Sono passati ormai parecchi mesi da quando il Centro Culturale VivaCampaniaViva ha iniziato a muovere i suoi primi passi sul web. In questo periodo abbiamo avuto modo di ricevere molte lettere, messaggi e anche degli interessanti commenti sugli articoli che postiamo sul blog.
Certe volte gli stimoli che ci provengono dalla galassia indistinta dei nostri lettori sono incredibili. Ci è anche capitato più volte di soffermarci su richieste di aiuto di persone che hanno provato a lanciare un S.O.S attraverso il nostro sito. Probabilmente il contatto con la gente comune, che lotta nel quotidiano per difendere il proprio lavoro o la dignità della propria esistenza, è l’aspetto umanamente più stimolante dell’avventura di VivaCampaniaViva.
Poche sere fa, in piena emergenza rifiuti, un caro amico ci ha inoltrato gli articoli “La casta è la spazzatura d’Italia”, scritto da Michele Boldrin e “Padoa Schioppa e l'evasione fiscale” di Alberto Lusiani entrambi pubblicati sull'interessante sito “NoisefromAmerika”.
Certe volte gli stimoli che ci provengono dalla galassia indistinta dei nostri lettori sono incredibili. Ci è anche capitato più volte di soffermarci su richieste di aiuto di persone che hanno provato a lanciare un S.O.S attraverso il nostro sito. Probabilmente il contatto con la gente comune, che lotta nel quotidiano per difendere il proprio lavoro o la dignità della propria esistenza, è l’aspetto umanamente più stimolante dell’avventura di VivaCampaniaViva.
Poche sere fa, in piena emergenza rifiuti, un caro amico ci ha inoltrato gli articoli “La casta è la spazzatura d’Italia”, scritto da Michele Boldrin e “Padoa Schioppa e l'evasione fiscale” di Alberto Lusiani entrambi pubblicati sull'interessante sito “NoisefromAmerika”.
L’effetto che ci ha fatto è stato più o meno quello di un pugno alla bocca dello stomaco.
Non si trattava infatti del blaterare insensato di qualche politicante settentrionale che a malapena riesce a mettere insieme qualche concetto in buon italiano. Era invece una critica molto ben esposta e davvero durissima, nei toni e nei contenuti, al nostro mondo, alla politica e alla “casta” (per usare un termine che va molto di moda ultimamente) che governa l’Italia e in particolare il nostro Sud.
Ci abbiamo messo un pò per assorbire il colpo ed abbiamo iniziato a dibattere, anche in maniera abbastanza animata sui contenuti dell’articolo. Replicare ad esso non è semplice, poiché le argomentazioni utilizzate appaiono supportate dai numeri e da situazioni di fatto che oggigiorno sono purtroppo sotto gli occhi di tutti.
Ad un’attenta lettura però – e su questo abbiamo potuto finalmente essere d’accordo – l’articolo presta il fianco ad alcune critiche, sullo stile e sul merito che intendiamo sottoporre alla vostra paziente lettura.
La prima valutazione da fare è che, nonostante la dovuta esasperazione per l’inaccettabile stato delle cose, la veemenza e la durezza di certe affermazioni ci appare esagerata. Non è con la violenza (anche se solo verbale in questo caso) che si risolvono i problemi.
Nel nostro stile c’è infatti più l’ironia che non l’attacco sferrato all’arma bianca. Fin dal primo giorno abbiamo ritenuto di adottare uno stile di comunicazione pacato, ma fermo, duro e non insolente, inflessibile e contemporaneamente aperto al dialogo e alle opinioni di tutti. Il tono dell’articolo sembra invece troppo perentorio e duro, facendo di tutta l’erba un fascio. Come si fa infatti ad attaccare il Presidente della Repubblica, l’unico che ha più d’una volta tentato di lanciare l’allarme e costretto il Governo con i suoi accorati appelli a provare ad intraprendere una via per la risoluzione dell’emergenza rifiuti? Di certo bisogna saper distinguere le responsabilità dei singoli e non semplicemente dire che tutti i politici che esprimono la loro opinione dicono banalità o semplicemente non centrano il problema.
Anche attaccare frontalmente il Ministro Padoa Schioppa, discutendo il dettaglio delle sue affermazioni sulle tasse, piuttosto che guardare alla sostanza politica della lotta all’evasione che fa il Governo, ci appare forse eccessivo – pur senza naturalmente nascondere l’evidenza del problema di una pressione fiscale attestata su livelli irragionevoli e di servizi pubblici di qualità perlomeno discutibile.
Indubbiamente però lo scritto di Boldrin centra alcuni punti essenziali: l’incapacità dimostrata dalla classe politica è palese, come sicuramente è vero che la strada da percorrere, quella più democratica e corretta, rimane quella di chiedere con fermezza e senza sosta le dimissioni dei principali responsabili di questo sfascio.
Però da buoni napoletani ci siamo sentiti punti nell’orgoglio quando veniamo accusati di nasconderci “dietro la comoda menzogna del Sud sottosviluppato per ragioni naturali e/o vittima del Nord”. Volenti o nolenti la realtà purtroppo ci offre questo. Ci sembra un dato di fatto inoppugnabile che la Campania ospiti sul proprio territorio i rifiuti gentilmente inviatici dalle industrie settentrionali. Inoltre, se il Sud è stato soggetto da parte dell’establishment governativo del Nord ad una politica di conquista, colonizzazione e sfruttamento dal 1860 fino all’avvento del Fascismo (ed oltre) e se questa politica è continuata anche nel dopoguerra a causa delle scelte politiche che hanno continuato a favorire l’industria del Nord, cui veniva molto comodo poter contare sulle “braccia” di tanta gente del Sud, di certo non tutta la responsabilità è dei meridionali e delle proprie elités intellettuali. Alle quali, peraltro, deve essere imputata la responsabilità di “essere andati a letto con il nemico”, pur di sopravvivere e sviluppare i propri business secondo delle scorciatoie troppo spesso ai confini o, addirittura oltre, della legalità. A questo si deve aggiungere senz’altro la natura “levantina” di tanti meridionali e l’esistenza di bande criminali a caratterizzazione più o meno locale (pensiamo che la mafia si è espansa ed ha accumulato potere anche negli Stati Uniti) per avere un quadro più chiaro della situazione rappresentata nel pamphlet di Boldrin.
Peraltro desideriamo condividere fortemente l’appello del professore veneto ad un risveglio delle coscienze degli intellettuali e dei maitre a penser napoletani contro, non soltanto la classe politica che ci governa, ma anche – e vorremmo dire soprattutto – tutti coloro i quali approfittano della nostra debolezza per vessarci, quotidianamente, con i loro comportamenti incivili e fortemente ricattatori.
Pensiamo per un attimo ai gravissimi incidenti che stanno avvenendo in questi giorni nel quartiere napoletano di Pianura. Gli autobus dati alle fiamme, gli incendi dei cassonetti o le bombe carta gettate contro i vigili del fuoco sono soltanto l’ennesima prova dell’anarchia che regna in certe zone della città. Gli autori di questi gesti infatti, per lo più non sono quegli abitanti del quartiere che da un giorno all’altro si vedono aprire una discarica sotto casa e che – più o meno legittimamente – aprono un blocco stradale per esprimere il loro malessere. Sono invece gli stessi delinquenti che, su scooter sfreccianti, fanno quotidianamente la gimcana sulla Tangenziale causando incidenti, che accoltellano i tifosi avversari la domenica fuori lo stadio o che derubano i turisti stranieri magari dopo averli picchiati o dopo aver sparato loro addosso. Questi signori sono gli stessi che, quando si tratta di andare alle urne, “vendono” i voti propri e delle loro famiglie, a qualche politico senza scrupoli il quale, per riconoscenza (o magari perché ricattato), quando ha il potere, non li fa perseguire con la dovuta decisione. Andiamo a vedere quali poltrone occupano i grandi votati dei quartieri più degradati della città e scopriremo magari che sono diventati proprio assessori alla nettezza urbana (vedasi il caso di Gennaro Mola votatissimo a Secondigliano e Scampia nel 2006).
È arrivato il giorno in cui dobbiamo dire basta a questa vera e propria schiavitù e riguadagnare la nostra dignità. Dobbiamo ammettere i nostri errori, imparare da essi e metterci sulla china della risalita. Possiamo senz’altro farlo e – come dicevamo all’inizio – ormai possiamo contare su tante persone che non desiderano altro che lavorare seriamente per migliorare il territorio e liberarlo dai cancri che lo reprimono.
Non dobbiamo più chiedere legalità, ma dobbiamo imparare a viverla nel quotidiano, con i nostri comportamenti ed educando correttamente i nostri figli, spingendoli a credere sempre di più in sé stessi e non ad aspettare la raccomandazione del politico di turno per entrare in questo o quel carrozzone a spese della collettività. Saviano ha svolto un’opera del tutto meritoria denunciando con “Gomorra” il sogno di dominio della camorra in Campania, ma un libero mercato dove la gente non aspetta l’intervento pubblico come la manna dal cielo, ma si da’ da fare per vivere con le proprie iniziative è la medicina che ci vuole per la nostra terra. Non si può dire che il capitalismo genera la camorra, piuttosto è proprio la debolezza del mercato a consentire al crimine di dominarlo ed inquinarlo.
Per molte persone del Nord Italia, “napoletano” è sinonimo di inciviltà, superficialità, trascuratezza e dell’arte di arrangiarsi. Orbene, gli scriventi sono due persone che nella loro quotidianità, portano orgogliosamente in Italia e nel resto del mondo il nome e la cultura di napoletani di cui sono imbevuti.
Tutti possono dimostrare, come facciamo ogni giorno noi e tanti altri amici, che sebbene la situazione qui sia davvero tragica, c’è ancora chi combatte e che esiste ancora un humus vivo che vuole smuovere questo stato di cose.
Siamo i primi a subire tutto ciò che i nostri concittadini fanno di negativo, vogliamo risvegliare l’orgoglio di dire basta e di sobbalzare dalla sedia dopo aver letto un articolo del genere dicendo: “Io non ci sto più!”. Abbiamo il sogno di vivere in una città europea, dove la gente abbia rispetto del proprio prossimo, dell’ambiente e delle regole di convivenza civile. Sappiamo che siamo noi soltanto che possiamo fare davvero qualcosa per la nostra città e la nostra vita. Dobbiamo solo volerlo!
Centro culturale VivaCampaniaViva
I fondatori: Luigi Esposito e Mario de Riso di Carpinone
4 commenti:
Mi fa molto piacere questo commento. E' accorato e pieno di passione, oltre che onesto; qualita' necessariamente rare in chi vive le crisi dall'interno. Michele suppongo rispondera' anche in dettaglio e quindi mi limito a commenti estemporanei. Il primo riguarda il Presidente della Repubblica. Io concordo con il giudizio negativo di Michele. Per quanto appelli alla soluzione della crisi siano benvenuti, naturalmente, e per quanto la posizione istituzionale obblighi gioco-forza a posizioni super partes, io non ho sentito altro che stanchi richiami alla solidarieta'. A mio avviso, la questione, se posta in termini di solidarieta' (come sta adesso succedendo con la distinzione tra le regioni che accettano i rifiuti e quelle che non li accettano) e' malposta, fa piu' male che bene, e soprattutto a Napoli, la Campania, e al Sud. A me pare che la questione sia invece da porre in termini di responsabilita'. Il Sud non uscira' da queste situazioni fino a che la struttura istituzionale non sia tale da addossare al Sud le responsabilita' del Sud. Tutti questi lamenti sull'incapacita' dei cittadini del Sud ad eleggere politici che si rispettino e' un insulto ai cittadini del Sud. Per quanto ci siano al Sud avanguardie morali, che agiscono sulla base di pricipi morali (di cui immagino facciate parte voi stessi; di cui non ho dubbi faccia parte Saviano - ho recensito Gomorra su questo sito ) la societa' civile ha votato e vota razionalmente: ha eletto chi meglio garantisce finanziamenti a pioggia - tutti i lavoratori dell'emergenza rifiuti, dai netturbini a quelli del famoso call center, tutti costoro hanno dopotutto avuto lavoro e lo devono a Bassolino e alle persone a lui vicini. Non si puo' sperare che la societa' civile voti moralmente; nonostante le avanguardie. Non lo fa in Campania, come non lo fa a Bolzano, a Milano, e a Dallas. Bisogna dare incentivi alla societa' civile che vota razionalmente a votare per lo sviluppo. A mio parere questo avverra' solo quando la societa' del Sud sara' responsabile, soprattutto economicamente. Per questo la questione della solidarieta' e' malposta. Sara' l'arida mente dell'economista a parlare ma non c'e' nulla di male a rifiutare i termovalorizzatori se si accettano i costi della decisione, cioe' se si paga per avere le ecoballe smaltite in Germania o in Sardegna (per non parlare delle discariche). Pero' rifiutare i termovalorizzatori e poi aspettare che lo smaltimento avvenga a spese di tutti, a livello nazionale, oppure che avvenga grazie alla solidarieta', questo porta alle crisi come quella di questi giorni.
E' per questo che il commento di Saviano che fate vostro, e cioe' che la responsabilita' della crisi ' anche della spazzatura del Nord, e' scorretto, secondo me. Le imprese del Nord non costringono nessuno ad accettare spazzatura in buchi sottocasa. Accettano offerte a farlo da parte della mafia. Questo e' certamente moralmente disdicevole ma non ha nulla a che fare con il fallimento della societa' civile, intellettuale e politica del Sud. Le imprese del Nord non buttano i rifiuti in discariche a cielo aperto a Gallarate perche' la societa' civile, intellettuale e politica di Gallarate non lo permette (le imprese lo farebbero volentieri). Perche' nessuno ha offerto alle imprese del Nord discaricare rifiuti a Mantova, a Francoforte, o a Stoccolma? La mafia, come tutti ripetono in questi giorni, esiste anche al Nord, ma le discariche le fa al Sud. E' triste ma la questione e' questa. Perche' al Sud? Perche' il Sud e' economicamente dipendente; dalla Mafia, dai sussidi, dalla solidarieta'. E lo e' diventato anche culturalmente. E' triste ma vero.
Io credo che la responsabilizzazione del Sud (ad esempio attraverso forme di federalismo fiscale) sia l'unico modo per il Sud di uscire dal sottosviluppo. E i lamenti sulla spazzatura del Nord danno solo misura di un rifiuto culturale a comprendere la situazione. Per questo sentire Saviano esprimere questo lamento in TV mi ha depresso; perche' ho capito che la sua e' si' avanguardia morale, ma non e' avanguardia intellettuale - e' piuttosto pigrizia intellettuale. Il Giugno scorso ho visto Bertolaso al Festival dell'Economia di Trento. Ha lamentato che il Nord manda aiuti in Asia per lo tsunami ma non al Sud per la spazzatura. Questo e' argomento indegno, facile, e irresponsabile. L'arretratezza culturale sta nell'accettare questi argomenti, nel nascondercisi dietro.
La cosa che mi fa piu' rabbia, e concludo, e' che le cose che dico qui (e che dicono Michele e Alberto Lusiani nei loro articoli) non si possono dire perche' normalmente associate alle posizioni moralmente disgustose che la Lega ha spesso assunto negli anni. Mi fa molto piacere quindi che voi abbiate capito il diverso spessore tra quello che dicono Michele e Alberto e tutta la "spazzatura" che appare sui giornali.
alberto bisin - noisefromamerika.org
Mi fa molto piacere questo commento. E' accorato e pieno di passione, oltre che onesto; qualita' necessariamente rare in chi vive le crisi dall'interno. Michele suppongo rispondera' anche in dettaglio e quindi mi limito a commenti estemporanei. Il primo riguarda il Presidente della Repubblica. Io concordo con il giudizio negativo di Michele. Per quanto appelli alla soluzione della crisi siano benvenuti, naturalmente, e per quanto la posizione istituzionale obblighi gioco-forza a posizioni super partes, io non ho sentito altro che stanchi richiami alla solidarieta'. A mio avviso, la questione, se posta in termini di solidarieta' (come sta adesso succedendo con la distinzione tra le regioni che accettano i rifiuti e quelle che non li accettano) e' malposta, fa piu' male che bene, e soprattutto a Napoli, la Campania, e al Sud. A me pare che la questione sia invece da porre in termini di responsabilita'. Il Sud non uscira' da queste situazioni fino a che la struttura istituzionale non sia tale da addossare al Sud le responsabilita' del Sud. Tutti questi lamenti sull'incapacita' dei cittadini del Sud ad eleggere politici che si rispettino e' un insulto ai cittadini del Sud. Per quanto ci siano al Sud avanguardie morali, che agiscono sulla base di pricipi morali (di cui immagino facciate parte voi stessi; di cui non ho dubbi faccia parte Saviano - ho recensito Gomorra su questo sito ) la societa' civile ha votato e vota razionalmente: ha eletto chi meglio garantisce finanziamenti a pioggia - tutti i lavoratori dell'emergenza rifiuti, dai netturbini a quelli del famoso call center, tutti costoro hanno dopotutto avuto lavoro e lo devono a Bassolino e alle persone a lui vicini. Non si puo' sperare che la societa' civile voti moralmente; nonostante le avanguardie. Non lo fa in Campania, come non lo fa a Bolzano, a Milano, e a Dallas. Bisogna dare incentivi alla societa' civile che vota razionalmente a votare per lo sviluppo. A mio parere questo avverra' solo quando la societa' del Sud sara' responsabile, soprattutto economicamente. Per questo la questione della solidarieta' e' malposta. Sara' l'arida mente dell'economista a parlare ma non c'e' nulla di male a rifiutare i termovalorizzatori se si accettano i costi della decisione, cioe' se si paga per avere le ecoballe smaltite in Germania o in Sardegna (per non parlare delle discariche). Pero' rifiutare i termovalorizzatori e poi aspettare che lo smaltimento avvenga a spese di tutti, a livello nazionale, oppure che avvenga grazie alla solidarieta', questo porta alle crisi come quella di questi giorni.
E' per questo che il commento di Saviano che fate vostro, e cioe' che la responsabilita' della crisi ' anche della spazzatura del Nord, e' scorretto, secondo me. Le imprese del Nord non costringono nessuno ad accettare spazzatura in buchi sottocasa. Accettano offerte a farlo da parte della mafia. Questo e' certamente moralmente disdicevole ma non ha nulla a che fare con il fallimento della societa' civile, intellettuale e politica del Sud. Le imprese del Nord non buttano i rifiuti in discariche a cielo aperto a Gallarate perche' la societa' civile, intellettuale e politica di Gallarate non lo permette (le imprese lo farebbero volentieri). Perche' nessuno ha offerto alle imprese del Nord discaricare rifiuti a Mantova, a Francoforte, o a Stoccolma? La mafia, come tutti ripetono in questi giorni, esiste anche al Nord, ma le discariche le fa al Sud. E' triste ma la questione e' questa. Perche' al Sud? Perche' il Sud e' economicamente dipendente; dalla Mafia, dai sussidi, dalla solidarieta'. E lo e' diventato anche culturalmente. E' triste ma vero.
Io credo che la responsabilizzazione del Sud (ad esempio attraverso forme di federalismo fiscale) sia l'unico modo per il Sud di uscire dal sottosviluppo. E i lamenti sulla spazzatura del Nord danno solo misura di un rifiuto culturale a comprendere la situazione. Per questo sentire Saviano esprimere questo lamento in TV mi ha depresso; perche' ho capito che la sua e' si' avanguardia morale, ma non e' avanguardia intellettuale - e' piuttosto pigrizia intellettuale. Il Giugno scorso ho visto Bertolaso al Festival dell'Economia di Trento. Ha lamentato che il Nord manda aiuti in Asia per lo tsunami ma non al Sud per la spazzatura. Questo e' argomento indegno, facile, e irresponsabile. L'arretratezza culturale sta nell'accettare questi argomenti, nel nascondercisi dietro.
La cosa che mi fa piu' rabbia, e concludo, e' che le cose che dico qui (e che dicono Michele e Alberto Lusiani nei loro articoli) non si possono dire perche' normalmente associate alle posizioni moralmente disgustose che la Lega ha spesso assunto negli anni. Mi fa molto piacere quindi che voi abbiate capito il diverso spessore tra quello che dicono Michele e Alberto e tutta la "spazzatura" che appare sui giornali.
Grazie di avere inviato la vostra opinione, segnalo che Alberto Bisin vi ha risposto su noisefromamerika
Da: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/01/napoli-strade-pulite-clan.shtml?uuid=4756a634-c0f2-11dc-bca2-00000e25108c&DocRulesView=Libero
«A Napoli la camorra viene usata come causa di tutti i mali», commenta scettico il capo della Mobile, Vittorio Pisani. «Ma io penso – aggiunge – che in questa emergenza conti più l'illegalità diffusa che la criminalità organizzata. In questa provincia il 39% di popolazione ha precedenti penali».
Ma e' vero?
Il 39% dei cittadini della provincia di Napoli ha precedenti penali?
Ci sarebbe di che vergognarsi per tutti gli italiani, per non essere intervenuti prima.
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