sabato 20 ottobre 2007

Il presunto diritto di mentire per amore dell´umanità

La veridicità in dichiarazioni cui non si possa sottrarre è un dovere formale dell´uomo nei confronti di tutti, anche qualora ciò sia fonte, per sé o per un altro, di grandi svantaggi. E se anche, affermando il falso, io non facessi un torto a chi mi costringe ingiustamente a rendere una dichiarazione, tuttavia, attraverso tale falsificazione (che perciò può essere chiamata anche menzogna, sia pure in senso non giuridico) farei un torto gravissimo al dovere stesso in generale:(...)
Se, quindi, definiamo la menzogna semplicemente come una dichiarazione intenzionalmente falsa resa a un altro uomo, non occorre più che specificare ulteriormente che essa deve recare danno ad altri, come pretendono i giuristi.

(Kant, /Sul presunto diritto di mentire per amore dell´umanità/)

Purtroppo dalle nostre parti la verità è un oggetto patrimoniale, pochi hanno la possibilità di conoscere e sono quei pochi che hanno il compito di vigilare affinchè tale verità non sia manipolata, nascosta.
Il diritto di mentire per il presunto bene dell'umanità! Il diritto di mentire per il presunto bene di chi?
DI CHI? Di chi doveva vincere al primo turno?
In questi giorni ho assistito ad un "teatrino" patetico, sullo sfondo tanta idiozia e gli attori, tanti sconosciuti messi lì perchè non avendo responsabilità, non avendo una vera reputazione da difendere dovevano solo rappresentare interessi.
In questi giorni ho capito che quello che compagni molto più anziani di me chiamavano RESPONSABILITA', oggi non è altro che fedeltà nei confronti di chi ti ha dato la possibilità di decidere.
Cari compagni, questa è la Campania, solo uno sciocco come me poteva pensare che bastava un'elezione, bastava un partito nuovo per cambiare mentalità. Era la voglia di costruire quel partito dove finalmente potevi fidarti di qualcuno, semplicemente quel partito che rispettava le regole, era la voglia di discutere, di confrontarsi, di studiare, di pensare che la politica non è solo potere, ma è quel luogo dove tutti hanno la possibilità di parlare ed il diritto di essere ascoltati.
Evidentemente questi anni li ho passati con la testa tra le nuvole, ho finto di non sentire quei sindaci che alle loro iniziative preferivano dichiarare la propria fedeltà al potente di turno anzichè parlare di
politica; quei ragazzi che durante i loro interventi dovevano per forza ringraziare qualcuno altrimenti non si capiva da che parte stavano.
Per questo oggi non sento lamentele su quanto è successo, c'è chi preferisce guardare avanti (dandosi i "pizzichi" sullo stomaco) e chi sta zitto.
Ma la cosa che mi fa stare male è il silenzio della nostra generazione, di cosa si ha paura? Non una discussione in questi mesi, giorni, non una riflessione su quale sarà il ruolo della nostra generazione, cosa stiamo aspettando?
C'è una giovanile da costruire, è la nostra unica via di uscita! La vogliamo ancora costruire noi?
O aspettiamo che nasca come nel PD prima un segretario e poi un partito?

Carlo Pedata

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