martedì 15 aprile 2008

"Problema Giustizia"

Ciao ragazzi,
ho ricevuto questa mail da un magistrato iscritto ad una mailing list di cui faccio parte, che a sua volta ha girato la mail di un Capo Dipartimento del Ministero della Giustizia. So che vi occupate del problema "giustizia", in quanto vi interessate della questione dei tecnici esternalizzati.
Ecco, per vostra maggiore conoscenza, vi invio una dichiarazione "interna" che, con numeri alla mano, illustra quanto sia complesso il problema.

Ciao,
Antonella



Nei dibattiti sulla giustizia viene fortemente sottovalutato un problema che diventerà esplosivo appena dopo le elezioni, ovvero la situazione del personale giudiziario.

Cerco di riassumere le ragioni di questo drastico giudizio e di questa forte preoccupazione che ho potuto riscontrare direttamente in questo anno e mezzo in cui ho ricoperto il ruolo di capo Dipartimento dell'Organizzazione Giudiziaria e del personale.

Primo elemento scarsamente conosciuto: le retribuzioni del personale sono basse e variano dalle 1141,51 nette degli ausiliari A1 (vedi commessi) agli € 1740,80 dei direttori di cancelleria inquadrati al massimo livello. Se teniamo conto che in Italia il livello di povertà per una famiglia di 4 persone monoreddito è sotto € 1400 ci rendiamo conto della drammaticità della situazione.

In secondo luogo il numero del personale amministrativo è in costante ed allarmante calo, sia come organici astratti che come presenze concrete.

E il dibattito politico attuale che verte sul taglio delle spese per diminuire le tasse e sullo snellimento della Pubblica Amministrazione non pare di buon auspicio per il futuro. Si è passati dai teorici 52668, massimo storico degli organici del 1992, agli attuali 47366, e dal massimo di 44027 presenze toccato nel 2001, alle 41260 attuali. Questa diminuzione si spiega quanto agli organici con i tagli attuati prima in occasione dell'introduzione del giudice unico di primo grado e poi con il taglio indiscriminato del 5 % per tutto il personale delle pubbliche amministrazioni effettuato con la finanziaria del 2004. La riduzione delle presenze deriva invece dal blocco delle assunzioni e dalla mancata sostituzione del turn over ormai imperante dal 2001 che sta facendo divenire il personale della giustizia una sorta di personale ad esaurimento. La scopertura degli organici tocca oggi il 12,59 %, ma è fortunatamente ridotta come scopertura effettiva al 6,66 % dalla presenza di 1465 lavoratori a tempo determinato (ex LSU) e da personale comandato da altre amministrazioni. Questa scopertura non è comunque diffusa omogeneamente su scala nazionale, ma presenta picchi in negativo prevalentemente nel Nord Italia e con qualche caso di copertura in soprannumero oltre gli organici stabiliti. Una serie di interventi sono stati effettuati dal Ministero della Giustizia per quantomeno alleviare le difficoltà: in forza a deroghe limitate contenute nelle leggi finanziarie del 2005 e 2006 lo scorso anno sono stati assunti 99 cancellieri C 1 e in questo periodo è in corso l'assunzione di altri 274 cancellieri, esperti informatici e statistici C 1. Inoltre nell'ultima legge finanziaria è stata inserita la possibilità di procedere con maggiore ampiezza a mobilità e distacchi da altre pubbliche amministrazioni e, seguendo lo stesso filone, sono state attivati accordi con le Regioni per procedere a distacchi o mobilità di personale, colmando carenze che hanno portato molti uffici ad un passo dal blocco. Accordi in tal senso sono già stati conclusi con le Regioni Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Lombardia e sono in fase di discussione con altre regioni. Interventi importanti, ma tutt'altro che risolutivi a fronte di una lenta ed inesorabile erosione al ritmo di una perdita di 800 -- 1000 unità l'anno, mentre l'età media sta pericolosamente avvicinandosi ai 50 anni.
Va anche aggiunto che la stessa strutturazione per profili professionali e posizioni economiche del personale giudiziario è stata pensata per altri tempi con una grande massa del vecchio personale d'ordine (gli operatori), una scarsa presenza di personale tecnico ( esperti informatici, analisti di organizzazione, contabili) ed un generale appiattimento verso il basso, non tenendo conto non solo delle nuove necessità tecnologiche, ma della fortissima necessità negli uffici di personale di elevata qualificazione che possa essere interfaccia del magistrato e relazionarsi con gli avvocati e gli utenti.
Questo imporrebbe una rideterminazione delle piante organiche valorizzando le professionalità medie ed elevate, la progressione professionale del personale, attuando quanto previsto dal CCNL del 1999-2000 mai concretizzato, il procedere a nuove assunzioni che immettano nuova linfa e consentano la riqualificazione interna.

La realtà attuale è che il personale viene assunto per un certo profilo professionale ( ad esempio cancelliere) e posizione economica ( ad esempio B3) e rimane in questa posizione tutta la vita senza alcuna possibilità di progressione, se non sostenendo un nuovo concorso. Non solo, ma l'assenza di nuove assunzioni ha altresì provocato un blocco della mobilità protrattosi per anni, che impediva qualsiasi speranza di trasferimento.

Il sistema era stato rimesso in moto nell'ultima legislatura riprendendo un dialogo con i sindacati e con il personale, riaprendo interpelli (sia pure contenuti) per i trasferimenti e soprattutto cercando di risolvere i problemi ormai incancrenitisi con il disegno di legge sull'ufficio per il processo che perseguiva la progressione professionale con un'adeguata qualificazione dei diversi profili nell'ambito della riorganizzazione di cancellerie e segreterie, l'assunzione di nuova linfa con l'immissione di nuovi 2800 laureati della III area funzionale (ex C) e la concretizzazione della regolarizzazione dei lavoratori a tempo determinato ( ex LSU) da realizzare entro il 2008 secondo quanto disposto dalla finanziaria del 2007.

La fine improvvisa della legislatura ha azzerato questo tentativo ed oggi la situazione è nel contempo complessa e drammatica: entro l'anno occorre regolarizzare i lavoratori a tempo determinato che però si situano nella stragrande maggioranza in qualifiche basse in cui vi è già soprannumero. Quindi occorrerebbe rivedere le piante organiche rimodulandole verso il basso ( ovvero aumentando i posti di ausiliari e operatori di minore livello per cancellare posti di direttore di cancelleria e cancelliere) per rispettare il principio dell'invarianza di spesa. E questo tra l'altro significherebbe mettere una pietra tombale sulle legittime aspettative di riqualificazione e progressione professionale. Inoltre occorrerebbe decidere dove stabilizzare i lavoratori a tempo determinato, laddove questi vogliono continuare a lavorare dove sono adesso, mentre il personale di ruolo vuole che i posti (di cui molti ambiti, come in Sicilia dove opera circa un quarto di detti lavoratori) sugli uffici dove operare la stabilizzazione.

Il livello di contenzioso interno è tale che (oltre che avere un numero di ricorsi pari a quelle di tutti gli altri ministeri sommati) sono stati i lavoratori di ruolo ad impugnare il bando per l'assunzione dei lavoratori a tempo determinato.

Il rischio fortissimo che vi è attualmente è quello che si diffonda la demotivazione, che le scoperture degli organici in particolare nel Nord Italia precipitino, che la conflittualità interna tra i lavoratori e degli stessi nei confronti dell'amministrazione esploda.

Una risposta potrà e dovrà darla nell'immediatezza il prossimo governo, qualsiasi orientamento abbia.

Ma la consapevolezza della drammaticità della situazione e la condivisione dei problemi devono essere patrimonio di tutti gli operatori del diritto.

*Claudio Castelli – capo-dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia*

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