sabato 27 ottobre 2007

Lo Stato siamo tutti noi

La necessità di aggregarsi è un elemento comune, sentito in tutte le società umane. Dai livelli più semplici, come la famiglia, il clan e la tribù, si può arrivare a quelli più complessi ed articolati, come è oggi lo Stato moderno.

Il denominatore comune, che è alla base delle unioni di persone, è nel principio secondo il quale l’unione fa la forza. In altre parole, una comunità è in grado di tutelare meglio gli interessi dei propri associati, molto di più di quanto i singoli possano fare per se stessi.

In questo senso, pertanto, lo Stato siamo tutti noi, ed intanto questo esiste, perché è composto - e quindi voluto - da tutti i suoi cittadini. Conseguentemente deve mettere, in cima alla lista delle priorità di azione, l’interesse generale, ossia di tutti, e non di una sua componente o fazione.

È chiaro che più l’aggregazione umana si fa complessa, tanto più diventa una conseguenza perversa la creazione di sottogruppi che, rivaleggiando tra loro, tendono ad acquisire un potere sempre maggiore per esercitarlo nei confronti della massa. Dall’applicazione di queste regole nascono l’oligarchia, ossia il governo di pochi, e la tirannia, cioè il governo di un prescelto, o per meglio dire del più forte.

L’esperienza dell’antica Grecia ha fatto progredire i sistemi di governo per avvicinare quanto più possibile l’azione di comando all’interesse collettivo, attraverso lo strumento della democrazia. Lo Stato diventa di tutti, e i cittadini possono nominare dei loro delegati che esercitano il potere in nome e per conto dell’interesse generale.

È importante però che il gioco democratico non venga falsato e che non si finisca per fare soltanto gli interessi dei pochi che riescono a manovrare altri. In questo senso la società deve adoperarsi al proprio interno per poter distribuire al meglio il potere, gli interessi e la ricchezza, in modo che per quanto possibile, tutti possano avere le medesime possibilità nel gioco democratico.

In questo senso, storicamente, il messaggio cristiano, di una migliore e più corretta assistenza ai bisognosi ha portato ad un’etica volta al lavoro per migliorare le condizioni di vita dei meno abbienti e ad interessarsi che tutti i cittadini, anche gli ultimi e gli emarginati, possano essere parte integrante della società.

Una società moderna che sappia trarre i migliori insegnamenti dal passato deve poter comprendere che una politica di solidarietà è perfettamente coincidente con l’interesse generale.

È un vantaggio per tutti che la totalità della popolazione stia bene: questo riduce gli incidenti, i furti, le rapine, la delinquenza in generale e crea più sviluppo, attraverso più lavoro, più cultura, studio, ricerca e maggiore rispetto della legalità.

Una società dove il perseguimento dell’interesse di pochi crea disoccupazione, fa aumentare la criminalità e sfrutta le fasce più deboli che vengono lasciate nell’ignoranza, è infelice e si deve lottare per cambiarla e per crescere. In particolare deve essere un obiettivo primario quello di concedere i fondi pubblici (cioè le risorse comuni) con equità, affinché possano portare davvero ad un miglioramento delle condizioni di vita della cittadinanza, ad uno sviluppo dei servizi e delle infrastrutture.

Ridurre le differenze e gli squilibri è possibile con un approccio politico moderno, equo onesto e solidale.
Migliorare è possibile, basta crederci!

Vincenzo Varchetta
enzo_varchetta@libero.it

martedì 23 ottobre 2007

Lo Scoop!! Perchè Mastella non può far cadere Prodi......


Il pranzo tra Casini e Mastella di qualche tempo fa ha convinto l'ex Presidente della camera della necessità di chiedere il governo istituzionale.

Noi abbiamo avuto una soffiata su cosa si erano detti ma, siccome la fonte non era autorevolissima e non avevamo altre possibilità di verifica, ci siamo astenuti dal riferirne su questo blog. Bene.... dobbiamo delle scuse alla nostra fonte (non facciamo nomi poichè la fonte interessata capirà) e siamo ben lieti di farlo qui pubblicamente.

Anche Nembo Kid può sbagliare.... chapeau!!

Dunque pare che alla richiesta reiterata di Casini di ritirare l'appoggio dell'Udeur al Governo, Mastella si sia schernito dicendo di non poterlo fare.

Ecco, più o meno, il dialogo di cui siamo venuti a conoscenza:

"Clemente... ma non capisco... dopo la manifestazione del Family Day è evidente che la sinistra è allo sbando...uniamoci e non se ne parli più"
"Pier Ferdy non posso..."
"Ma dai Clemente... non ti preoccupare se cade il Governo facciamo una lista insieme, ci sono anche settori della Margherita e di Forza Italia pronti a seguirci... Prodi non lo sopportano nè Rutelli nè i Ds, Berlusconi si regge perchè c'è Prodi... scombiniamo e vedrai che vinceremo!!"
"Si si... Ferdinà... lo so... ma proprio non posso..."
"E daiiii... in fondo un "casus belli" lo troviamo così potrai giustificarti di fronte al Paese"
"Ferdinà... ho capito ma proprio non posso credimi!"
"Clemè stavolta proprio non capisco... vabbè fai come vuoi"
"Ferdinà non te la prendere... un giorno ti spiegherò e capirai...".

La nostra fonte ci aveva informati sul vero motivo del "non posso" di Mastella ma noi non ci avevamo creduto. Dopo aver però letto le pagine napoletane di Repubblica di un paio di mesi fa, abbiamo avuto la conferma.

Mastella ha paura della moglie!!

Non ci credete? Allora leggete cosa dichiara Sandra Lonardo Mastella alla Repubblica dell'8 giugno scorso: "La mia presenza alla guida del Consiglio Regionale fu decisa due anni e mezzo fa sulla base di una più ampia intesa siglata in ambito nazionale che, in caso di una mia non riconferma, tornerebbe in discussione assieme alla leadership nazionale di Romano Prodi".

Capito? Le due cose si reggono, se sostituiscono la Mastella alla Presidenza del Consiglio Regionale della Campania cade il governo Prodi, se Mastella fa cadere il Governo dovrà affrontare l'ira della moglie.

O tempora, o mores!

Clark Kent
inciucinapoli.blogspot.com

Giovedi 25 ottobre: discutiamo il futuro di Bagnoli

Giovedì 25 ore 18 presso il centro Eta Beta di Bagnoli, via Cicerone 18 (palazzo municipalità, ingresso laterale) si discuterà di una serie di questioni legate alla riqualificazione di Bagnoli.

In particolare si affronteranno le seguenti questioni:
- Trasferimento Colmata a Piombino
- Porto Canale
- Prossima scadenza concessioni balneari COMABA
- Situazione finanziaria della Bagnoli Futura
- Bonifica suoli ex industriali
- Rapporti con il Comitato di Piombino

Questo è un momento importante dato che a breve dovranno essere prese decisioni fondamentali che definiranno il futuro di Bagnoli e dell'intera città di Napoli.
Per cercare di incidere su questi processi è importante mobilitarsi subito.
Si invitano tutti gli interessati a partecipare per definire posizioni chiare e pianificare le prossime azioni da mettere in atto.
Appuntamento Giovedì ore 18 centro Eta Beta -Municipalità Bagnoli-
Assise Cittadina per Bagnoli
info:
3472954487 (marco)
3402716771 (massimo)

Il caso Bagnoli

Malgrado le trionfalistiche dichiarazioni di esponenti del Comune di Napoli e di Bagnoli Futura, la riqualificazione dell’area di Bagnoli segna ancora il passo.
La bonifica dei suoli industriali ristagna, “offuscata” dai lavori di opere assolutamente marginali (lo stabulario delle tartarughe) o speculative (la Porta del Parco). Il Parco dello Sport, di cui appare estremamente dubbia l’annunciata chiusura dei lavori per dicembre, segna un ritardo dovuto al ritrovamento nel sottosuolo di quantità di amianto maggiori del previsto: circostanza che l’Assise di Napoli denunciava inascoltata da anni.
L’Accordo di Programma Quadro che coinvolge il sito di Piombino per lo smaltimento della colmata a mare e delle scorie presenti nell’area marina di Bagnoli, malgrado il ministro Pecoraro Scanio avesse assicurato che a settembre sarebbero iniziati i lavori di rimozione, è ancora privo di operatività, mancando tutte le firme delle istituzioni coinvolte.
I cittadini di Piombino si oppongono giustamente ad una soluzione pasticciata che, invece di garantire ad ogni territorio il corretto recupero in loco delle scorie di bonifica, imbastisce un dispendioso gioco delle tre carte tra i siti d’interesse nazionale.
Le grandi infrastrutture pubbliche, quali il parco urbano e la deviazione della ferrovia cumana, sono ancora prive di copertura finanziaria, mentre tutto il bilancio economico dell’operazione risulta non chiaro.
E’ clamorosamente fallito lo pseudo-risanamento degli arenili di Bagnoli-Coroglio, gestito dal Commissariato alle Bonifiche, che si trascina ormai da due anni con esiti tragicomici e dispendio di denaro pubblico. E’ ancora in discussione il ricorso presentato al TAR Campania da Verdi Ambiente e Società ed Assise per Bagnoli contro questo progetto truffaldino.
L’8 gennaio 2008 si aprirà invece il processo per presunte irregolarità nel rilascio delle concessioni balneari sul litorale di Coroglio-Bagnoli, che vede imputati il presidente dell’Autorità Portuale, Nerli, l’attuale vicepresidente della BagnoliFutura, Monti, il subcommissario alle Bonifiche, Cesarano ed il responsabile del Servizio Mare del Comune di Napoli, Cuccaro.
In questo contesto fallimentare, il Comune e l’Autorità Portuale portano avanti una gara tra consorzi privati per realizzare il cosiddetto “porto canale”: un’opera assurda, che impedirà il recupero ambientale del litorale e la sua destinazione a balneazione pubblica, cancellando il tracciato storico di via Coroglio (in spregio sia alla legge 582/96 che alle obiezioni della Sovrintendenza ai Beni Ambientali, la quale non ha mai rilasciato il suo necessario nulla-osta al progetto).
Come è accaduto per le concessioni balneari, rilasciate su spiagge di cui era ben noto l’inquinamento, si permetterebbe a soggetti privati di precostituire diritti d’uso su aree dove permangono forti margini di incertezza in relazione ai tempi e ai modi del loro usufrutto con il rischio che gli stessi possano rivalersi nei confronti dell’amministrazione pubblica qualora si dovessero ipotizzare scelte diverse.
Se l’ipotesi del porto-canale dovesse, come ci auguriamo, essere bocciata, rischiamo di avere un ennesimo soggetto appaltatore ad inquinare il dibattito politico cittadino, lagnandosi della burocrazia comunale e pretendendo risarcimenti milionari (al pari del Co.Ma.Ba per la questione spiagge.)!
Contro tutto questo, l’Assise di Napoli ripropone l’esigenza, sempre elusa da amministratori locali e Governo nazionale, di mettere al centro l’interesse dell’intera città, che prima di ogni cosa chiede una riqualificazione di Bagnoli tesa al recupero di standard di vivibilità generali: dal grande parco pubblico al recupero del litorale alla libera balneazione.

Condividiamo quindi il giudizio negativo sul porto canale espresso in questi anni dalla Sovrintendenza, da associazioni ambientaliste e comitati cittadini, avallati dagli studi di autorevoli docenti universitari. Facendo appello alla ragione ed al buonsenso, chiediamo pertanto che ogni decisione sull’assetto futuro della linea di costa venga rimandata, finchè non siano ultimati i lavori di bonifica dell’ex area industriale, del litorale e dei fondali marini.
Riteniamo che la conferenza di servizi convocata per il 24 ottobre debba essere rinviata sine die, e che si debba avviare una riflessione pubblica sul futuro del lungomare di Bagnoli.


info: assisebagnoli@libero.it
Marco
Massimo


Assise Cittadina per Bagnoli

lunedì 22 ottobre 2007

Il Ministro Luigi Nicolais pronto a guidare la Regione Campania?

Venerdì 19 ottobre il Ministro Nicolais ha rilasciato una intervista al Corriere del Mezzogiorno.
I commenti dei politici campani seguiti alla pubblicazione delle dichiarazioni del Ministro sono stati numerosi, ma nessuno, a mio avviso, ha focalizzato e realizzato la portata di tale intervista.
Nicolais, invece di soffermarsi sulle vicende relative alla nascita del nuovo Partito Democratico, ha liquidato tale questione con una risposta secca affermando che le primarie sono state interpretate in maniera scorretta, in quanto si è pensato a queste elezioni solo come ad una nuova occasione per acquisire spazi e poltrone.
Il Ministro non si è soffermato più di tanto sulla bagarre che tutti noi stiamo seguendo: un’orchestrina di politici, tra vinti e vincitori, che strimpellano note stonate atteggiandosi a grandi musicisti!
Sembra che Nicolais, dopo mesi nei quali ha preferito mantenersi in disparte sui temi dell’agenda politica regionale, abbia voluto testare la sua forza attraverso la lista nazionale da lui lanciata, senza però esporsi con una propria lista regionale: cauto, ma deciso a provare!
Successivamente, dopo aver testato l’elettorato e aver ottenuto degli ottimi risultati, ci sembra che Nicolais abbia consapevolmente deciso di scendere in campo e provarci. Infatti alla domanda di Simona Brandolini del Corriere del Mezzogiorno: “Ma lei il Governatore lo farebbe?”, il Ministro Nicolais ha risposto: “Molto volentieri, se fossi scelto con le primarie”.
La cosa che più mi ha colpito dell’intervista è la lucidità dell’analisi della situazione politica regionale fatta dal Ministro, evidenziando proprio quelle problematiche che il centro VivaCampaniaViva esamina da mesi, quasi come se ci avesse letto nel pensiero o seguito nei nostri scritti!
Finalmente si è parlato di contenuti, senza risparmiare le dovute critiche a personaggi che hanno determinato le continue emergenze ormai sotto gli occhi di tutti!
Che davvero si voglia iniziare a fare sul serio affinché il corso della storia politica campana cambi? Davvero un personaggio della caratura morale, professionale e politica del Ministro Nicolais ha intenzione di scendere in campo parlando di problematiche reali?
Il Ministro ha iniziato, nella sua lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno, con l’affermare che il secondo posto di Bassolino, nelle primarie nel collegio di Bagnoli alla assemblea costituente nazionale, dietro ad una sociologa ai più sconosciuta, è un segnale chiaro che ormai gli elettori sono stanchi del potere dei vecchi partiti.
Nicolais asserisce che ormai la città di Napoli è una città senza leadership, e l’unica figura di spicco è rappresentata solo dal Cardinale Sepe proseguendo poi bocciando l’operato della Giunta della Regione Campania ed in particolare del Consigliere Economico del Presidente, il filosofo Isaia Sales, sull’utilizzo dei fondi della Comunità Europea.
Desidero al riguardo ricordare che la Campania è maglia nera nell’utilizzo delle risorse comunitarie ed i dati ufficiali aggiornati dalla Ragioneria Generale dello Stato sono la inevitabile conseguenza di sei anni di fallimenti sia nella programmazione che nella gestione dei finanziamenti UE.
Sulla Regione il Ministro afferma: «Dire che i fondi europei sono sostitutivi è un alibi. E non focalizzare gli interventi è sbagliato. Forse Sales ha bisogno di una mano».
Per quanto riguarda i fondi strutturali, le dichiarazioni del Ministro Nicolais seguono di soli pochi giorni quelle di un altro Ministro, Luigi Bersani, che intervenendo alla Camera dei Deputati, ha richiamato l’attenzione sul mancato utilizzo di oltre 2/3 dei fondi complessivamente messi a disposizione della nostra Regione per il periodo 2000-2006. Sono numeri che parlano da soli e non è certo un caso che il Governo Nazionale richiami l’attenzione su questi dati, i quali dimostrano che la spesa dei fondi comunitari è stata improduttiva sia per la quantità che per la qualità.
L’accusa che rivolgiamo al Governo regionale è relativa alla mancata crescita della Campania, alla mancanza di opere infrastrutturali reali, all’utilizzo dei progetti sponda per coprire il fallimento della programmazione dell’Agenda 2000/2007 e della concertazione-farsa attuata con i sindacati e gli enti locali.
Tornando all’intervista, anche il Ministro Nicolais sottolinea che strumenti come i Pit (Progettazione Integrata Territoriale: insieme di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra di loro, che convergono verso il conseguimento di un comune obiettivo di sviluppo del territorio) sono completamente falliti, perché utilizzati non per lo sviluppo strategico, ma per la manutenzione ordinaria di strade e piazze. La conclusione è che il centrosinistra finora non ha avuto la capacità di sfruttare le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea.
Riteniamo che le categorie produttive e le parti sociali della Campania devono, realmente e necessariamente, essere coinvolte nelle scelte che riguardano i progetti da elaborare per l’utilizzo delle risorse 2007-2013. Questo aspetto, finora sottovalutato dalla Giunta regionale della Campania, è prioritario per invertire una tendenza negativa nell’utilizzo dei Fondi Ue che rappresentano uno strumento indispensabile per lo sviluppo sociale e produttivo della Campania.
Nicolais però dimostra di avere vision (termine a lui molto caro) nel centrare e focalizzare il problema Regione Campania iniziando a parlare del sarcasmo che vi è in Consiglio dei Ministri su Napoli specialmente in occasione delle sedute riguardanti l’emergenza rifiuti in Campania.
Afferma che “la Pubblica Amministrazione al Sud è messa malissimo” in quanto il costo rappresentato dai non eletti, e inseriti nelle strutture pubbliche, è notevole, aggiungendo poi che la mancanza di grinta dei dirigenti regionali è dovuta al fatto che si sono utilizzati troppi manager esterni e che quindi vi è ora poca affezione al lavoro. Diminuire le consulenze esterne diventa quindi una necessità irrinunciabile.
Parla anche della Sanità affermando che è una delle aree in cui “la politica deve fare mille passi indietro”, in quanto non è possibile che un assessore possa nominare un primario o un manager, bensì questi vanno scelti tramite concorsi – in applicazione dei principi di meritocrazia - e la commissione che li seleziona non può essere nominata dalla Giunta regionale.
Spera inoltre che si possano sbloccare alcune problematiche incancrenite, come Bagnoli (Napoli Ovest) e Vigliena (Napoli Est), affermando che attualmente non esiste un progetto che sia attuabile e realizzabile per queste due grandi aree. Conclude infine l’intervista dicendo che, da ipotetico Presidente della Regione Campania, partirebbe dall’Agricoltura di qualità e poi Ricerca e Turismo, secondo canoni di gestione diversi da quelli attuali, i quali si sono rivelati del tutto inefficaci.
Per me le parole del Ministro sono state una boccata di ossigeno. Immaginare solo di rivedere risorgere la Campania è per me un sogno. Rimarremo senz’altro a vedere cosa avverrà.
Chiudo salutando l’amico Roberto Race, responsabile dell’ufficio stampa della fondazione Mezzogiorno Europa, che è ritratto insieme al Ministro e ad un signore che sbircia sul suo block-notes, in una fotografia pubblicata sul Corriere di fianco all’intervista. È proprio vero che dove c’è un grande evento o una grande intervista non manca mai la presenza di Roberto Race!



Centro culturale VivaCampaniaViva
Il Presidente
Luigi Esposito

sabato 20 ottobre 2007

Grazie!

Il Centro Culturale VivaCampaniaViva è nato l’11 di aprile del 2007 e l’11 di ottobre ha compiuto mezzo anno di vita.
Il tutto è nato su iniziativa di due amici: l’ing. Luigi Esposito e il dott. Mario de Riso di Carpinone. Amici da più di venti anni, Luigi e Mario hanno avuto modo, nella loro vita e professione, di conoscere nuove realtà e di confrontare la "normalità" del resto dell'Italia e dell'Europa, con la qualità della vita nel nostro territorio.
Da questa scintilla iniziale, molti professionisti di diversa estrazione (avvocati, ingegneri, economisti, professori universitari, studenti, giornalisti ecc.) si sono uniti intorno alle loro idee e ai loro programmi.
È ora di ringraziare alcuni di loro!

Un grazie a coloro che collaborano attivamente per far crescere il centro:

- Valerio Filoso: economista
- Francesco Violi: docente del Project Management Institute
- Emanuele Di Paolo: commercialista
- Rosa de Roberto: avvocato
- Antonietta d’Angelo: avvocato
- Vincenzo Varchetta: medico nutrizionista
- Carlo Pedata: libero professionista
- Luigi Malfi: blogger
- Flavia Donadoni: psicologo
- Vittorio de Riso: docente universitario
- Alessandro Esposito: ingegnere
- Mara Maiello: libero professionista
- Vincenzo Cocozza: responsabile di finanziaria bancaria
- Amedeo Nappa: segretario regionale della Cisl Campania del corpo dei V.V.F.F.
- Anna de Rea: studentessa universitaria
- Anna Longobardi: insegnante
- Paolo Terminiello: imprenditore
- Alberto Assanti: funzionario Tirrenia Navigazione Spa
- Giovanni Sticco: studente universitario

Un ringraziamento alle seguenti testate giornalistiche:

- Corriere del Mezzogiorno tramite Luca Marconi, Marco de Marco, Roberto Russo
- Il Mattino tramite Anita Capasso
- Il Mediano tramite Luigi Pone
- Napoli.com tramite Marco Piscitelli
- Caserta24ore tramite Paolo Mesolella
- Pupia.tv tramite Alessandro Pecoraro

Un caloroso abbraccio a:

Andrea Geremicca: presidente della fondazione Mezzogiorno Europa
Roberto Race: responsabile ufficio stampa della fondazione Mezzogiorno Europa
Stefania Mele: consulente provinciale e regionale del Partito Democratico
Gianluca De Vincentis: ex consigliere di circoscrizione
Francesca Del Sordo: medico neurologo
Raffaele Quindici – segretario comunale di Taurano (AV)
Angelo Aniello de Vita: responsabile associazione Ideura
Vito Rizzo: avvocato
Maria Gatto: avvocato
Francesca Nistico: studentessa universitaria
Alessandro Iacuelli: giornalista-scrittore
Angela Maria Orilia: medico specialistico
Aldo Schiassi: medico specialistico
Gianni Traetta: dirigente pubblico
Paola Topa: dirigente bancario
Antonio Principe: ingegnere libero professionista

Un immenso ringraziamento a tutti quelli che ci scrivono e ci seguono!
Come avrebbe detto una nota venditrice di mobili: “Un abbraccio circolare a tutti voi…vi voglio bene”.


I fondatori del centro VivaCampaniaViva
Luigi Esposito e Mario de Riso di Carpinone

Riforma editoria, Grillo contro il ddl Levi-Prodi: "E' contro Internet"

"Riccardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet". Lo scrive nel suo blog Beppe Grillo, che attacca il disegno di legge approvato in Consiglio dei Ministri il 12 ottobre, e che all'art. 7 prevede l'iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (Roc) anche per chi "svolge attività editoriale su Internet".

"Nessun Ministro - scrive Grillo sul sito - si è dissociato. Sul bavaglio all'informazione sotto sotto questi sono tutti d'accordo. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al Roc, un registro dell'Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro. I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L'iter proposto da Levi - sostiene ancora - limita, di fatto, l'accesso alla Rete...Il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura".

Il disegno di legge inizierà il suo iter alla Commissione Cultura della Camera la prossima settimana, mercoledì 24 ottobre, e il sito riporta anche la risposta del sottosegretario Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo.

"Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, - dice Levi nella dichiarazione riportata dal sito - quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere".

Ma Grillo non è convinto: "Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia. Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico".

Anna Masera

Cari amici,
trovate l’articolo di Anna Masera al sito:
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=604&ID_sezione=3&sezione=

A fine articolo si può accedere alla petizione online per fermare la legge:

http://www.lastampa.it/_web/tmplframe/default.asp?indirizzo=http://www.petitiononline.com/noDDL/petition.html

Ovviamente ho già firmato la petizione! Solo in un giorno ci sono state 1360 adesioni!
Un saluto cordiale a tutti,

Luigi Esposito

Il presunto diritto di mentire per amore dell´umanità

La veridicità in dichiarazioni cui non si possa sottrarre è un dovere formale dell´uomo nei confronti di tutti, anche qualora ciò sia fonte, per sé o per un altro, di grandi svantaggi. E se anche, affermando il falso, io non facessi un torto a chi mi costringe ingiustamente a rendere una dichiarazione, tuttavia, attraverso tale falsificazione (che perciò può essere chiamata anche menzogna, sia pure in senso non giuridico) farei un torto gravissimo al dovere stesso in generale:(...)
Se, quindi, definiamo la menzogna semplicemente come una dichiarazione intenzionalmente falsa resa a un altro uomo, non occorre più che specificare ulteriormente che essa deve recare danno ad altri, come pretendono i giuristi.

(Kant, /Sul presunto diritto di mentire per amore dell´umanità/)

Purtroppo dalle nostre parti la verità è un oggetto patrimoniale, pochi hanno la possibilità di conoscere e sono quei pochi che hanno il compito di vigilare affinchè tale verità non sia manipolata, nascosta.
Il diritto di mentire per il presunto bene dell'umanità! Il diritto di mentire per il presunto bene di chi?
DI CHI? Di chi doveva vincere al primo turno?
In questi giorni ho assistito ad un "teatrino" patetico, sullo sfondo tanta idiozia e gli attori, tanti sconosciuti messi lì perchè non avendo responsabilità, non avendo una vera reputazione da difendere dovevano solo rappresentare interessi.
In questi giorni ho capito che quello che compagni molto più anziani di me chiamavano RESPONSABILITA', oggi non è altro che fedeltà nei confronti di chi ti ha dato la possibilità di decidere.
Cari compagni, questa è la Campania, solo uno sciocco come me poteva pensare che bastava un'elezione, bastava un partito nuovo per cambiare mentalità. Era la voglia di costruire quel partito dove finalmente potevi fidarti di qualcuno, semplicemente quel partito che rispettava le regole, era la voglia di discutere, di confrontarsi, di studiare, di pensare che la politica non è solo potere, ma è quel luogo dove tutti hanno la possibilità di parlare ed il diritto di essere ascoltati.
Evidentemente questi anni li ho passati con la testa tra le nuvole, ho finto di non sentire quei sindaci che alle loro iniziative preferivano dichiarare la propria fedeltà al potente di turno anzichè parlare di
politica; quei ragazzi che durante i loro interventi dovevano per forza ringraziare qualcuno altrimenti non si capiva da che parte stavano.
Per questo oggi non sento lamentele su quanto è successo, c'è chi preferisce guardare avanti (dandosi i "pizzichi" sullo stomaco) e chi sta zitto.
Ma la cosa che mi fa stare male è il silenzio della nostra generazione, di cosa si ha paura? Non una discussione in questi mesi, giorni, non una riflessione su quale sarà il ruolo della nostra generazione, cosa stiamo aspettando?
C'è una giovanile da costruire, è la nostra unica via di uscita! La vogliamo ancora costruire noi?
O aspettiamo che nasca come nel PD prima un segretario e poi un partito?

Carlo Pedata

venerdì 19 ottobre 2007

Ma siamo la bella addormentata nel bosco o quei professionisti con “le palle “che diciamo di essere?

Cari amici,
i natali del Partito Democratico in Campania hanno deluso le aspettative dei tanti che si attendevano un rinnovamento, non solo di facciata, ma anche nella sostanza della composizione politica. Si auspicava la nascita di un partito aperto alle istanze della società civile, ma i “soliti noti” hanno serrato le fila e, com’era prevedibile, non hanno permesso l’ingresso nel Partito di forze nuove, lontane dalle consuete e logore logiche clientelari e politiche.

Anch’io ho provato ad inserirmi nella dialettica e nella composizione del nuovo PD campano per portare energie nuove e il mio impegno personale. Credevo – e a maggior ragione ritengo oggi, dopo averci attivamente lavorato – di poter portare idee nuove alla politica regionale e il contributo di persone ricche di entusiasmo e di esperienze diverse.

La mia scelta di non proseguire nella candidatura alla segreteria regionale ha fatto credere ad alcuni che io sia rimasto deluso per non essere riuscito a realizzare il mio progetto. La verità è un’altra, in quanto ero ben conscio che la mia era una provocazione, una proposta difficilissima da realizzare in così poco tempo e con così pochi mezzi a disposizione.

Oggi provo due sentimenti forti.

Da un lato sono molto deluso nel vedere che tante delle forze che hanno agito con entusiasmo e impegno genuino siano state usate solo come “portatrici di acqua”. Queste persone, dopo aver aiutato i “soliti noti”, torneranno nel loro stato di quiescenza e il loro impegno positivo verrà meno. È un’amarezza forte che vedo riflessa negli occhi dei tanti amici conosciuti negli ultimi mesi, che hanno lavorato per anni a questo progetto e alla fine ne sono rimasti fuori. Sacrifici e passione letteralmente gettati via nella spazzatura per difendere interessi precostituiti.

Poi sono arrabbiato. Continuo ad esserlo e ancor di più lo sono, dopo aver seguito riunioni e ascoltato i proclami di coloro i quali, facendo già parte del disastrato sistema politico campano, si sono travestiti come innovatori e riformatori: a sentir loro sono gli unici in grado di cambiare la Campania perché sanno già come e dove agire.

Desidero menzionare un incontro che ho avuto giovedì 11 ottobre con l’Assessore al Turismo del Comune di Napoli, Valeria Valente.

L’Assessore ha fatto il suo discorso elettorale, accennando brevemente al problema rifiuti, affermando che la classe politica campana era stata oggetto di critiche ingiuste per la scelta “coraggiosa” di far partire un ciclo integrato dei rifiuti, al contrario di altre regioni che utilizzano ancora le discariche. Casualmente ho avuto modo di parlare con la Signora al termine dell’incontro, facendole notare di essere stato poco convinto dalle sue parole, in quanto ho sostenuto che, dopo 13 anni di emergenza, mi sembra semplicistico liquidare la questione in questi termini.

La Valente ha spiegato quali erano i motivi dei ritardi, biasimando i mancati accordi nella maggioranza di governo o il potere della criminalità organizzata che controlla le discariche ma, naturalmente, sostenendo che ora si era sulla strada giusta per uscire dalla emergenza. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Continuo ad asserire che non mi piace, comunque, l’atteggiamento di chi afferma che le colpe sono sempre altrui (certamente non sono dell’Assessore Valente la quale ha altre competenze) senza però trovare un responsabile per le mancanze che sono sotto gli occhi di tutti.

A queste persone non è chiaro che un politico risponde alla società civile, anche e soprattutto in termini di responsabilità, e reagiscono sempre molto infastiditi se pungolati ed inchiodati alle loro carenze.

I cittadini viceversa, sono accusati di fare antipolitica, di essere sfascisti e qualunquisti e di non capire che a governare deve esserci chi lo sa fare. Delusione, rabbia, ma non scoraggiamento: ecco quali sono i sentimenti che provo oggi, anzi la mia voglia di fare è rimasta immutata, se non accresciuta.

Nelle ultime settimane, ho avuto modo di conoscere dei seri professionisti che hanno lavorato attivamente per la costituzione del Partito Democratico i quali, alla fine, ne sono però rimasti fuori per scelta propria, in quanto in Campania hanno visto nascere non un partito nuovo, ma un altro nuovo partito!

Tali professionisti affermano che una volta entrati nelle maglie del sistema partitico, la politica si riduce solo a strategie di scambio di voti e favori, in applicazione della filosofia del do ut des. La loro scelta è quindi quella di rimanere all’esterno e di lavorare per risvegliare la coscienza della società civile attraverso blog, riunioni, convegni e pubblicazioni. Affermano di ottenere risultati più concreti in questo modo, che non incardinati nella struttura partitica.

Sotto certi aspetti, condivido anch’io questa strategia, infatti non per nulla dedico tanto tempo allo sviluppo e alla crescita del centro culturale.

Però a loro, e a tutti gli altri, voglio dare un consiglio: scendete, scendiamo tutti in campo e mettiamoci in gioco nella politica campana!

Da un lato vi sono professionisti e persone di buona volontà che tentano di risvegliare le anime della società civile campana con i loro convegni e dall’altra vi sono i “soliti politici campani” che prendono accordi e stringono patti di clientelismo con un’altra parte della società civile.

Con l’acquiescenza non si romperà mai quella rete di interessi che si è creata in Campania: i “soliti noti” rimarranno al potere anche dopo le prossime tornate elettorali, questo mentre la classe dirigente continuerà a predicare che queste persone non sono in grado di assicurare la crescita della Campania.

Ebbene è ora che questa parte della società si attivi realmente e che inizi a dialogare con le persone, senza temere i giudizi della gente. In fondo non c’è nulla da perdere in quanto si tratta spesso di professionisti affermati, inseriti appieno nella società civile e non legati alle logiche di potere campano attuale. Il loro scopo è solo quello di perseguire e realizzare un sogno.

La mia delusione non è stata quella di non essermi candidato dopo soli 10 giorni di programmazione, ma piuttosto potrà derivare dal fatto di vedere tali intelligenze parlarsi addosso e non rivolgersi realmente alla società civile.

Da buon presidente di questo centro culturale mi va sempre di pensare ad alta voce e ipotizzo una ricetta, l’ennesima, per uscire dall’impasse di tale situazione.

La Campania necessita di una “struttura” sul territorio campano (che conglobi e dia supporto anche a centri come il mio) che sia in grado di unire i tanti professionisti e intellettuali campani che desiderano realmente modernizzare e cambiare la vita nel nostro territorio, svincolati dalle forze politiche campane e con il reale desiderio di rilanciare la dialettica politica regionale.

Tale “struttura” dovrà portare avanti alcuni punti strategici attraverso una corretta pianificazione e programmazione:

Dovrà prepararsi alle prossime elezioni regionali (ci sono due anni e mezzo di tempo e non 10 giorni com’è avvenuto al momento in cui ho deciso di lanciare la mia candidatura!) creando una lista civica e lavorando alla ricerca di potenziali candidati alla carica di Governatore della Regione.

Bisogna andare a colpire il “sistema” già da ora. Si deve iniziare ad indebolire la struttura esistente attraverso le regole democratiche: realizzando studi e relazioni sui problemi reali della gente, aprendo quindi un dialogo con Roma e Bruxelles, presentando dossier che presentino la realtà per quello che è, guardando a come (non) si utilizzano i fondi strutturali in Campania, all’emergenza rifiuti, a Bagnoli, alla Tirrenia la prima flotta navale d’Europa interamente costituita da personale campano, il cui futuro è oggi molto incerto, ecc.

Soltanto scavalcando il pantano campano, presentando studi e ricerche direttamente all’interno delle Istituzioni è possibile ottenere risultati concreti.

VivaCampaniaViva continuerà nell’azione sia per risvegliare la società civile, sia per pungolare le forze sane, positive e sincere della Campania affinché facciano di più per tutti noi!

Ribadisco: non bisogna avere timore di confrontarsi con “l’armata” dei partiti! Sono meno forti e organizzati di quanto possa sembrare. Pensate all’enormità che è stata fatta quando sono state erroneamente presentate le liste al comitato regionale campano del PD senza rispettare la regola dell’alternanza uomo/donna: un errore madornale, segno della solita inefficienza e superficialità.

Inoltre se è vero che il Partito Democratico ha portato tanta gente nei seggi a livello nazionale, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la Campania. L’affluenza alle urne in Regione è stata scarsa, segno che la società civile sta ancora aspettando quel rinnovamento cui da anni anela.

Già i risultati di queste primarie hanno dimostrato due delle mie tesi: da un lato l’affluenza bassa vuol dire disaffezione verso i personaggi politici proposti e i metodi adottati. Dall’altro, l’armata dei soliti noti non è stata invincibile, nonostante gli avversari politici non abbiano fatto null’altro che sbandierare il vessillo dell’anti-bassolinianismo, senza proporre sostanzialmente nulla di nuovo nel quadro politico campano.

Da troppi anni ci sentiamo soffocare, abbiamo bisogno di ossigeno!

Prima di terminare questa mia ennesima riflessione ad alta voce, voglio ancora una volta ringraziare di vero cuore il Presidente Andrea Geremicca che martedì 16 ottobre, durante un cordiale incontro che ha avuto con me e Mario, ha speso parole di incoraggiamento affermando che i contenuti del nostro blog sono validi e da apprezzare!

Mi sento sempre lusingato (e ammetto di vantarmene!) nel ricevere i complimenti da parte di una personalità dello spessore del Presidente Geremicca.



Luigi Esposito

domenica 14 ottobre 2007

Il Grillo Parlante ovvero Zibaldone di liberi pensieri

Cari amici,
come il buon Leopardi ci proponeva un dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere, il nostro caro Vito Rizzo ci propone un dialogo tra un venditore di voti e un passeggere!
Devo dire che apprezzo la scrittura di Vito ormai da mesi e voglio cogliere l’occasione per consigliarvi l’acquisto di un suo pamphlet dal titolo: “Il Grillo Parlante ovvero Zibaldone di liberi pensieri”.
Di seguito vi riporto la prefazione del libro:
“Come fanno gli stranieri a non usare il bidet?
È possibile spiegare il segreto dell’Amore con un’equazione?
Cos’è che rende forte un’idea?
Cosa c’è dietro i “cambi di casacca” dei politici?
Questo libro prova a dare una risposta a queste e ad altre domande, con un approccio che passa con disinvoltura dall’ironia all’analisi sociale, fornendo una chiave di lettura sempre fervida e originale”.

Riporto di seguito tre stralci del suo libro:

La forza di portare avanti le proprie idee è ciò che distingue i coraggiosi dagli ignavi, i condottieri dai cortigiani, le persone di carattere dagli opportunisti della prima o dell’ultima ora.
Ma la forza alle idee la danno anche il carisma degli uomini che le partoriscono e la loro capacità di perfezionarle, di renderle serie, credibili, condivisibili e, poi, condivise.
Il valore di una frase risiede nella personalità di chi la pronuncia, perché nulla di nuovo può essere detto da creatura umana.”
Lo scriveva Joseph Conrad

Troppo spesso tralasciamo l’importanza della punteggiatura e lasciamo all’ignaro ed inerme lettore il compito di decifrare i nostri pensieri, rincorrendo, come su una tavola di sudoku, il corretto ordine, le pause e il nesso che vogliamo dare alle parole.
Certamente la punteggiatura non è tutta questione di grammatica, attiene anche allo stile di ciascuno di noi e, salvo regole universali, presuppone utilizzazioni anche diverse da lingua a lingua.
()…..laddove Gesù dice al ladrone in croce con lui: “In verità, ti dico, oggi tu sarai con me in Paradiso” ovvero “In verità, ti dico oggi, tu sarai con me in Paradiso”.
Una semplice virgola spostata fa dipendere il futuro del ladrone che è sicuro di trovarsi in paradiso, ma non sa se oggi o in un tempo successivo dopo aver espiato le proprie colpe in Purgatorio…

Ma come faranno i baronetti inglesi, gli impeccabili belgi, i metodici tedeschi o gli stessi francesi con la loro grandeur?
….per non parlare dei portoghesi e spagnoli, olandesi, russi o americani..
Sembra quasi che tutto il mondo soffra di una stitichezza congenita che rende inutile spesa il completamento dei servizi igienici essenziali con l’allocazione di un semplice, discreto, comodo, banalissimo…bidet

Ovviamente il libro è ricco di spunti e riflessioni!
Devo ringraziare Vito per i suoi scritti divertenti, pungenti, di spessore e attuali!
Chi fosse interessato all’acquisto del saggio (il costo del libro, comprensivo di spese di spedizione, è largamente inferiore ai 10 euro) può inviare una mail a vitorizzo@agropoli.eu
Vi saluto cordialmente,

Luigi Esposito

martedì 9 ottobre 2007

Dialogo di un venditore di voti e di un passeggere

Vend. Voti, voti nuovi. Bisognano, signore, voti per le prossime primarie?
Pass. Voti per le Primarie?
Vend. Sì signore.
Pass. Credete che sia necessario?
Vend. O illustrissimo, sì, certo.
Pass. Come accade alle elezioni normali?
Vend. Più più assai.
Pass. Come quelle comunali?
Vend. Più più, illustrissimo.
Pass. Ma se i risultati sono già scontati. Sono tutti con il candidato condiviso.
Vend. Signor no, non è così.
Pass. E’ vero ci sono anche altri candidati ma con uno è schierato tutto l’apparato della prima e della seconda repubblica.
Vend. Ma se anche Napoli ha due propri candidati alternativi. Lasciamo stare il professore, ma l’altro non fa sempre parte del potere costituito?
Pass. Sì, ma l’apparato si è schierato.
Vend. Ma non siamo più nel 2005.
Pass. Che vuol dire?
Vend. Non vi ricordate cosa è successo? Allora sì, stavano tutti dalla stessa parte.
Pass. Ricordo. Tutto il centrosinistra schierato compatto.
Vend. Ancora credete a destra e sinistra.
Pass. Perché la stagione dei Sindaci non nacque perché ci fu la svolta a sinistra?
Vend. Non siamo più nel 1993.
Pass. Questo lo so bene. Ma che c’entra con gli schieramenti.
Vend. Eh, caro signore, lei pensa ancora a destra e sinistra, quando io dico tutti, dico i buoni e i malamente; ma secondo lei io in questi quindici anni sono stato disoccupato?
Pass. Non so che occupazione abbia.
Vend. Non mi vede. Secondo lei certi successi si raggiungono senza chiedere una mano anche a quelli come me.
Pass. Ma se anche fosse, non vedo come è possibile sovvertire gli equilibri di potere se l’apparato è tutto dalla stessa parte.
Vend. Ne è così sicuro?
Pass. Certo i leader stanno assieme.
Vend. Forse i leader, ma guardi un po’ i vice. Il potere si è diviso e si sono fatti entrare anche i miei clienti. Si è barattata la governabilità con qualche disservizio ad uso e consumo dei miei amici ed ora, con il livello di guardia nell’opinione pubblica superato da tempo, lei pensa che i miei amici aspettino che la nave affondi?
Pass. Forse inizio a capire. I suoi amici hanno prima infettato ed ora abbandonano la nave.
Vend. E non possono certo stare fermi senza fare niente.
Pass. Lei mi sta dicendo che i suoi amici si stanno ricollocando, e come?
Vend. Basta candidare qualcuno in qualche lista, o non far candidare qualcuno in altre per tenere le mani libere.
Pass. E lei, lei a chi vende questi voti?
Vend. Fino all’ultimo momento è sempre possibile fare qualcosa. Anche se basta leggere le candidature e le alleanze per capire dove conviene andarsi a tutelare.
Pass. Guardi, mi ha convinto. Pensavo di restare indeciso fino alla fine su chi votare ma ora non ho più dubbi. Domenica me ne vado al mare.
Vito Rizzo

giovedì 4 ottobre 2007

Il Partito Democratico, a Napoli e in Campania, non sta nascendo sotto i migliori auspici

Cari amici,

Il 22 settembre scorso è scaduto il termine per presentare le liste dei candidati alle assemblee costituenti nazionali e regionali del Partito Democratico. Come si immaginava gli scontenti sono stati numerosi, in particolare tutti quelli che auspicavano che il Partito dovesse nascere su basi nuove e che non si configurasse come una mera sommatoria di due gruppi dirigenti.
Il Centro Culturale VivaCampaniaViva (vivacampaniaviva.blogspot.com) ha raccolto alcune testimonianze, sia da parte dei sostenitori della candidatura di Walter Veltroni che di quella di Enrico Letta, che si sono visti esclusi nella composizione delle liste.
La prima anomalia che balza agli occhi è stata la scelta dell’attuale segretario regionale dei DS, Enzo Ammendola, di non candidarsi in nessuna delle liste.
A questo si è aggiunta la lettera pubblica a Walter Veltroni di Amedeo Cortese, il segretario della Federazione della Sinistra Giovanile di Napoli, il quale scrive: “Non è questo purtroppo il PD che immaginavamo. Non è quel partito, innovatore, moderno, giovane, alla cui guida ti candidi, che sognavamo. È un partito che invece, qui a Napoli e in Campania, nasce profondamente ferito (…) in un clima più da guerra civile che da civile "mescolanza" di storie e culture. Guardiamo in faccia al nostro Partito Democratico: perlopiù senza giovani , privo di uno slancio innovatore reale, privo di un'anima politica.
Un PD in cui è contato in questi giorni la domanda "Quanti voti hai?", non certamente "Quali idee porti?", che ha rimesso in moto vecchie e nuove, ma sempre logore e stanche, oligarchie di potere che si affaticavano a mostrarsi moderne e innovatrici , quasi bastassero semplici sigle a definire un progetto .
Quali spazi di partecipazione politica reale ed effettiva possono realmente aprirsi per una nuova generazione che all'atto di costruzione di un partito nuovo si vede messa nell'angolo (…). Siamo, potrai ben capirlo, delusi.”

Non meno dura è stata la lettera di Luigi Malfi, che si è pubblicamente disimpegnato dal sostegno della candidatura ad Enrico Letta sul suo blog (http://www.blogdelconfronto.it/). Questi, rivolgendosi al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, accusa: “i tuoi referenti napoletani, i quali nel tentativo di accaparrarsi tutti i posti ‘utili’ nelle liste, hanno rinunciato alle firme raccolte dai miei amici in quattro collegi della Circoscrizione Campania”, chiudendo con parole molto dure nei confronti della sua dirigenza regionale “cerca di pescare i tuoi uomini in acque pure, tra quelli che sanno veramente nuotare, non sottocosta, ove quelli che ci sono riescono, al più, ad annaspare in quelle putride”.
Anche VivaCampaniaViva ha denunciato più volte l’attitudine del gruppo dirigente campano che sostiene Letta: persone più interessate ad assicurarsi una poltrona sicura piuttosto che disposte a lavorare su idee ed uomini nuovi.
Con queste premesse appare purtroppo chiaro che il Partito Democratico, a Napoli e in Campania, non stia nascendo sotto i migliori auspici.
Luigi Esposito
Luigi Malfi
Amedeo Cortese