martedì 23 ottobre 2007

Il caso Bagnoli

Malgrado le trionfalistiche dichiarazioni di esponenti del Comune di Napoli e di Bagnoli Futura, la riqualificazione dell’area di Bagnoli segna ancora il passo.
La bonifica dei suoli industriali ristagna, “offuscata” dai lavori di opere assolutamente marginali (lo stabulario delle tartarughe) o speculative (la Porta del Parco). Il Parco dello Sport, di cui appare estremamente dubbia l’annunciata chiusura dei lavori per dicembre, segna un ritardo dovuto al ritrovamento nel sottosuolo di quantità di amianto maggiori del previsto: circostanza che l’Assise di Napoli denunciava inascoltata da anni.
L’Accordo di Programma Quadro che coinvolge il sito di Piombino per lo smaltimento della colmata a mare e delle scorie presenti nell’area marina di Bagnoli, malgrado il ministro Pecoraro Scanio avesse assicurato che a settembre sarebbero iniziati i lavori di rimozione, è ancora privo di operatività, mancando tutte le firme delle istituzioni coinvolte.
I cittadini di Piombino si oppongono giustamente ad una soluzione pasticciata che, invece di garantire ad ogni territorio il corretto recupero in loco delle scorie di bonifica, imbastisce un dispendioso gioco delle tre carte tra i siti d’interesse nazionale.
Le grandi infrastrutture pubbliche, quali il parco urbano e la deviazione della ferrovia cumana, sono ancora prive di copertura finanziaria, mentre tutto il bilancio economico dell’operazione risulta non chiaro.
E’ clamorosamente fallito lo pseudo-risanamento degli arenili di Bagnoli-Coroglio, gestito dal Commissariato alle Bonifiche, che si trascina ormai da due anni con esiti tragicomici e dispendio di denaro pubblico. E’ ancora in discussione il ricorso presentato al TAR Campania da Verdi Ambiente e Società ed Assise per Bagnoli contro questo progetto truffaldino.
L’8 gennaio 2008 si aprirà invece il processo per presunte irregolarità nel rilascio delle concessioni balneari sul litorale di Coroglio-Bagnoli, che vede imputati il presidente dell’Autorità Portuale, Nerli, l’attuale vicepresidente della BagnoliFutura, Monti, il subcommissario alle Bonifiche, Cesarano ed il responsabile del Servizio Mare del Comune di Napoli, Cuccaro.
In questo contesto fallimentare, il Comune e l’Autorità Portuale portano avanti una gara tra consorzi privati per realizzare il cosiddetto “porto canale”: un’opera assurda, che impedirà il recupero ambientale del litorale e la sua destinazione a balneazione pubblica, cancellando il tracciato storico di via Coroglio (in spregio sia alla legge 582/96 che alle obiezioni della Sovrintendenza ai Beni Ambientali, la quale non ha mai rilasciato il suo necessario nulla-osta al progetto).
Come è accaduto per le concessioni balneari, rilasciate su spiagge di cui era ben noto l’inquinamento, si permetterebbe a soggetti privati di precostituire diritti d’uso su aree dove permangono forti margini di incertezza in relazione ai tempi e ai modi del loro usufrutto con il rischio che gli stessi possano rivalersi nei confronti dell’amministrazione pubblica qualora si dovessero ipotizzare scelte diverse.
Se l’ipotesi del porto-canale dovesse, come ci auguriamo, essere bocciata, rischiamo di avere un ennesimo soggetto appaltatore ad inquinare il dibattito politico cittadino, lagnandosi della burocrazia comunale e pretendendo risarcimenti milionari (al pari del Co.Ma.Ba per la questione spiagge.)!
Contro tutto questo, l’Assise di Napoli ripropone l’esigenza, sempre elusa da amministratori locali e Governo nazionale, di mettere al centro l’interesse dell’intera città, che prima di ogni cosa chiede una riqualificazione di Bagnoli tesa al recupero di standard di vivibilità generali: dal grande parco pubblico al recupero del litorale alla libera balneazione.

Condividiamo quindi il giudizio negativo sul porto canale espresso in questi anni dalla Sovrintendenza, da associazioni ambientaliste e comitati cittadini, avallati dagli studi di autorevoli docenti universitari. Facendo appello alla ragione ed al buonsenso, chiediamo pertanto che ogni decisione sull’assetto futuro della linea di costa venga rimandata, finchè non siano ultimati i lavori di bonifica dell’ex area industriale, del litorale e dei fondali marini.
Riteniamo che la conferenza di servizi convocata per il 24 ottobre debba essere rinviata sine die, e che si debba avviare una riflessione pubblica sul futuro del lungomare di Bagnoli.


info: assisebagnoli@libero.it
Marco
Massimo


Assise Cittadina per Bagnoli

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