumentalizzare i problemi esistenti utilizzandoli esclusivamente a fini elettorali, propagandistici e di polemica contro gli avversari. È necessario concentrarsi attivamente per la risoluzione delle questioni. Oggi la lotta politica è fatta di sterili attacchi reciproci, è un teatrino, come molti dicono, che non porta a scelte concrete e a un progresso reale della nostra terra.
Robert Kennedy disse, citando G.B. Shaw: “Alcuni vedono la realtà e si chiedono: perché? Io sogno l’impossibile e mi chiedo: Perché no?”

I fondatori: Luigi Esposito e Mario de Riso di Carpinone

lunedì 25 giugno 2007

Il Sindaco Iervolino boicottata dalla sua stessa squadra?

Lo scorso 9 giugno, alcune delle più importanti testate cittadine hanno dato ampio risalto alla notizia della revoca da parte della Regione di 53,3 milioni di euro destinati a finanziare ben 51 progetti di recupero e restauro, in vari comuni della Campania.

Si trattava dei fondi Por 2000-2006, ritirati a causa del ritardo nell’indizione dei bandi delle gare d’appalto da parte dei comuni. Il termine ultimo era infatti il 31 dicembre 2006.

Tra le città più danneggiate c’è Napoli, che vede andare in fumo più di 11 milioni di euro che dovevano servire tra l’altro per il restauro di Villa Ebe e del museo Filangieri. Addio anche ai fondi per sistemare la strada tra Mergellina e largo Sermoneta e ai soldi per recuperare le zone circostanti le catacombe di San Gennaro. In Campania un duro colpo l’ha subito la portualità turistica, con la perdita di oltre 18 milioni di euro. In provincia di Salerno, ben 7 milioni sono stati revocati a dodici diversi progetti d’intervento forestale nel Parco Nazionale del Cilento.

Le reazioni da parte delle istituzioni locali non si sono fatte attendere. Il Sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino è andata su tutte le furie, affermando (citiamo testualmente da quanto riportato tra virgolette sul Corriere del Mezzogiorno del 9 giugno): “Perdere quei fondi è una cosa di una gravità inaudita; quello che è accaduto qui, in quest’amministrazione, facendo scadere i termini per le gare è una cosa che il Sindaco non dimenticherà”.

A questo punto una prima osservazione sorge spontanea: siccome il Sindaco è il capo dell’amministrazione comunale, la Iervolino si è sostanzialmente arrabbiata con sé stessa e la sua squadra oppure ritiene che qualcuno, all’interno di Palazzo S.Giacomo, abbia cercato di tirarle una trappola?

Quale che sia la verità, la prima conseguenza dell’arrabbiatura del Sindaco è stata la decisione di non rinnovare il contratto al dirigente che doveva seguire il procedimento amministrativo relativo all’assegnazione dei fondi.

Tra gli interventi pubblicati sul “Corriere del Mezzogiorno” hanno rilievo anche le dichiarazioni dell’assessore comunale all’Edilizia, Felice Laudadio, il quale si è assunto “tutte le responsabilità” del fallimento, in quanto le deleghe le conferisce lui, dichiarandosi “indignato” e condividendo “pienamente l’analisi del Sindaco”, ma attribuendo l’accaduto anche “alla politica, certo, ma soprattutto al metodo ormai obsoleto e non solo alla responsabilità dei miei dirigenti”.

A questo punto un nuovo dubbio si fa strada: ma se l’assessore si è dichiarato responsabile, perché a pagare è un suo dirigente? Inoltre, se Laudadio è d’accordo con il Sindaco, come mai, subito dopo afferma che le colpe sono dovute al metodo ormai obsoleto di assegnazione? Se le responsabilità sono del sistema, perché a pagare è stato solo un mero esecutore dell’iter burocratico?

L’assessore ha comunque promesso battaglia e ha annunciato che alla luce di quanto accaduto, pretenderà l’applicazione rigorosa della legge 15/2005 per evitare che si verifichi nuovamente un problema del genere. Tale normativa impone l’indizione di una conferenza di servizi, mettendo tutti gli interlocutori intorno a un tavolo, dove si decide a maggioranza entro 60 giorni e senza rinvii.

Visto che del senno di poi sono piene le fosse, desideriamo domandare all’assessore Laudadio per quale motivo non si è pensato di applicare la procedura prevista dalla legge 15/2005 prima di perdere i fondi, visto che – tra l’altro – sono trascorsi ben sei mesi tra la scadenza del termine (31 dicembre 2006) e la decisione di revoca della Regione (inizio giugno 07).

Fortunatamente sembra che si stia già lavorando per recuperare in qualche modo i fondi perduti grazie a nuovi accordi con la Regione, ma rimane l’amarezza di constatare che si è sempre costretti a rincorrere e utilizzare ulteriori risorse per ovviare agli errori commessi prima.

Luigi Esposito e Mario de Riso

domenica 24 giugno 2007

Grazie ragazzi del 115


Sono le 3.50 del mattino di domenica 24 giugno 2007.
Vi chiederete cosa faccio ancora sveglio a quest'ora?!? Ebbene dopo essere stato in pizzeria con i miei amici, ho iniziato a scrivere un articolo che dovrò consegnare entro la serata di oggi. Mentre stavo al pc ho intravisto una forte luce rossa riflessa sulla parete dell'edificio di fronte il mio balcone. Incuriosito mi sono affacciato e ho notato che avevano acceso la grossa montagna di rifiuti (circa 5m*3m con altezza quasi di 1,20m) sotto casa mia. Il fuoco aveva già attecchito gran parte della spazzatura e le fiamme erano già corpose e alte.
Il problema è che la catasta di rifiuti non era circoscritta ma circondata da un lato da alberi e dall'altro da 3 auto, quindi avrebbe facilmente trovato modo di espandersi provocando dei danni seri.
Ho chiamato subito la sala operativa dei Vigili del Fuoco di Napoli che, in soli 10 minuti, ha mandato una squadra di cinque uomini che, con i loro idranti agli schiumogeni, ha spento l'incendio in pochi minuti.
I ragazzi, per essere certi di aver spento totalmente anche i focolai più nascosti, si sono immersi nel cumulo di spazzatura, spostandola e agendo così nel cuore dei rifiuti.
Voglio sinceramente ringraziare questi uomini e l'intero corpo dei Vigili del Fuoco per la loro azione e dedizione.
Luigi Esposito

giovedì 21 giugno 2007

Un grazie a Caserta24ore

Desideriamo ringraziare il gentilissimo direttore Paolo Mesolella che ha ripreso il nostro "lancio" sulla giornata nazionale sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).
Un saluto a tutti,
Luigi

Accendiamo i riflettori sul “Summer Quiz”


Chi ha seguito una recente puntata di “Striscia la Notizia” ha forse avuto modo di imbattersi in una segnalazione relativa alla trasmissione “Summer Quiz”, che va in onda in questi giorni in Campania su Capri Sport e ReteCapri.

Gli spettatori segnalavano che la trasmissione era registrata e che era impossibile partecipare al quiz. La conseguenza era che tutte le persone che telefonavano per concorrere al quiz non riuscivano ad accedere alla puntata.

Incuriosito da questa storia, ho deciso, alcune sere fa, di tirar tardi e di constatare con i miei occhi cosa succedesse in questa trasmissione.

Ho avuto modo di seguire la puntata andata in onda nella notte del 16 giugno scorso. La prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stata la presenza di numerose scritte in sovrimpressione e tre numeri di telefono “899”. Ho potuto leggere, tra l’altro, un rinvio al regolamento sul sito http://www.summerquiz.info/, la scritta fissa “Televendita pacchetto di 20 tra loghi e suonerie legate al concorso a premi V.M. 18 anni” e quella a scorrimento “Televendita loghi e suonerie offerte da “Esperidi srl”. La telefonata ha il costo di 15 euro ivato ed assicura l’acquisto di 20 tra loghi e suonerie e dà solo la possibilità di essere estratti per andare in diretta a partecipare gratuitamente al concorso a premi-servizio vietato ai minori di 18 anni”. Di quando in quando ho avuto modo di notare anche una ulteriore scritta intermittente “telefonata dimostrativa promozionale”.

Il quiz era condotto da una bella ragazza, Chiara, la quale invitava gli spettatori a chiamare in diretta la trasmissione per partecipare a dei giochi, a mio avviso, di una notevole stupidità. Chi infatti non sarebbe in grado di indovinare l’anagramma di “I-S-A-L-A-T-A-N” o “S-O-C-P-R-E-A”, il cantante di “O’ Zappatore” o qual è il regista di “Monella”? Forse non alla prima telefonata, ma quanto può essere realistica una sfilza di decine di chiamate durante le quali nessuno riesce a indovinare banalità del genere?

Indubbiamente ci sono stati dei vincitori, ma la cosa più curiosa è che prima della telefonata vincente, appariva come per magia la scritta (di difficile individuazione sullo schermo): “telefonata dimostrativa promozionale”.

Il montepremi oscillava dai 5.000 euro ai 1.000 euro, senza una logica consequenziale precisa.

Insospettito, ho deciso di andare a visitare il sito http://www.summerquiz.info/ per cercare di saperne di più. Premettendo che non è possibile una lettura comprensibile del testo del regolamento, in quanto la pagina web ritorna automaticamente, dopo pochi secondi, alla visualizzazione iniziale, di seguito riporto i punti salienti.

Il legale rappresentante della “Esperidi Srl Socio Unico”, con sede a Trappeto (Palermo) in via Ciaramitaro n° 1, è il signor Gioacchino D’Asaro il quale, il 24 Maggio, a Palermo ha sottoscritto il regolamento del concorso a premi denominato “Summerquiz”, volto a favorire la conoscenza e la vendita di loghi e suonerie per telefoni cellulari con il sistema del “servizio a sovrapprezzo”, a mezzo di un call-center completamente automatico ed operante 24 ore su 24.

Il cliente, dopo la telefonata, acquista il prodotto consistente in un pacchetto a sua scelta di 20 loghi e/o suonerie.

La partecipazione al concorso a premi è gratuita e condizionata all’acquisto dei prodotti ed è possibile 24 ore al giorno. Il concorso prevede, attraverso un sistema computerizzato, la selezione, operata con un rapporto di uno a seicento, di un determinato numero di acquirenti i quali vengono ammessi a partecipare al “Summerquiz”.

Quando la telefonata degli spettatori viene effettuata al di fuori della messa in onda della diretta televisiva, colui che viene sorteggiato come partecipante verrà poi ricontattato da un addetto della società promotrice.

Il concorso a premi è iniziato il 01/06/07 e terminerà il 31/08/07. L’ambito territoriale del concorso è nazionale.

Nel caso in cui per un periodo prolungato, e comunque non rispettoso dei tempi televisivi, il sistema computerizzato non dovesse indirizzare in diretta alcuna chiamata verranno comunque trasmesse telefonate virtuali, a scopo meramente dimostrativo, e che in nessun modo pregiudicheranno la possibilità degli acquirenti di partecipare al concorso, né di rispondere tempestivamente al quesito posto.

Una volta letto il regolamento si possono trarre alcune conclusioni. A mio avviso, la trasmissione potrebbe anche essere in diretta, ma la produzione dovrebbe mettere in maggior evidenza la differenziazione tra le “telefonate virtuali” (così definite da regolamento) e quelle reali, in quanto la scritta telefonata dimostrativa promozionale compariva a intermittenza sul teleschermo in maniera poco visibile. Inoltre, nella trasmissione a cui ho assistito, le telefonate dei vincitori sono sempre state precedute dalla comparsa della scritta, poco leggibile, "telefonata dimostrativa promozionale" con la conseguenza che in quella puntata non vi è stata alcuna vincita reale.

Sottolineo anche che la conduttrice del programma non ha mai fatto riferimento all’esistenza di queste telefonate dimostrative (la cui esistenza è riportata solo in un regolamento di difficile lettura) e che quindi uno spettatore medio, un po’ disattento, può facilmente cadere in errore, invogliato dalla possibilità di vincere parecchi soldi con un quiz di banale risoluzione ma a cui, in buona sostanza, non è messo in modo di partecipare.

Alla luce di quanto esposto sarebbe a mio avviso opportuno che qualcuno possa chiarire la situazione, soprattutto pensando a tutti coloro che si illudono di poter vincere facilmente, e invece spendono decine e decine di euro per ritrovarsi solo con qualche suoneria di cellulare… Amara consolazione!

Ho spedito questa missiva anche al dott. Benedetto di Meglio, Presidente Federconsumatori Campania Napoli.

Lasciate i vostri commenti sul nostro blog: http://vivacampaniaviva.blogspot.com/.
Potete scriverci a vivacampaniaviva@libero.it
Vi saluto tutti cordialmente,

Centro culturale VivaCampaniaViva
Il Presidente
Luigi Esposito

Giornata Mondiale sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) 18 - 23 giugno 2007

Sarà celebrata domani, giovedì 21 giugno, la Giornata Mondiale di sensibilizzazione sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), giunta quest’anno alla decima edizione.

Numerose le iniziative messe in campo dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA) anche a Napoli e in provincia. Uno stand dell’associazione sarà allestito, da giovedì 21 a sabato 23 giugno, all’interno del Centro commerciale Auchan di Giugliano e presso il Parco Commerciale “I Pini” di Casoria. Personale autorizzato fornirà informazioni ed effettuerà una raccolta di fondi attraverso l’offerta di un fiore ecologico assemblato con l’acqua.

Sempre domani prenderà il via anche la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi nel corso della quale - attraverso il numero di Conto Corrente Postale n.17464280, intestato ad AISLA Onlus - si potrà dare il proprio contributo alla ricerca.

La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una grave e invalidante patologia neurodegenerativa, che consiste nella morte delle cellule nervose deputate a portare gli impulsi che permettono i movimenti della muscolatura scheletrica volontaria.

Anche questa volta a fianco dell'AISLA c’è il cantautore Ron, testimonial ufficiale dell'Associazione che per l'occasione ha realizzato uno spot radiofonico che verrà mandato in onda dalle principali stazioni nazionali e da alcune radio locali. Ron sarà domani a Palermo per un concerto con l'Orchestra Sinfonica Siciliana al Teatro Politeama Garibaldi, il cui incasso sarà devoluto all'AISLA e alla ricerca sulla SLA.

Ufficio stampa
AISLA Onlus

giovedì 7 giugno 2007

“Aisla” “Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica”

Cari amici, ho ricevuto questa mail da mia cugina Antonella, di professione giornalista:

“Caro Gigi,

come tu ben sai collaboro attivamente con la “Aisla”, “Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica”, per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica su questa gravissima patologia che da decenni, ma soprattutto in questi ultimi anni, colpisce per lo più giovani.
Il 23 giugno hanno organizzato la vendita di piantine per raccogliere fondi destinati alla ricerca.

I punti di vendita sono i due ipermercati “Auchan” di Giugliano e “I pini” di Casoria. Scarseggiano i volontari per la vendita che dovranno dare la loro disponibilità, alternandosi tra loro, solo per alcune ore. Puoi aiutarmi a diffondere la richiesta e a raccogliere consensi da parte di chi, con la sua generosità, può mettere a disposizione poche ore della sua vita per una grande causa?

Grazie, Antonella
P.S. Stai andando forte con i tuoi articoli, bravo! Non rubarmi il mestiere.”
Chi vuole aggregarsi a noi, per trascorrere una piacevole giornata, ci può contattare alla mail vivacampaniaviva@libero.it
Un saluto a tutti,

Luigi Esposito

Premio Internazionale Città di Mariglianella "Gallo d'Oro"

Cari amici,
vogliamo ringraziare la giornalista de “Il Mattino” Anita Capasso, organizzatrice della manifestazione “Premio Internazionale Città di Mariglianella: Gallo d'Oro" che, il 14 Luglio, conferirà un riconoscimento, nel settore ambiente, al nostro blog.
La rassegna si concluderà il 15 luglio con la manifestazione: “I cortili della tradizione con vecchi mestieri e canti popolari.”
Ovviamente saremo presenti alla manifestazione, ben lieti di ricevere il premio.
I prossimi giorni vi daremo il calendario delle attività della manifestazione, vi aspettiamo in tanti.
Ancora Grazie Anita!!!!!!!

Luigi Esposito e Mario de Riso di Carpinone

martedì 5 giugno 2007

La raccolta differenziata in Campania: un punto sulla situazione

Ogni volta che si discute della questione rifiuti in Campania, la convinzione più generale è che l’emergenza nasca dalla mancanza di discariche, e che questa derivi dalla ferma opposizione della popolazione dei comuni dove queste vengono individuate, nella convinzione che queste portino pericoli per la salute dei cittadini.

Naturalmente questo punto di vista riflette i convincimenti dell’uomo della strada il quale, male informato da telegiornali o semplicemente perché stanco di vivere a contatto con cumuli maleodoranti di rifiuti, non trova di meglio che credere al commissario straordinario di turno che si trova a lottare con sindaci e “pasionarie” per far scaricare i camion dell’immondizia.

A mio avviso, le responsabilità più grandi della gestione commissariale sono da individuare nel fatto che ha cercato solo di togliere i rifiuti dalle strade (talvolta – come si sa – non riuscendoci nemmeno), senza organizzare e studiare una politica di medio-lungo periodo per la definizione di questa peculiare questione. O meglio, l’unica soluzione individuata è stata quella di procedere alla rapida costruzione del più grande inceneritore-termovalorizzatore italiano, ad Acerra. Decisione di rara miopia, visto che le cd. “ecoballe” che si sono accumulate in questi anni non possono essere bruciate in quanto non sono state correttamente trattate. Se lo fossero, la Campania correrebbe il rischio di essere esposta ad una catastrofe ambientale probabilmente ancor più grave.

Le persone un po’ più avvedute e che hanno magari una esperienza di vita vissuta altrove, hanno suggerito la necessità di avviare una seria politica per la differenziazione della raccolta dei rifiuti e di non considerare la costruzione del termovalorizzatore come la panacea di tutti i mali. Da più parti si è definita questa come la soluzione del problema campano e molto recentemente se ne è iniziato (era ora!) a parlare anche a livello politico.

Piuttosto incredibilmente (visti i presupposti), sono già 95 i comuni campani che hanno superato la soglia del 35% di raccolta differenziata e sono stati premiati da “Comuni Ricicloni”, la classifica annuale stilata da Legambiente sulle performance nella gestione dei rifiuti delle città italiane. Particolarmente in provincia di Salerno troviamo comuni molto virtuosi, tra i migliori d’Italia: Atella Lucana arriva al 96,1% di raccolta differenziata, Rofrano 91,9, Giffoni Sei Casali 77, San Cipriano Picentino 75,3, Bellizzi 73,3, Montecorvino Rovella 72,2, Corbara 69,3, Padula 68,5. Ma anche la provincia di Avellino e quella di Caserta hanno comuni che si distinguono con percentuali di differenziata ben superiori al 35% (che sarebbe il minimo al quale l’Italia sarebbe dovuta arrivare per adeguarsi alle direttive UE in materia).

Paradossalmente però proprio questi Comuni che spingono e puntano sulla raccolta differenziata sono fortemente penalizzati. Infatti, tranne l’insufficiente impianto di Polla (che è stato anche chiuso nell’ottobre del 2006), la Campania non ha strutture per il trattamento della frazione umida dei rifiuti, i cosiddetti “impianti di compostaggio”. Pertanto, le amministrazioni che separano l'umido da carta, vetro e plastica sono incredibilmente costrette a pagare (e tanto) per smaltire fuori dai confini regionali i propri rifiuti organici. In Campania il Commissariato ha lavorato per trovare nuove discariche, ha creato impianti per la produzione di CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) che sono 7 ormai in tutta la regione, ha fatto costruire un inceneritore e ne ha messo in cantiere un altro, ma non ha pensato agli impianti di compostaggio, con la conseguenza che i rifiuti organici dalla Campania si devono portare in Calabria, Puglia o in Sicilia, con un dispendio economico pazzesco e con costi ambientali molto elevati.

Oltretutto al danno si aggiunge la beffa. Nella provincia di Salerno, ci sono ben 156 Comuni che hanno una raccolta differenziata che complessivamente sfiora il 25%, quasi il doppio della media regionale. Questi spendono complessivamente almeno 150 milioni all'anno per gestire il servizio di raccolta e smaltimento, con un costo compreso tra i 70 e i 140 Euro a tonnellata solo per il trasporto della frazione umida oltre i confini regionali. Il trasporto è quasi interamente nelle mani dei clan della camorra che più vanno lontano a sversare l'immondizia e più ci guadagnano!
A conti fatti, con una spesa di 3,5 milioni di euro, si potrebbe costruire un impianto di compostaggio per trattare in loco 25mila tonnellate di organico, equivalenti a un bacino di utenza di 400mila abitanti, realizzabile, collaudo incluso, in 12 mesi e in grado di funzionare per almeno 15 anni.

La Campania, quindi sconta i quasi venti anni di assenza di politiche di pianificazione per la risoluzione definitiva della questione rifiuti.

I buoni risultati dei tanti comuni che praticano la raccolta differenziata, ma che la pagano così cara, indicano che la vera questione riguarda il controllo della criminalità organizzata su traffico e smaltimento dei rifiuti.

E’ oggi una fondamentale e ineludibile scelta strategica l’apertura di impianti di compostaggio che consentano lo smaltimento della frazione umida e quindi un incentivo forte per i comuni alle attività di raccolta differenziata. Bene si è fatto a costruire i sette impianti per la produzione di CDR, ma non basta. Oggi invece vanno aperti molti impianti di compostaggio e va attivata – a iniziare dai comuni fino a 15.000 abitanti - la raccolta differenziata con sistema porta a porta e non affidarsi alla campana per strada. Se questo ciclo prende piede, allora sì che funzioneranno bene anche gli impianti per la produzione di CDR, perché arriverà meno frazione organica nella struttura, quella porzione del rifiuto che crea problemi alla produzione di combustibile.

Avviare una seria ed efficiente politica di gestione è dunque possibile e risolverebbe la piaga dell’emergenza una volta per tutte.

Mario de Riso di Carpinone

Grazie a "caserta24ore.org"

Vogliamo ringraziare Paolo Mesolella,
Direttore del portale informatico "caserta24ore.org",
che ha pubblicato il nostro articolo:
"Il sindaco Iervolino sogna Spiderman?"

Luigi Esposito e Mario de Riso di Carpinone

sabato 2 giugno 2007

Il sindaco Rosa Russo Iervolino sogna Spiderman?

Sul giornale “Il Mattino” di Napoli di martedì 29 maggio 2007, a pagina 38, il primo cittadino di Napoli, Rosa Russo Iervolino traccia un breve bilancio del suo primo anno del suo secondo mandato da sindaco e afferma:
Certo, non mi aspettavo la crisi dei rifiuti, non immaginavo una simile situazione. E soprattutto immaginavo un bilancio senza troppi problemi. Invece stiamo soffrendo ancora, anche perché Prodi ha ereditato la catastrofe lasciata da Berlusconi.”
Mi sono subito chiesto:
“Davvero la crisi dei rifiuti non è ancora così evidente a tutti? Il bilancio del Comune è in sofferenza per la catastrofe dei conti lasciata da Silvio Berlusconi?”

Incuriosito dalle affermazioni espresse sia sul bilancio del Comune di Napoli, sia sul problema dell’emergenza rifiuti in Campania, inizio a operare le mie solite ricerche e scopro che, in Campania, molti comuni non pagano i servizi forniti dal Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti.

Invano Guido Bertolaso ha chiesto che i debiti venissero soddisfatti, così come aveva già fatto il suo predecessore il prefetto Corrado Catenacci al quale, il 28 gennaio 2005, erano stati assegnati poteri straordinari per incassare sia i debiti dei comuni sia le tasse sui rifiuti non pagate dai cittadini. I comuni avrebbero dovuto versare al Commissario 37 milioni di euro quell’anno, ma ne arrivarono effettivamente solo 7 milioni.

Oggigiorno si è deciso di attuare la linea dura e una recente ordinanza firmata dal Presidente del Consiglio Romano Prodi, «a fronte dell’ingente morosità dei comuni della regione Campania nel pagamento della tariffa di smaltimento dei rifiuti» autorizza ad una «compensazione». In pratica ai comuni morosi non verranno assegnati dal Ministero dell’Interno «le somme attribuite dallo Stato a titolo di trasferimenti erariali», fino a raggiungere la cifra dovuta al Commissario. In altre parole non si assegneranno a questi comuni parte delle tasse incassate dallo Stato e destinate agli enti locali fino al recupero del debito che questi hanno per i servizi del Commissariato dell'emergenza rifiuti.

Si comincia con i debiti più recenti, quelli accumulati tra l’1 Giugno e il 31 Dicembre 2006, partendo dai comuni più grandi, quelli che superano i 50mila abitanti. Stiamo parlando di Acerra, Afragola, Aversa, Battipaglia, Benevento, Casalnuovo di Napoli, Caserta, Casoria, Castellammare di Stabia, Cava de’ Tirreni, Ercolano, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Napoli, Portici, Pozzuoli, Salerno, Scafati e Torre del Greco. Questi comuni, in appena 7 mesi, hanno accumulato ben 43 milioni di euro di debiti nei confronti del Commissario. Ed è solo una parte. Sommando quanto dovuto negli ultimi sei anni arriviamo a cifre incredibili: Napoli deve un totale di 83 milioni di euro, Salerno 7, Caserta 6,6, Benevento 3,4. E ancora: Marano 3,8, Quarto 2,7, Eboli 2,68, Melito di Napoli 2,23, Ischia 2,21. E questi sono solo i "grossi" comuni.

Continuo la mia ricerca e scopro che, in una nota diffusa dall’Adnkronos del 16 Maggio 2007, Gennaro Capodanno, Presidente del Comitato Valori Collinari, afferma:
"Diciamo basta ad un Sindaco che da un lato giustifica ed approva i benefit dei quali si sono di recente dotati i consiglieri comunali, dall'altro annuncia altri rincari con l'aumento della tassa per i rifiuti solidi urbani.”
Penso:
Il comune di Napoli deve 83 milioni di euro al Commissariato per i rifiuti e noi cittadini subiremo un aumento della TARSU? Tutto questo per colpa della catastrofe lasciata da Silvio Berlusconi?”

Continuo la mia ricerca e considero che, nel lontano 1993, il PDS invia Antonio Bassolino a Napoli come commissario del partito, travolto dagli scandali di tangentopoli. Bassolino viene candidato a Sindaco superando il principale avversario, Alessandra Mussolini, al ballottaggio del 5 Dicembre 1993. La sua maggioranza porta a termine il mandato e nel Novembre 1997 viene rieletto con il 72,9% dei voti al primo turno.

Nel 2000 Bassolino abbandona l'incarico di Sindaco e si candida alla Presidenza della Regione Campania dove viene eletto con la maggioranza assoluta dei voti (54,3%), passando il testimone del Governo della città di Napoli a Rosa Russo Iervolino che, nel 2001, viene eletta Sindaco di Napoli con il 52,9% dei voti battendo, al ballottaggio, il candidato del centrodestra, Antonio Martusciello. La Iervolino, viene poi riconfermata Sindaco nel 2006, con il 57% delle preferenze, contro il candidato del centrodestra Franco Malvano, ex Questore di Napoli.

Questo per dire che la coppia Bassolino-Iervolino guida Napoli dal lontano 1993. Stiamo parlando di un Governo cittadino che dura da ben 14 anni. Per capirci, il Centro-Sinistra ha iniziato a governare Napoli ancor prima che nella città ci fosse la diffusione di Internet, mezzo attraverso il quale diffondiamo i nostri articoli, in quanto il primo provider napoletano Synapsis ha iniziato la sua attività solo ad inizio 1995.
Ho quindi ricordato le parole di Marco Travaglio che, nella puntata di Annozero del 21 Settembre 2006, parlando a proposito della politica in Campania, affermava:
“Se è vero che la stabilità è un valore, Napoli e la Campania dovrebbero essere fortunatissime perché il Centro Sinistra governa in Regione, governa a Napoli e in tutti gli altri capoluoghi di provincia e governa in tutte le province; quindi praticamente è un monocolore.”

Sempre su “Il Mattino” di Napoli del 31 maggio 2007 a pagina 35 il sindaco Iervolino esclama:
“A Napoli il problema rifiuti lo abbiamo ereditato e non creato, ma siamo stati capaci anche di affrontarlo e risolverlo.”
Subito mi domando:
“Sono stati capaci di affrontarlo e risolverlo?”

Ma se solo due giorni prima il Sindaco esclamava che non si aspettava la crisi dei rifiuti, non immaginando che si potesse arrivare a una simile situazione!?

Mi chiedo quindi cosa possa essere successo il 30 di Maggio 2007 in Campania, giorno in cui - evidentemente - si è risolta l’emergenza rifiuti. Qual è stata la causa risolutiva del problema?
Riflettendo su quest'ultimo interrogativo, sfogliando sempre “Il Mattino” del 31 Maggio 2007, a pagina 10 leggo, nella rubrica di Pietro Gargano, questa frase di “andreaippolito9@libero.it”:

“Ho sognato Spiderman che, con le sue forti ed elastiche ragnatele, ha cominciato a tirare su tutti i sacchetti di rifiuti che, oramai fuoriusciti dai cassonetti, giacevano in un raggio di 5-6 metri. Aveva trasformato le sue ragnatele e le aveva modellate fino a dar loro la forma di un enorme sacco che conteneva una quantità abnorme di rifiuti.”
Al che la domanda mi è sorta spontanea:
“La Iervolino ha, forse, fatto lo stesso sogno?”

Luigi Esposito