martedì 29 maggio 2007

Grazie a "caserta24ore.org"

Vogliamo ringraziare Paolo Mesolella, Direttore del portale informatico "caserta24ore.org", che ha pubblicato ben due nostri articoli contemporaneamente:
CAMPANIA, i siti alternativi per le discariche
Cave abusive in Campania
Un grazie a tutti voi che ci seguite!!!!

Luigi Esposito e Mario de Riso di Carpinone

sabato 26 maggio 2007

Finalmente risolto il problema delle cave abusive in Campania?

Interi quartieri costruiti senza una licenza edilizia, giunte comunali che si compongono e si sciolgono a seconda dell'adesione o meno agli interessi degli speculatori, enti locali che collocano le loro strutture in immobili abusivi: lo spettacolo offerto nelle periferie delle province di Napoli e Caserta è la fotografia della grande emergenza che sta soffocando la Campania in questi giorni.

Nel corso dell'ultimo decennio, l'incessante e caotico sviluppo edilizio ha determinato una saldatura tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. La rete idrica, quella fognaria, quella stradale e in generale tutti i più elementari servizi sono spesso inadeguati, con gravi danni per i cittadini.

Cittadine come Marano, Giugliano, Villaricca, Quarto, Casoria, Grumo Nevano, Frattamaggiore, Frattaminore, sono cresciute in modo caotico e in disprezzo a qualsiasi regola urbanistica. Napoli non fa eccezione: Pianura, quartiere tra i più popolosi della città con quasi 100.000 abitanti, è stato costruito senza una sola licenza edilizia.

Naturalmente il soggetto che ha maggiormente lucrato nel fenomeno dell’abusivismo edilizio, deturpando l’aspetto di molte città e cittadine della Campania, è la camorra. Un frutto avvelenato nato dal colpevole intreccio di interessi tra imprenditoria privata senza scrupoli, appalti pubblici pilotati e ovviamente politici conniventi.

E’ nato e si è sviluppato quindi un vero e proprio “ciclo del cemento” che, per far fronte al crescente fabbisogno di materia prima nel settore edilizio, ha portato alla creazione e allo sfruttamento di numerose cave abusive.

Si è prodotta una modifica sostanziale non solo degli assetti urbanistici delle nostre città, ma anche del profilo di molte aree collinari, visibilmente e spesso irreversibilmente sfigurate, in assenza di una pianificazione adeguata.

In questo quadro ben si è inserito il business dello smaltimento illegale dei rifiuti; un affare che le ecomafie hanno fatto diventare sempre più lucroso grazie a meccanismi assai ingegnosi: una vera e propria rete che consente anche a grandi aziende di gestire i propri rifiuti pericolosi ed industriali con costi assolutamente minimali.

Infatti, allo scopo di nascondere il materiale ed evitare i controlli, i clan – che controllano sia il business dell’edilizia abusiva, sia l’estrazione di materiali per costruzione dalle cave abusive – sono arrivati a sotterrare i rifiuti sia nelle fondamenta dei palazzi sia nelle viscere delle montagne scavate.

Si è, quindi, trovato il modo per nascondere le cave abusive una volta esaurite, riempiendole di rifiuti tossici e costruendo palazzi abusivi su ex discariche, con la conseguenza che i materiali rimangono sepolti per sempre sotto le fondamenta degli edifici.

Secondo l’Ordine campano dei Geologi ci sarebbero in Regione circa 1000 cave abusive.

A questo quadro abbastanza deprimente si deve aggiungere la colpevole incapacità delle Istituzioni, le quali non solo fanno poco o nulla per arginare il fenomeno, ma non hanno purtroppo nemmeno le idee chiare su come riqualificare il territorio.

Prova ne sia che i professori de Medici (Ordinario di Geologia applicata, Università “Federico II” di Napoli) e Ortolani (Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio) in una conferenza tenutasi il 12 Maggio scorso presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a Napoli, hanno sostenuto che in Campania le cave sono quasi tutte in mano alla camorra e, anziché essere rinaturalizzate dalle stesse imprese di estrazione sono addirittura prese in considerazione per lo stoccaggio temporaneo e definitivo dei rifiuti.

Il Professore de Medici ha proseguito sostenendo che un corretto piano di coltivazione della cava comprende l’inizio, lo sfruttamento e infine la riqualificazione, che non spetta allo Stato o al Governo Regionale, ma a coloro che hanno rovinato la zona.

Un altro aspetto cruciale da sottolineare è che quasi tutte le cave campane sono in materiale calcareo e lapideo, cioè geologicamente non si prestano ad essere utilizzate come discariche di immondizia in quanto, praticamente, i rifiuti vengono assorbiti dal terreno.
In questa situazione di emergenza, ci sono da segnalare due importanti novità.

Il 17 Maggio scorso, l’Assessore ai Lavori Pubblici della Regione Campania, Enzo De Luca, dopo un incontro con il Dipartimento Nazionale della Protezione civile, con il Commissariato all’emergenza rifiuti e con quello alle bonifiche, ha dato il via libera all’utilizzo di 104 cave abbandonate per depositare le ecoballe (oltre 26,5 milioni di metri cubi).
Quattro giorni dopo, coerentemente con la scelta fatta da De Luca, il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, in un'intervista apparsa sul Corriere della Sera ha dichiarato: “In Campania bisogna togliere i rifiuti dalle strade e metterli nelle cave sottratte alla malavita organizzata. Ce ne sono almeno 300 attualmente nella disponibilità della magistratura”, suggerisce il Ministro, concludendo: “naturalmente vanno verificati con attenzione, i siti scelti, valutando le compatibilità e i possibili vincoli ambientali e paesaggistici”.

Ci piacerebbe sapere, in conclusione, in che modo si possono tutelare i vincoli ambientali e paesaggistici del territorio, considerando che anche Franco Russo, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, ha recentemente dichiarato che le cave abusive rappresentano una vera emergenza ambientale, visto che gli sversamenti che avvengono e sono avvenuti in esse, portano gravi conseguenze per l'aria, per i suoli e per le falde, in considerazione dell'elevata permeabilità dei rilievi carbonatici campani.
A rigor di logica ci domandiamo: se una cava è abusiva ed è quindi stata scavata non in aderenza a criteri tecnici e norme di legge, per quale motivo dovrebbe successivamente diventare luogo ideale per lo sversamento dei rifiuti?

Luigi Esposito e Mario de Riso

lunedì 21 maggio 2007

VivaCampaniaViva su "ilmediano.it" e su "Napoli.com"

Vorrei ringraziare gli amici delle redazioni dei portali informatici "ilmediano.it" (potete trovare altri due nostri articoli dal titolo: "La mafia dalla faccia pulita" e "Campania: i siti alternativi idonei per le discariche esistono!!" nella categoria "cronaca", titolo "preziosi contributi" del 21/05/07) e "Napoli.com" che hanno pubblicato per intero il nostro dossier "Emergenza rifiuti in Campania".
E' tempo di sensibilizzare l'opinione pubblica, di informare la società civile su cosa sta accadendo in questa Regione e quindi fa sempre piacere trovare delle testate giornalistiche che danno la possibilità, anche a dei piccoli centri culturali come il nostro, di divulgare e di esporre le loro idee.
Questo è il momento di diffondere "le verità nascoste" ed è compito anche nostro farlo:
"Grazie ancora...amici de "ilmediano.it" e "Napoli.com"!!!!!!!!!"

Luigi Esposito

Incontro con Alessandro Iacuelli

Dal Post di Alessandro Iacuelli:

"Se a Marigliano era il turno della politica, qui si punta ad un incontro più tecnico-monnezzaro, e senza scontri con i politici.
A mio avviso, potrebbe nascere una cosa positiva...Ad ogni modo, ecco i dati:
Sabato 26 Maggio alle 18:30,
nell'ambito della manifestazione "Tutti insieme per....",
Via Mauri, (zona Mercatello) Salerno,
la Libreria Baol presenta il libro "Le vie infinite dei rifiuti" di Alessandro Iacuelli.
Interverranno:Alessandro Iacuelli, giornalista, autore del libro.
Vincenzo Venditto, prof. associato di chimica industriale, Università degli Studi di Salerno."

Speriamo di esserci anche noi per incontrare e fare due chiacchiere con il nostro amico Alex.
Voglio ringraziare Alessandro per i suoi post sempre altamente professionali (troverete l'indirizzo del suo blog nella lista dei nostri link).

Luigi Esposito

sabato 19 maggio 2007

Campania:i siti idonei alternativi per le discariche esistono!!!

In relazione all’emergenza rifiuti in Campania, il Consiglio dei Ministri, nel mese di Maggio 2007, ha emanato un decreto legge ad hoc per la risoluzione della questione entro la fine dell’anno.
Il decreto localizza in ciascuna provincia una discarica, attribuendo ai Presidenti delle Province le funzioni di subcommissari.
Per far fronte all'emergenza rifiuti in Campania sarebbero quattro i siti, individuati dal decreto, da destinare ad altrettante discariche: Svignano Irpino (Avellino), Terzigno (Napoli), Sant'Arcangelo Trimonte (Provincia di Benevento), Serre (Salerno). Per quest'ultimo l'utilizzo è consentito fino alla realizzazione di un nuovo sito idoneo individuato dal Presidente della Provincia di Salerno. La situazione, però, non sembra destinata a rimanere tranquilla, come nel caso, ad esempio, della discarica che verrà realizzata a Terzigno, nel cuore del Parco nazionale del Vesuvio.
Ma davvero non vi sono siti alternativi più congeniali?
Durante la conferenza stampa sui siti alternativi a Serre organizzata dall’Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia, Sabato 12 Maggio 2007 alle ore 11.00, presso la sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, sono intervenuti il prof. Giovan Battista de Medici, Ordinario di Geologia applicata, il prof. Franco Ortolani, Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio, il prof. Benedetto De Vivo, Ordinario di Geochimica Ambientale del Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Napoli "Federico II", l'avvocato Gerardo Marotta, Giacomo Buonomo del Centro Studi e Coordinamento della partecipazione democratica, il prof. Nicola Capone.
Il prof. Giovan Battista de Medici, dopo aver denunciato in Conferenza stampa il fallimento della gestione politica, economica e sociale dello Stato centrale in 13 anni, ha indicato le mappe dei siti alternativi consegnate ai Ministeri competenti e al Commissariato di Governo nel mese di Febbraio 2007; ha precisato che ad oggi attende ancora una risposta.
Gli esperti de Medici e Ortolani hanno lavorato con la struttura commissariale di Bertolaso e la Prefettura, individuando siti idonei e alternativi ma, per motivi di pura fretta dettata dalle logiche dell'emergenza, si continua a preferire le cave che dovrebbero invece essere rinaturalizzate dalle imprese di estrazione.
In conferenza il professore ha detto che il giorno 11 Gennaio 2007, insieme ad altri delegati dell’Assise di Palazzo Marigliano e del Comitato allarmi rifiuti tossici, fu convocato alla Prefettura di Napoli dal commissario Bertolaso e dal suo vice la dottoressa Di Gennaro, che gli chiesero di collaborare con la struttura commissariale, cosa che è avvenuta per i due mesi successivi, a titolo puramente gratuito.
Il professore de Medici ha partecipato a tutte le conferenze di servizio, e come tali registrate, svolte in Prefettura a Napoli e presso la sede della Protezione Civile di Roma.
In tali incontri, soventemente, erano presenti i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, nelle persone dei Capi di Gabinetto e i Vicecapi di Gabinetto, i rappresentanti di Legambiente, i rappresentanti dell’Apat, Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, il WWF e, in alcune riunioni iniziali, anche i delegati della Provincia di Salerno.
La prima domanda che il professore de Medici ha posto alla “struttura Bertolaso”, e che pone ancora tutt’oggi, è perché la “struttura Bertolaso” considera esclusivamente le cave dismesse?
Un Commissario Straordinario, che ha ampi poteri, ha anche la libertà e la facoltà di poter individuare siti idonei tali da preservare le caratteristiche geologiche, ambientali, paesaggistiche e turistiche del nostro territorio campano.
In Campania, prosegue il professore de Medici, le cave sono quasi tutte in mano alla camorra e che sono state abbandonate in situazioni disastrose anziché essere messe a posto dagli stessi coltivatori delle cave.
Un piano di coltivazione sulla cava comprende l’inizio, lo sfruttamento e dopo la messa a posto definitiva della cava stessa con la riqualificazione della cava, che non spetta allo Stato o al Governo Regionale, ma spetta a coloro che hanno rovinato la tal zona.
Un altro aspetto cruciale da sottolineare è che quasi tutte le cave sono in materiale calcareo e lapideo cioè geologicamente non si prestano minimamente all’utilizzazione di una discarica e soprattutto ad una discarica di immondizia per rifiuti.
La maggior parte di queste cave (Eboli, Dugenta ecc.) sono tra l’altro in materiali non argillosi, il che significa, praticamente, che bevono percolato e che quindi bisogna fare dei trattamenti speciali per sistemarle.
Il professore ha evidenziato anche il caso di Dugenta che è addirittura in falda, cioè la falda idrica è affiorante in quanto con lo scavo si è arrivati in falda. Ci sono dei laghetti nei quali si dovrebbe poi mettere l’immondizia.
Il professore non ha ancora ottenuto risposte da parte della struttura Bertolaso a queste domande.
Inoltre, per evitare scelte non idonee, perché non è stata interpellata l’Apat, presente alle riunioni, per l’individuazione dei siti più idonei?
Anche a questa domanda non vi è la risposta.


La struttura Commissariale presentava, di volta in volta, al professore il ventaglio dei possibili siti, tra cui Serre, destinati a discariche che, puntualmente, dopo le visite in loco, venivano scartati dal professore de Medici perché inidonei.
A proposito di Serre, il dottor Sauli, consulente della struttura Bertolaso, ebbe a dire che quella zona sarebbe stata sfruttata solo per un paio di anni senza però garantire, successivamente, la possibilità di un pieno recupero dell’originario splendore naturalistico.
Il professore allora, dopo aver fatto numerosi sopralluoghi, a proprie spese e con il suo staff, sul territorio campano, indicò alla struttura Bertolaso, nel mese di Febbraio 2007, i siti idonei per le discariche: per le province di Salerno, Benevento e soprattutto Avellino, fece riferimento alle aree attorno a Vallesaccarda, Vallata, Macedonia e Bisaccia, aree che si sarebbero messe a norma nel giro di 20 giorni.
Sia i coordinatori del Ministero dell’Ambiente sia i dirigenti dell’Apat appoggiarono le scelte del professore de Medici che, tuttavia, non furono considerate in quanto la struttura Bertolaso, nella persona della dottoressa Di Gennaro, asseriva di essere pronta, dal punto di vista amministrativo, ad intervenire su Serre di Persano.
Il professore continuò, avallato dal collega Ortolani, a ribadire alla dottoressa Di Gennaro che Serre di Persano non era idonea come area di discarica anche per motivi ambientali in quanto si creava una discarica in una zona prossima al fiume Sele e che dista 500 metri da un’oasi naturale che deve essere salvaguardata.
Alla discussione che il professore de Medici ebbe con la dottoressa Di Gennaro era presente anche il dott. Pizzi, Capo della struttura geologica della Protezione Civile.
Il professore asseriva invece che le aree da lui individuate erano estese per chilometri quadrati, presentando situazioni ideali non solo dal punto di vista ambientale e geologico, ma anche strategico perché servite da una serie di superstrade interne già utilizzate dai camion che trasportano le enormi pale eoliche nei campi eolici e che quindi risultano facilmente percorribili dai camion dei rifiuti.
Se non bastasse i campi, utilizzati per l’energia eolica, sono già liberi da vincoli amministrativi e quindi immediatamente utilizzabili.
Ovviamente le argomentazioni del professore de Medici sono rimaste senza risposta.
Un altro aspetto della vicenda non chiaro è relativo alla indicazione del sito di Sant’Arcangelo Trimonte di cui non si era mai fatta menzione e che, tra l’altro, viene indicato in provincia di Benevento, pur appartenendo alla provincia di Avellino.


Ancora oggi al professore de Medici non è chiara la ratio che ha spinto a scegliere aree protette come aree di discarica.
Bisogna ricordare, inoltre che in Campania ci sono quasi 1000 cave abusive. L'Ordine campano dei Geologi ha dichiarato che è stata stravolta la morfologia di interi versanti. Il presidente Russo sostiene che in 21 anni di assenza di norme legislative relative alla pianificazione e alla gestione delle attività estrattive in Campania, sono stati causati danni all'ambiente con abusi, manomissioni ambientali, prelievi incontrollati, uso di siti di cava per sversare rifiuti tossici e quanto altro.
Per tutta risposta il 17 Maggio 2007 esce la seguente notizia sulle Ecoballe da depositare nelle cave abbandonate della Campania:
“Dall’assessorato ai Lavori pubblici, per tutta risposta, il giorno 17 Maggio 2007, arriva un sì. È quello pronunciato da Enzo De Luca che ha avuto un incontro con il Dipartimento Nazionale della Protezione civile, con il Commissariato all’emergenza rifiuti e con quello alle bonifiche. Il risultato? Il via libera all’utilizzo delle 104 cave abbandonate in Campania (oltre 26,5 milioni di metri cubi)!!!!!!”
Intanto, sempre nel mese di Maggio 2007, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha assegnato altri 80 milioni di euro alla struttura commissariale di Bertolaso.
Continueremo a seguire la “Questione rifiuti in Campania” postando i nostri articoli sul blog al sito: http://vivacampaniaviva.blogspot.com/

Luigi Esposito

Gli inquinatori delle nostre terre: “ladri di futuro”

Il giorno 14 maggio 2007 presso l’aula Parrilli del Tribunale di Salerno, l’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) di Salerno ha organizzato un convegno sul tema: “Mafia dalla faccia pulita”.

Hanno partecipato illustri relatori che hanno contribuito alla ricostruzione del fenomeno, apportando importanti contributi personali.

I relatori, quali il dott. Ayala, il dott. Vigna ed il dott. Ceglie – solo per citarne alcuni - sono accomunati dal fatto di essere “combattenti di prima linea”: il loro vissuto professionale ha reso il loro intervento particolarmente forte.

Occorre partire da un corollario: la mafia e la camorra non sono entità astratte, ma sistemi concreti ed efficaci che si poggiano su regole di interessi, giochi di poteri che permeano la struttura della società civile. Non esiste solo il mafioso o il camorrista, ma vi è anche la logica del pensare da mafioso o da camorrista; logica a cui si piega anche il cittadino meno onesto allorquando deve soddisfare un proprio bisogno ottenendo, alcune volte, solo un misero profitto personale.

Non occorre una determinazione causale ma è dalla logica della più bieca connivenza, è nelle zone d’ombra che la camorra e la mafia traggono la loro linfa migliore.

Il dott. Ceglie, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), ha attribuito a tale mentalità la forza causale determinante della questione “Emergenza rifiuti in Campania”. Gli inquinatori delle nostre terre, i ladri del nostro territorio, definiti “ladri di futuro”, secondo l’accezione usata dal dott. Vigna, intanto esistono perché vi è una fisiologica carenza di controlli, perché la legislazione, peraltro estremamente lacunosa, non ha funzione preventiva. I “ladri di futuro” sfruttano siffatte ontologiche carenze, mangiando il nostro territorio.

La giurisprudenza interviene per colmare le carenze legislative, ma non può sostituirsi al legislatore. Il nostro ordinamento non consente applicazioni analogiche che violerebbero il principio di tassatività della fattispecie penale in virtù del quale il legislatore deve formulare la norma penale in modo preciso e univoco, in modo che sia possibile conoscere con sufficiente precisione ciò che è penalmente lecito o vietato, circoscrivendo in limiti ben definiti l'attività interpretativa del giudice e garantendo, così, i cittadini dagli abusi del potere giudiziario. Gli sforzi interpretativi volti all’ampliamento dell’applicabilità delle fattispecie devono mantenersi entro i limiti di una interpretazione estensiva ma non oltre. La Suprema Corte è intervenuta sull’art. 53 bis del Decreto Ronchi che è rubricato “Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti” (art. 53 bis: “Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti e' punito con la reclusione da uno a sei anni”).
L’espressione del “chiunque” vale a confermare la apertura della disposizione a qualunque soggetto, agevolando l’interpretazione giurisprudenziale che tende, considerata la natura non esaustiva dell’elenco delle condotta incriminate, alla massima dilatazione possibile dell’imputabilità e delle possibilità di concorso nel reato. La condotta deve essere caratterizzata da una pluralità di operazioni che dovrebbero risolversi in un vero e proprio disegno criminoso complessivamente considerato ed in qualche misura premiato dagli agenti, attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative organizzate. Il dolo specifico contemplato dal legislatore deve consistere nella finalità di conseguire un profitto ingiusto dell’azione illecita perché consapevolmente posta in assenza di autorizzazione.

Ma l’intervento legislativo deve essere più forte.

L’Italia è indietro rispetto agli obblighi imposti dalla Unione Europea; vi sono procedure di infrazione cha sanzionano il nostro inadempimento. Il disegno di legge che introduce fattispecie penali, adottato solo nell’Aprile 2007, veniva imposto dalla decisione Quadro del 2003!!

Secondo il dottor Ceglie occorre una legislazione ancorata al tempo, occorrono nuove professionalità emergenti, occorrono controlli agili che non si appiattiscono in cavilli burocratici, occorrono nuovi nuclei speciali per combattere il traffico illecito di rifiuti.

Ben venga, come più volte ha chiarito il dottor Ceglie, la responsabilità penale delle Persone Giuridiche anche in materia ambientale ma non bisogna dimenticare che il Punto 8 della Decisione Quadro del 27 Gennaio 2003 relativa alla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale già conteneva tale innovazione!!! Bisogna richiamare alla memoria le inadempienze per svecchiare l’apparato legislativo.

I commenti al nostro articolo sono reperibili sul nostro blog al sito:
http://vivacampaniaviva.blogspot.com/.

Rosa de Roberto e Luigi Esposito

Problema Sanità in Campania

Vogliamo pubblicare per intero uno scritto, (postato anche al sito: http://groups.google.it/group/miriguarda/browse_thread/thread/500b8f8166068dee ) di un nostro nuovo "amico" del gruppo google "miriguarda" sperando che tali notizie vengano divulgate:
"Vi invio questa notizia che forse puo' interessare qualcuno. Ricevo da un mio caro amico medico di famiglia, da anni impegnato a " difendere" i nostri diritti nel campo della Salute, questa mail che invio a voi per iniziare a seguire di più ciò che accade in Sanità in Campania .
Chiedo a ciascuno di voi di poter far circolare queste notizie, grazie
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da Ciro: "C'è qualcuno che è interessato a capire cosa sta accadendo in Campania e come il
"Sistema", per dirlo alla Saviano, sta attentando alla salute e ai diritti delle persone?
Il "Sistema" è diventato talmente Regime che nessun giornale o giornalista è disposto ad andare oltre lo scandalo o il luogo comune?
Do a tutti degli spunti di riflessione poi fatene quel che volete o quello che le vostre coscienze vi dettano di fare.
Lunedi 14 maggio alle ore 12 presso l'Ordine dei Medici di Napoli ci sarà una conferenza stampa per spiegare i motivi di ben quattro giorni di sciopero dei medici di famiglia contro una serie di delibere dell'assessore Montemarano con il complice avallo del Governatore
1. Si vuole costringere i medici di famiglia a mettere sulle prescrizione dei farmaci un codice che non è altro che la malattia di cui è affetto il cittadino. Significa legare la malattia ad una persona ben definita, significa creare una banca enorme di dati sensibili, gestita dall'assessore e chi sa da chi altro con lui: vi siete tutti preoccupati di Telecom, vallettopoli etc., pensate cosa si sta combinando qua.
2. In Campania c' è una sanità negata! Lo dicono i dati del nostro assessore nel suo piano di rientro, un "paccotto" al governo nazionale. Siamo la regione dove si muore un anno e mezzo prima che nel resto d'Italia, si muore di più per malattie cardiovascolari, tumori, e ci sia ammala di più per diabete. C' è un 3, 5 % della popolazione che si impoverisce per le spese sanitarie. Eppure c'è una spesa sanitaria che per quasi il 60 % è provocata da debiti di ospedali, fondazioni, policlinici etc, e che vede invece il territorio, dove è previsto debba esserci il maggiore investimento in assistenza, soccombere ai debiti di "clientela".
3. Bene, in Campania il SSR non è più interessato a produrre salute per la gente, ma principalmente a sanare bilanci per il Sistema. I tetti di spesa imposti ai medici di famiglia e calcolati in maniera risibile per chiunque capisca qualcosa di gestione della salute possono solo contribuire alla decomposizione del sistema pubblico, la fuga verso il privato o verso altre regioni per chi può, la povertà o una malattia senza dignità per chi non può.
4. La Sanità sul territorio a Napoli è in mano ad un partito. - L'assessore è della Margherita. - il vicepresidente dell'ordine, segretario del potente sindacato degli specialisti ambulatoriali, è della Margherita, come gran parte del consiglio; - il potente preside della facoltà di farmacia Novellino, da anni interessato ai dati dei medici di famiglia, è della Margherita; -il maggiori dirigenti dell'ASL Napoli 1, la più grande d'Italia, sono della Margherita:
lo sono anche i media?
So che per la stampa il medico di famiglia è considerato un paria della medicina, ed è comodo che sia così. Eppure è la figura sanitaria più amata del sistema. Avete mai provato in questi anni al di la dei numeri a capire il perché? Perché oggi dobbiamo essere considerati, alla stregua di medici di frontiera, l'ultima baluardo che difende la persona dagli imbonimenti del Mercato della Salute, che tende a medicalizzarci l'esistenza, e dal rigore ottuso di una politica che non riesce a far quadrare i conti con la razionalità, ma solo con l'improvvisazione !
Mi rileggo, e purtroppo sono consapevole di non essere riuscito a trasmettervi l'indignazione in nome della quale lunedi sarò a quella conferenza stampa ad urlare la rabbia mia e quella di tanti come me, che non riescono più a fare con umiltà e dignità quel mestiere che avevano scelto di fare tanti anni fa, per quella sanità sempre più negata alla nostra gente."
"Ciro Brancati"
Grazie per le tue preziose riflessioni,
Luigi Esposito

giovedì 17 maggio 2007

Primi passi verso una riforma

Il 24 Aprile 2007, si è avuta la notizia che il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta dei Ministeri dell'Ambiente e della Giustizia, il "Disegno di legge eco-reati" che contiene le disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente e dà la delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina. Il nostro avvocato Rosa de Roberto riporta le sue riflessione tecniche qui di seguito:
"Dalla scarsa tutela normativa dell’ambiente sono derivate storie di giustizia negata, di impunità diffusa per chi ha rubato pezzi di territorio e disseminato brutture e degrado in ogni dove.
La riforma è stata necessaria per garantire un’effettiva tutela degli ecosistemi e della salute dei cittadini e per riportare la nostra legislazione agli standard europei in materia di tutela giuridica dell’ambiente. Si tratta insomma di fare ciò che Paesi come Spagna e Germania hanno già fatto da tempo.
Fin ad oggi, ad esclusione dell’ex art. 53 bis del Decreto Ronchi (oggi art. 260 del nuovo Codice ambientale 152/06) che ha introdotto il delitto di “organizzazione di traffico illecito di rifiuti”, ci si è affidati ad un debolissimo apparato legislativo che ha consentito, senza ombra di dubbio, il crescere del ruolo giocato nell’illegalità ambientale dalle organizzazioni criminali mafiose che hanno trovato, nel ciclo dei rifiuti e del cemento, una nuova e formidabile occasione di accumulazione di capitali, di riciclaggio e di controllo capillare del territorio.
Altra lacuna del sistema sanzionatorio è stata l’assenza del reato specifico di furto di opere d’arte. Infatti il furto dal sottosuolo è punito come furto semplice, mentre lo scavo clandestino è sanzionato come una banale contravvenzione; subentra l’aggravante esclusivamente in caso di scavo autorizzato.
Con l’introduzione del “Disegno di legge” recante disposizioni concernenti i delitti contro l’ambiente, la normativa nazionale sui rifiuti subisce una profonda trasformazione (parallelamente a quanto accade - sempre in forza dello stesso provvedimento - per la normativa relativa a valutazione di impatto ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, bonifica dei siti inquinati, tutela dell'aria, risarcimento del danno ambientale).
Il nuovo provvedimento, riformulando l'intera legislazione interna sull'ambiente, sancisce - sul piano della disciplina dei rifiuti - l'espressa abrogazione del Dlgs 22/1997 (cd. "Decreto Ronchi"). Inoltre, la predisposizione di una disciplina complessiva, in grado di assicurare una specifica tutela penale per l’ambiente attraverso una novella del codice penale, si iscrive in una tendenza ormai consolidata. Per delimitare il perimetro dell’intervento occorre subito evidenziare che le condotte illecite che arrecano danno o pericolo concreto al paesaggio o ai ben culturali, in considerazione della loro autonomia sistematica espressa dalla predisposizione del TU, non sono disciplinate nel presente provvedimento.
E’ bene sottolineare come nella nostra Costituzione manchi una norma che espressamente si riferisca al bene “ambiente”, per cui è stato compito della dottrina e della giurisprudenza individuare al bene de quo una tutela costituzionale.
E’ trascorso orami un ventennio da quando la Corte Costituzionale rinvenne, dal combinato disposto degli artt 9 II comma e 32 Cost., un addentellato normativo per la tutela dell’ambiente. Il carattere programmatico delle norme ha consentito una definizione del bene “ambiente”, individuando, altresì, la sfera degli interessi protetti e dei diritti e dei doveri la cui delimitazione consente di perimetrare l’ambito della responsabilità personale e societaria.
Occorre ricordare l’importante sentenza della III sezione della Corte di Cassazione (Cass. Pen. 28.10.1993 n. 9727), con la quale i Giudici della Suprema corte ebbero a definire che “l’ambiente è un insieme di vari beni e valori, quali la flora, la fauna, il suolo, l’acqua … si distingue da questi in quanto si identifica in una realtà priva di consistenza materiale, ovvero in un contesto senza forma come è stato detto con una espressione particolarmente efficace. Ed è alla nozione di ambiente come complesso di cose che racchiude un valore collettivo costituente specifico oggetto di tutela, che, in sostanza si riferisce la legge 349/86”.
Con la sentenza n. 62/2005 il Giudice delle Leggi ha sancito che “l’ambiente non è un materia in senso tecnico, ma un valore costituzionale”. Ed ancora “l’ambiente è protetto come elemento determinativo della qualità della vita. La usa protezione non persegue astratte finalità naturalistiche o estetizzanti, ma esprime l’esigenza di un habitat naturale nel quale l’uomo vive ed agisce e che è necessario alla collettività, e, per essa, ai cittadini, secondo valori largamente sentiti; (la sua tutela) è imposta da precetti costituzionali (artt. 9 -32 Cost.), per cui esso assurge a valore primario ed assoluto”.
E’ opportuno intendersi in ordine alla nozione di “ambiente” e in ordine al quella di “ecosistema” . Con tale locuzione si intende un ambito più circoscritto rispetto al concetto di ambiente e indica un ambito di equilibrio autonomo rispetto ad altri ecosistemi. Diversamente la locuzione ambiente comprende non solo il complesso delle situazioni di naturalità, ma anche il complesso costruito dall’uomo, che merita tutela sia per gli aspetti naturali ed economici, ma anche perché elemento che qualifica la realizzazione di un c.d. sviluppo sostenibile.
La legislazione comunitaria e sovranazionali, che più volte hanno evidenziato l’insufficienza di un presidio sanzionatorio imperniato soltanto su fattispecie contravvenzionali, hanno rappresentato paradigmi per la redazione dell’intervento legislativo. In materia ambientale, l’obiettivo della comunità europea, prima, e l’Unione Europea, dopo, è stato quello di prevenire gli inquinamenti, predisponendo un adeguato livello di protezione, adottando strumenti complessi contenenti precise disposizioni che devono essere osservate da una pluralità di soggetti.
Non si è ritenuto racchiudere la tutela penale nel solo Codice Penale, lasciando, così, che le contravvenzioni formali e i reati di pericolo astratto continuino ad essere regolamentati da disposizioni extra-codicistiche in materia di ambiente, precisamente dal Codice dell’Ambiente (Decreto legislativo 156/2006). La scelta di tecnica normativa consistente nel riservare la materia del delitti, dolosi o colposi, di percolo concreto o di danno è pienamente rispettosa del principio di offensività del reato. Per tali fattispecie previste dal Codice Ambiente, inoltre, si prevede la possibilità di definizione anticipata sulla base del meccanismo prescrizioni/pagamento in misura ridotta, con esclusione della fattispecie contravvenzionali relative a sostanze pericolose.
I reati sono stati strutturati in considerazione del crescente grado di offesa al bene giuridico tutelato: dal pericolo concreto al danno, fino al “disastro ambientale”. Il rigore sanzionatorio è temperato da due disposizioni. La prima consente una diminuzione della pena per coloro che si adoperano affinché l’attività criminosa non sia portata a conseguenze ulteriori, apportando, altresì, un utile contributo per la ricostruzione dei fatti. La seconda disposizione introduce una causa di non punibilità a favore di colui che rimuova il pericolo o elimini il danno da lui provocato prima dell’esercizio dell’azione penale.
Conformemente a quanto stabilito dalla decisione quadro del Consiglio dell’Unione Europea 2003/80/GAI del 27 gennaio 2003, e in un’ottica di legislazione aderente al tessuto sociale, riaffermando il superamento del principio societas delinquere non potest, la responsabilità delle persone giuridiche, ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001, è stata ampliata anche con riferimento ai delitti in materia di ambiente."
Rosa de Roberto

venerdì 11 maggio 2007

VivaCampaniaViva su Ilmediano.it

Desideriamo ringraziare pubblicamente Luigi Pone, direttore del portale ilmediano.it, il quale dopo aver letto il nostro dossier-rifuti, si è appassionato al punto da includerlo sul suo sito.
Ci auguriamo che questo evento possa essere da stimolo per continuare la nostra battaglia per il miglioramento della qualità della vita nel territorio in cui viviamo.
Interverremo inoltre alla premiazione del concorso sul tema "Rinascita del Parco Acquatico dei Regi Lagni" che si terrà domani, sabato 12 maggio 2007, nella sala conferenze del Palazzo Ducale di Marigliano. Interverranno tra gli altri:
Ing. Felice Esposito Corcione - Sindaco di Marigliano
On. Sebastiano Sorrentino - Consigliere Regionale
On. Paolo Russo - Deputato e Membro della Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti
Desideriamo inoltre segnalare all'attenzione dei lettori il manifesto della manifestazione :

RIPARTIAMO DA NAPOLI

Dalla Val di Susa a Messina, i movimenti, i comitati e le associazioni si uniscono in un patto di mutuo soccorso per sostenere le mobilitazioni delle popolazioni per un diverso modello di sviluppo, rispettoso dell’ambiente, della salute e della dignità umana.

Il 19 maggio alle ore 15.00 ci sarà a Napoli, Piazza Garibaldi, la manifestazione nazionale promossa dalla Rete Rifiuti Zero e dalla Rete Campana dei comitati per la tutela della salute e dell’ambiente per chiedere:

1. L’immediata bonifica dei terreni inquinati
2. La fine dell’emergenza rifiuti
3. Una gestione della frazione residua dei RSU con trattamenti a freddo

Il centro Culturale VivaCampaniaViva sarà lì, in prima linea.
Inoltre voglio segnalare l'ennesimo articolo denuncia al sito: http://www.proveditrasmissione.net/archivi/488 su come i casi di tumori in Campania stiamo aumentando notevolmente.


Luigi Esposito

martedì 8 maggio 2007

Riflessioni dell'incontro a Marigliano del 05 Maggio 2007

Fin dalle prime battute è stato chiaro come la presentazione del libro fosse soltanto l’occasione per uno scambio dialettico tra rappresentanti di posizioni contrastanti: gli appartenenti a differenti schieramenti politici, uniti (forse!!) dalla volontà di prendere atto di un sistema inefficiente ed i comuni cittadini, stanchi di promesse non mantenute.
Ho avuto la sensazione di assistere all’esibizione di una orchestra senza direttore: ascoltavo perfette esecuzioni delle partiture ma senza che ci fosse una direzione, indispensabile perché le esecuzioni delle singole partiture potessero avvenire in un unico tempo.
Certamente vi è stata dialettica, con toni forti e, a volte, violenti …ma dialettica sterile, non rispettosa della etimologia della parola. A cosa porteranno le riflessioni svolte? …la sessione dei lavori si è forse conclusa con un incontro tra le parti contrapposte? …la denunzia di Alessandro Iacuelli ha favorito un dialogo tra cittadini ed istituzioni? O piuttosto ciascuno, certo della verità che incarna e degli ostacoli del dialogo, è tornato a casa senza aver maturato la necessità sacra che per risolvere il problema occorre dismettere la propria verità, ascoltare quella degli altri per poi trovare una soluzione equidistante da tutti.
Soltanto una scelta di politica traversale, rispettosa della sensibilità civica, avrebbe la capacità di iniziare ad affrontare il problema … si badi la sensazione è stata quella di essere in procinto di iniziare ad affrontare il problema, è utopico parlare di risoluzione del problema. Sono state condannate le scelte di politica criminale fino a questo momento operate e condannate, in egual misura, le scelte gestionali. Se sono stati rubati applausi quando si è presentato il Ddl che introduce il delitto ambientale, dopo pochi minuti è stato detto che sono necessarie modifiche perché una normativa astratta, in un’ottica general-preventiva, non produce effetti deterrenti e resta inattuata, nascendo, così, morta!!
L’incapacità gestionale delle amministrazioni, inoltre, alimenta l’emergenza .
La connivenza con il sistema organizzato della camorra alimenta il traffico illecito e la scomparsa di quantità rilevante di rifiuti speciali che non si rinvengono nelle forme ordinarie di smaltimento.
Sarebbe necessario provvedere a ridisegnare i compiti delle istituzioni, rendendole più forti rispetto agli urti della camorra …ma poi vi chiedo queste deficienze legislative e gestionali sarebbero così gravi se al singolo cittadino fosse garantita la piena disponibilità del territorio? Non è, forse, anche il singolo cittadino che ricorre al sistema più veloce per soddisfare un interesse egoistico?
Rosa de Roberto

lunedì 7 maggio 2007

Marigliano - Sabato 5 maggio 2007

Come annunciato sul blog, sabato 5 maggio VivaCampaniaViva ha partecipato all'incontro organizzato a Marigliano per la presentazione del libro del bravo Alessandro Iacuelli "Le vie infinite dei rifiuti".
Ringraziando Alessandro per la cortesia con cui ci ha accolto alla riunione e lieti nel vedere così tanta gente finalmente (è il caso di dirlo) appassionata al tema dello smaltimento dei rifiuti e delle ecomafie in Campania, desideriamo citare alcuni passi della relazione che l'autore del libro ha postato sul suo blog: alex321.splinder.com
"...sono insoddisfatto del come è andata. C'è una cosa da comprendere, molto forte, che ho avuto già modo di percepire in passato, ma che dovrebbe essere lampante a tutti: non è vero che c'è un semplice scollamento tra politica e società civile, altro che scollamento, qui si tratta di stare davvero su pianeti diversi."
"Per me, ora che il libro è uscito, il modo di fare i fatti è quello di proporre soluzioni. Soluzioni percorribili. Chi sabato è rimasto fino alla fine lo sa: se ne è accorto. Se ne è accorto anche l'unico politico rimasto in sala (l'on. Paolo Russo - membro della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse nda). Gli altri già si erano defilati."
"Affluenza reale, oltre 100. Non era prevista tanta gente. Molti sono rimasti in piedi.... un po' di melina di politici, un bell'intervento di Nunzia Lombardi, che voleva raccontare "l'epilogo" di certe storie che ho raccontato, ma che epilogo non è, perchè si tratta di una storia che è appena al principio.Poi altra melina di politici, che cercavano di parlare ed osannare il libro. Peccato che da quel che dicevano si capisse bene che solo due di loro l'avessero letto tutto.Nota positiva: i due che l'hanno letto, l'hanno letto bene ed approfonditamente, ed anche capito tutto molto bene".
"...Io invece ero venuto lì, con la scusa di presentare il libro, per proporre una soluzione ad uno, uno solo, dei tre problemi della Campania.
I tre problemi sono noti, in ordine crescente di gravità:
1) Ciclo ordinario dei rifiuti
2) Bonifiche dei siti inquinati
3) Impedimento del proseguimento dei traffici di rifiuti nocivi verso la Campania.
Andati via politici e cittadini che volevano spostare la discussione solo sul problema 1)... ho parlato un quarto d'ora ed ho proposto pubblicamente (un politico era rimasto in sala) la soluzione che ho studiato per il problema 3).
Un abbraccio fortissimo, ed un caloroso grazie, a chi lì in sala mi ha ascoltato e sostenuto sul serio, senza urlare o urlando nel modo giusto al momento giusto. Grazie Fraba, MrCima, Dalianera, Puntoeacapo, Mollie, Fabio, Umader, Simichan, VivaCampaniaViva e agli altri che non si sono palesati."
Iacuelli - per chiarire ai nostri lettori non presenti - ha spiegato come lo Stato, all’inizio degli anni ’90, abbia deciso di debellare il traffico delle sigarette di contrabbando presidiando le vie di transito in Puglia dei carichi dei contrabbandieri. Ed anche per i rifiuti e gli sversamenti abusivi della camorra, basterebbe presidiare le vie maggiormente utilizzate. In particolare l'autostrada del Sole, la Domitiana e intorno a Napoli, l’Asse Mediano e la SS 7bis.
Sono sostanzialmente solo queste quattro strade quelle battute dai camion della mondezza... in particolare: l'A1 e la Domitiana per il trasporto dal Nord alla Campania e l'Asse Mediano e la 7bis per gli sversamenti abusivi.
L'uovo di Colombo? Chissà... Il "nostro" Presidente, Luigi Esposito è intervenuto nel dibattito proponendo un suo progetto concreto all'on. Russo. Vedremo cosa succederà, intanto l'onorevole ha mostrato il Suo interesse nei confronti della nostra idea.
Nei prossimi giorni posteremo anche un commento dell'avv. Rosa de Roberto che era con noi all'incontro e che rifletterà in maniera più approfondita le nostre riflessioni.
Se desiderate leggere un resoconto dell'incontro andate a visitare anche il sito:

Mario de Riso di Carpinone e Luigi Esposito

giovedì 3 maggio 2007

Presentazione de "Le vie infinite dei rifiuti - il sistema campano"

Riceviamo e volentieri estendiamo l'invito

"Il Mediano" - http://www.ilmediano.it
Con il patrocinio del Comune di Marigliano
Presenta il volume di Alessandro Iacuelli
"Le vie infinite dei rifiuti - il sistema campano"
Sabato, 5 maggio 2007 ore 17,30
Centro polivalente "Ex Chalet delle Magnolie" - Villa Comunale
Piazza Roma, Marigliano (NA)

Saluta: Mario Ardolino - assessore all´ambiente comune di Marigliano

Introduce: Luigi Pone - direttore www.ilmediano.it
Modera: Mariangela Barretta - redattore www.ilmediano.it

Sono stati invitati a intervenire:
Nunzia Lombardi - Presidente "Comitato per la Tutela del Diritto alla Salute"

On. Paolo Russo - Membro della commissione parlamentare d´inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.

On. Tommaso Pellegrino - Membro della commissione parlamentare d´inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare

Sen. Tommaso Sodano - Presidente commissione ambiente, territorio, beni ambientali

Conclude: Alessandro Iacuelli - autore del libro

La brochure relativa alla presentazione può essere scaricata all'indirizzo:

http://rifiuti.alessandroiacuelli.net/files/brochuremarigliano.pdf

mercoledì 2 maggio 2007

Ambiente: quasi 1. 000 cave abusive in Campania

Geologi denunciano: stravolta morfologia di interi versanti

(ANSA) -NAPOLI,2 MAG- 'In Campania ci sono quasi 1000 cave abusive. Cosi' e' stata stravolta la morfologia di interi versanti', denuncia l'Ordine campano dei geologi. Il presidente Russo sostiene che in 21 anni di assenza di norme legislative che regolassero la pianificazione e la gestione delle attivita' estrattive in Campania, sono stati operati danni all'ambiente con abusi, manomissioni ambientali, prelievi incontrollati, uso di siti di cava per sversare rifiuti tossici e quanto altro.