Pochi minuti di fronte alla Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti furono sufficienti – il 19 ottobre 2005 – per aprire gli occhi a deputati e senatori sulla gestione del Presidente-Commissario Antonio Bassolino.
Di fronte, la Commissione aveva Natale Monsurrò, Ispettore Generale delle Finanze, che in 54 giorni (dal 25 maggio al 4 marzo 2005) aveva visionato in lungo e in largo gli uffici napoletani del Commissariato. Un uomo tranquillo ma dalla penna feroce. La gestione straordinaria della emergenza era un colabrodo. “Nulla è stato fatto – scriveva Monsurrò – per reperire risorse”.
In compenso sulle uscite si abbondava:
725mila euro in telefonate dal 1999 al 2003, 400mila euro al sub-commissario dell’epoca Riccardo Di Palma, attuale Presidente della Provincia (“un medico che non ha depositato nulla che dimostri il suo lavoro”) e via di questo passo con le spese allegre. Le cifre del Commissariato, complessivamente, negli anni lieviteranno fino a sfiorare 1,5 miliardi di euro. Spulciando tra le 30 pagine con il timbro “riservato” apposto sugli atti dalla Commissione bicamerale, relativi al solo esercizio finanziario 2004, si scopre che una società è stata particolarmente beneficiata: la Ericsson enterprise che nel 2000 si aggiudicò per 17,9 miliardi delle vecchie lire la fornitura del sistema informatico regionale denominato “Progetto Sirenetta”. “La gara fu vinta – appunta con freddezza Monsurrò – con una riduzione di appena lo 0,27% sul prezzo a base d’asta”.
La cordata Ericsson entrava a far parte anche della Pan S.p.a., la società che attraverso un call center rispondeva al telefono e forniva informazioni sull’ambiente. I telefoni dei 100 dipendenti erano pieni di ragnatele (non chiamava nessuno) ma in compenso le spese raggiunsero i 4 milioni di euro, come ha rivelato la Corte dei Conti che per questo nel dicembre 2007 ha chiamato Bassolino a risarcire il danno erariale (3,2 milioni di euro).
In coda alla relazione dell’ispettore sull’impresa Ericsson c’è il veleno: “……un particolare da attenzionare – scriveva Monsurrò – è questo: con l’ordinanza commissariale 290/2002, sul progetto Sirenetta, si abrogavano le penali in caso di ritardata consegna del lavoro”.
Nell’audizione parlamentare del 15 giugno 2005 l’ispettore Monsurrò raccontò persino che per le consulenze informatiche “era stato assunto il consulente del consulente”.
In totale, dal 21 febbraio 2001 al 24 novembre 2003 furono liquidati a 3 sole imprese 6 milioni di euro (spiccioli andarono a qualche privato) e da pagare, all’epoca, restavano altri 4,9 milioni.
Ma la pioggia di denaro, in quegli anni, impregnò i vestiti e riempì le tasche di un esercito di consulenti pubblici e privati: altri 6,8 milioni.
Il Sole 24 Ore è riuscito a visionare 333 mandati di pagamento a carico dell’esercizio finanziario 2004, con ordinativi di pagamenti emessi tra il 2001 e il 2003.
Molti nomi tra cui quelli del Rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino, vicinissimo a Ciriaco De Mita, il quale, attraverso l’uomo di fiducia Angelo Montemarano, Assessore regionale alla Sanità, assicura l’asse di Governo in Campania tra le diverse anime del Partito Democratico.
A Pasquino sono andate decine di migliaia di euro. Per molti altri briciole: c’era chi si accontentava di poco più di 880 euro per la valutazione delle indagini condotte da altri organismi pubblici come l’Anpa.
Le parcelle d’oro venivano indirizzate, in particolare, su un nome e uno studio associato: il nome è quello dell’avvocato Enrico Soprano mentre lo studio associato e il Sad, dello stesso Soprano, Francesco Greco e Antonio Tuccillo, di Afragola come Bassolino e fratello del deputato PD Domenico Tuccillo, 48 anni, fedelissimo del Governatore.
Il nome di Soprano è famoso in Campania quanto l’omonima serie televisiva sulla famiglia mafiosa, che dal 2000 furoreggia negli Stati Uniti.
Nato a Napoli, 53 anni, è il super-consulente legale del Governatore, l’uomo senza il cui “si” Bassolino non firma neppure un autografo in regione.
È L’uomo sul quale, il 18 luglio 2006, di fronte ai procuratori della Repubblica di Napoli, Bassolino riversò tutte le responsabilità sul contratto firmato con Impregilo per la gestione del ciclo dei rifiuti.
Bassolino – indagato con altri per abuso, frode in forniture pubbliche e truffa e che per questo è chiamato a rispondere in udienza preliminare il 21 gennaio 2008 a Napoli – dichiarò testualmente: “…di non aver letto il contratto da me firmato….”.
Tanto sapeva che c’era il visto dell’avvocato Soprano.
Ebbene: per le consulenze al Commissariato per l’emergenza rifiuti – secondo quanto ha potuto visionare Il Sole 24 Ore - l’avvocato Soprano ha percepito centinaia di migliaia di euro in proprio o attraverso le fatturazioni intestate allo studio Sad.
La generosità in consulenze fa rima anche con alcune stranezze.
Antonio Tuccillo, dello studio Sad, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, da una visura catastale di fine dicembre 2007, siede nel Cda della Pentar, una finanziaria di partecipazione registrata invero presso la Camera di commercio di Napoli nel luglio 2005:
nel suo oggetto sociale c’è l’acquisizione di quote, in Italia e all’estero, di altre imprese.
Presidente del collegio dei revisori - alla stessa data - era Luigi Soprano, commercialista e fratello di Enrico, con lo studio in via Melisurgo 4.
Sullo stesso piano c’è lo studio del fratello avvocato e la sede legale della Pentar il cui amministratore delegato era (sempre a fine anno) Maurizio Romiti, fratello di Piergiorgio ex Amministratore Delegato di Impregilo.
Impregilo si aggiudicò nel 1999 (il contratto poi venne sciolto nel 2005) attraverso Fibe e Fisia la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania che prevedeva, tra l’altro, la costruzione di due termovalorizzatori.
Stranezze delle quali il Consigliere Regionale di AN, Crescenzio Rivellini, ha chiamato, in una interrogazione, a rispondere il Governatore che, travolto dall’ennesima e drammatica emergenza, per ora tace.
Articolo di Roberto Galullo de “Il Sole 24 Ore” di Sabato 12 Gennaio 2008
Di fronte, la Commissione aveva Natale Monsurrò, Ispettore Generale delle Finanze, che in 54 giorni (dal 25 maggio al 4 marzo 2005) aveva visionato in lungo e in largo gli uffici napoletani del Commissariato. Un uomo tranquillo ma dalla penna feroce. La gestione straordinaria della emergenza era un colabrodo. “Nulla è stato fatto – scriveva Monsurrò – per reperire risorse”.
In compenso sulle uscite si abbondava:
725mila euro in telefonate dal 1999 al 2003, 400mila euro al sub-commissario dell’epoca Riccardo Di Palma, attuale Presidente della Provincia (“un medico che non ha depositato nulla che dimostri il suo lavoro”) e via di questo passo con le spese allegre. Le cifre del Commissariato, complessivamente, negli anni lieviteranno fino a sfiorare 1,5 miliardi di euro. Spulciando tra le 30 pagine con il timbro “riservato” apposto sugli atti dalla Commissione bicamerale, relativi al solo esercizio finanziario 2004, si scopre che una società è stata particolarmente beneficiata: la Ericsson enterprise che nel 2000 si aggiudicò per 17,9 miliardi delle vecchie lire la fornitura del sistema informatico regionale denominato “Progetto Sirenetta”. “La gara fu vinta – appunta con freddezza Monsurrò – con una riduzione di appena lo 0,27% sul prezzo a base d’asta”.
La cordata Ericsson entrava a far parte anche della Pan S.p.a., la società che attraverso un call center rispondeva al telefono e forniva informazioni sull’ambiente. I telefoni dei 100 dipendenti erano pieni di ragnatele (non chiamava nessuno) ma in compenso le spese raggiunsero i 4 milioni di euro, come ha rivelato la Corte dei Conti che per questo nel dicembre 2007 ha chiamato Bassolino a risarcire il danno erariale (3,2 milioni di euro).
In coda alla relazione dell’ispettore sull’impresa Ericsson c’è il veleno: “……un particolare da attenzionare – scriveva Monsurrò – è questo: con l’ordinanza commissariale 290/2002, sul progetto Sirenetta, si abrogavano le penali in caso di ritardata consegna del lavoro”.
Nell’audizione parlamentare del 15 giugno 2005 l’ispettore Monsurrò raccontò persino che per le consulenze informatiche “era stato assunto il consulente del consulente”.
In totale, dal 21 febbraio 2001 al 24 novembre 2003 furono liquidati a 3 sole imprese 6 milioni di euro (spiccioli andarono a qualche privato) e da pagare, all’epoca, restavano altri 4,9 milioni.
Ma la pioggia di denaro, in quegli anni, impregnò i vestiti e riempì le tasche di un esercito di consulenti pubblici e privati: altri 6,8 milioni.
Il Sole 24 Ore è riuscito a visionare 333 mandati di pagamento a carico dell’esercizio finanziario 2004, con ordinativi di pagamenti emessi tra il 2001 e il 2003.
Molti nomi tra cui quelli del Rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino, vicinissimo a Ciriaco De Mita, il quale, attraverso l’uomo di fiducia Angelo Montemarano, Assessore regionale alla Sanità, assicura l’asse di Governo in Campania tra le diverse anime del Partito Democratico.
A Pasquino sono andate decine di migliaia di euro. Per molti altri briciole: c’era chi si accontentava di poco più di 880 euro per la valutazione delle indagini condotte da altri organismi pubblici come l’Anpa.
Le parcelle d’oro venivano indirizzate, in particolare, su un nome e uno studio associato: il nome è quello dell’avvocato Enrico Soprano mentre lo studio associato e il Sad, dello stesso Soprano, Francesco Greco e Antonio Tuccillo, di Afragola come Bassolino e fratello del deputato PD Domenico Tuccillo, 48 anni, fedelissimo del Governatore.
Il nome di Soprano è famoso in Campania quanto l’omonima serie televisiva sulla famiglia mafiosa, che dal 2000 furoreggia negli Stati Uniti.
Nato a Napoli, 53 anni, è il super-consulente legale del Governatore, l’uomo senza il cui “si” Bassolino non firma neppure un autografo in regione.
È L’uomo sul quale, il 18 luglio 2006, di fronte ai procuratori della Repubblica di Napoli, Bassolino riversò tutte le responsabilità sul contratto firmato con Impregilo per la gestione del ciclo dei rifiuti.
Bassolino – indagato con altri per abuso, frode in forniture pubbliche e truffa e che per questo è chiamato a rispondere in udienza preliminare il 21 gennaio 2008 a Napoli – dichiarò testualmente: “…di non aver letto il contratto da me firmato….”.
Tanto sapeva che c’era il visto dell’avvocato Soprano.
Ebbene: per le consulenze al Commissariato per l’emergenza rifiuti – secondo quanto ha potuto visionare Il Sole 24 Ore - l’avvocato Soprano ha percepito centinaia di migliaia di euro in proprio o attraverso le fatturazioni intestate allo studio Sad.
La generosità in consulenze fa rima anche con alcune stranezze.
Antonio Tuccillo, dello studio Sad, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, da una visura catastale di fine dicembre 2007, siede nel Cda della Pentar, una finanziaria di partecipazione registrata invero presso la Camera di commercio di Napoli nel luglio 2005:
nel suo oggetto sociale c’è l’acquisizione di quote, in Italia e all’estero, di altre imprese.
Presidente del collegio dei revisori - alla stessa data - era Luigi Soprano, commercialista e fratello di Enrico, con lo studio in via Melisurgo 4.
Sullo stesso piano c’è lo studio del fratello avvocato e la sede legale della Pentar il cui amministratore delegato era (sempre a fine anno) Maurizio Romiti, fratello di Piergiorgio ex Amministratore Delegato di Impregilo.
Impregilo si aggiudicò nel 1999 (il contratto poi venne sciolto nel 2005) attraverso Fibe e Fisia la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania che prevedeva, tra l’altro, la costruzione di due termovalorizzatori.
Stranezze delle quali il Consigliere Regionale di AN, Crescenzio Rivellini, ha chiamato, in una interrogazione, a rispondere il Governatore che, travolto dall’ennesima e drammatica emergenza, per ora tace.
Articolo di Roberto Galullo de “Il Sole 24 Ore” di Sabato 12 Gennaio 2008
1 commento:
Los Angeles
Carcere duro per tutti,buttare le chiavi delle celle,costringerli a risarcire quanto truffato,con gli interessi e lavori forzati in carcere/Questa sarebbe una lezione per cambiare decsamente rotta.
AldoBrando
De Contava
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