De Gennaro, Commissario Governativo con poteri speciali per risolvere lo scandalo rifiuti in Campania, durante la trasmissione “Che tempo che fa” di domenica 3 febbraio 2008 ha candidamente fatto comprendere che i suoi predecessori sono stati degli incapaci in quanto, non solo non sono stati in grado di risolvere l’emergenza rifiuti in Campania, ma addirittura hanno progressivamente provocato il blocco del sistema.
Bella e importante affermazione! I cittadini campani ora sanno chi ringraziare per tutti i disagi che hanno sopportato e stanno ancora subendo. Vediamo di individuare i principali responsabili. I presidenti dei Consigli dei Ministri durante gli ultimi 14 anni hanno continuato a nominare Commissari Straordinari senza chiedere loro il resoconto delle costose gestioni che continuavano ad aggravare l’emergenza rifiuti fino a trasformarla in un palese scandalo. I vari Commissari Governativi straordinari che si sono succeduti hanno brillato per la loro alacre opera finalizzata a non risolvere il problema rifiuti. È come se avessero eseguito alla perfezione il compito loro affidato: l’emergenza deve continuare.
Ma forse De Gennaro voleva far capire che prima di lui la struttura commissariale si è, di fatto, comportata come una struttura che aveva deviato dalla retta via? Certo che gli ultimi tre predecessori di De Gennaro hanno dato una consistente accelerazione alla crisi ambientale della Campania senza che siano mai stati rimproverati dal Governo nazionale, né dai governi degli Enti locali sovracomunali. Ricordiamo Catenacci e Bertolaso che hanno inferto un colpo gravissimo alla sostenibilità ambientale e socio-economica dell’agricoltura della Piana del Sele, realizzando una sciagurata discarica a Basso dell’Olmo nel Comune di Campagna, poche centinaia di metri sopra i prelievi idrici (250 milioni di mc annui) per l’irrigazione della pianura tra Salerno ed Agropoli.
Bertolaso durante la prima metà del 2007 ha scatenato il finimondo, facendo emanare anche la legge 87 del 5 luglio 2007 per realizzare una seconda discarica a Valle Masseria, di fronte a quella di Basso dell’Olmo. Dove non è riuscito Bertolaso ha avuto uno sciagurato successo il Ministro dell’Ambiente facendo costruire, nelle vicinanze dell’Oasi del Sele, la discarica di Macchia Soprana (Serre), l’unica attualmente in funzione fino a fine primavera.
Dal luglio al dicembre 2007 il Commissario Governativo Pansa non ha saputo realizzare nessuna delle discariche previste dalla legge 87 proponendo, invece, di riaprire la megadiscarica di Pianura e facendo precipitare la regione nella più profonda delle crisi ambientali che sta trascinando anche l’Italia verso una sanzione comunitaria. I consiglieri e amministratori degli Enti Locali sovracomunali della Campania sono stati diligentemente a guardare e in silenzio, mentre l’ambiente, le risorse naturali e l’economia della loro regione venivano prima minacciati e poi seriamente colpiti. I cittadini campani sono imperdonabilmente colpevoli di ingenuità. Hanno impiegato 14 anni per capire che c’era qualcosa che non andava e che in questi anni di “emergenza-scandalo rifiuti”, sono stati proprio loro a finanziare profumatamente le strutture commissariali, le opere finora realizzate, i trasporti e smaltimenti di rifiuti vari in Campania, fuori regione e all’estero.
Hanno impiegato troppi anni a comprendere che c’era chi guadagnava realizzando impianti che dovevano essere CDR e che invece hanno prodotto solo rifiuti imballati e non ecoballe con i requisiti imposti dalla legge vigente e che l’inceneritore di Acerra, ancora in via di ultimazione, è ubicato in un sito già attualmente inquinato oltre i valori previsti dalla legge. Certamente i cittadini sono stati troppo distratti, al contrario dei rappresentanti delle istituzioni centrali e locali sovracomunali che sembravano obbedire a comandi imposti da chi aveva forti interessi a mantenere attiva una situazione in grado di facilitare notevoli guadagni creando, nel contempo, debiti di riconoscenza saldabili in vari modi.
I cittadini campani che hanno finanziato le attività dei Commissari di Governo le cui azioni, di fatto, non solo non hanno garantito la risoluzione del problema rifiuti ma hanno incrementato il rischio per la salute e il rischio di inquinamento irreversibile per le risorse ambientali e naturali autoctone, hanno impiegato troppo tempo per capire quello che De Gennaro ha afferrato in 10 giorni. Le evidenti situazioni di inquinamento ambientale hanno ripetutamente determinato la diffusione a scala mondiale di un’immagine regionale squallida con conseguenti danni economici per le attività turistiche, agricole e produttive in genere. Ora, grazie a De Gennaro, i cittadini campani sanno, ufficialmente, di essere stati vittime di una megatruffa e ne conoscono anche gli autori.
Come magra consolazione per i campani si apre una nuova prospettiva: fare pagare i danni (morali, materiali) subiti ai colpevoli per evitare che nel futuro si verifichino fatti simili. Si intende che devono essere pagati dagli autori del disastro regionale. Devono pagare le singole persone attingendo a risorse finanziarie e ai beni personali e nessuno dei responsabili deve essere candidato a ricoprire cariche pubbliche.
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Università di Napoli Federico II
5 febbraio 2008
Bella e importante affermazione! I cittadini campani ora sanno chi ringraziare per tutti i disagi che hanno sopportato e stanno ancora subendo. Vediamo di individuare i principali responsabili. I presidenti dei Consigli dei Ministri durante gli ultimi 14 anni hanno continuato a nominare Commissari Straordinari senza chiedere loro il resoconto delle costose gestioni che continuavano ad aggravare l’emergenza rifiuti fino a trasformarla in un palese scandalo. I vari Commissari Governativi straordinari che si sono succeduti hanno brillato per la loro alacre opera finalizzata a non risolvere il problema rifiuti. È come se avessero eseguito alla perfezione il compito loro affidato: l’emergenza deve continuare.
Ma forse De Gennaro voleva far capire che prima di lui la struttura commissariale si è, di fatto, comportata come una struttura che aveva deviato dalla retta via? Certo che gli ultimi tre predecessori di De Gennaro hanno dato una consistente accelerazione alla crisi ambientale della Campania senza che siano mai stati rimproverati dal Governo nazionale, né dai governi degli Enti locali sovracomunali. Ricordiamo Catenacci e Bertolaso che hanno inferto un colpo gravissimo alla sostenibilità ambientale e socio-economica dell’agricoltura della Piana del Sele, realizzando una sciagurata discarica a Basso dell’Olmo nel Comune di Campagna, poche centinaia di metri sopra i prelievi idrici (250 milioni di mc annui) per l’irrigazione della pianura tra Salerno ed Agropoli.
Bertolaso durante la prima metà del 2007 ha scatenato il finimondo, facendo emanare anche la legge 87 del 5 luglio 2007 per realizzare una seconda discarica a Valle Masseria, di fronte a quella di Basso dell’Olmo. Dove non è riuscito Bertolaso ha avuto uno sciagurato successo il Ministro dell’Ambiente facendo costruire, nelle vicinanze dell’Oasi del Sele, la discarica di Macchia Soprana (Serre), l’unica attualmente in funzione fino a fine primavera.
Dal luglio al dicembre 2007 il Commissario Governativo Pansa non ha saputo realizzare nessuna delle discariche previste dalla legge 87 proponendo, invece, di riaprire la megadiscarica di Pianura e facendo precipitare la regione nella più profonda delle crisi ambientali che sta trascinando anche l’Italia verso una sanzione comunitaria. I consiglieri e amministratori degli Enti Locali sovracomunali della Campania sono stati diligentemente a guardare e in silenzio, mentre l’ambiente, le risorse naturali e l’economia della loro regione venivano prima minacciati e poi seriamente colpiti. I cittadini campani sono imperdonabilmente colpevoli di ingenuità. Hanno impiegato 14 anni per capire che c’era qualcosa che non andava e che in questi anni di “emergenza-scandalo rifiuti”, sono stati proprio loro a finanziare profumatamente le strutture commissariali, le opere finora realizzate, i trasporti e smaltimenti di rifiuti vari in Campania, fuori regione e all’estero.
Hanno impiegato troppi anni a comprendere che c’era chi guadagnava realizzando impianti che dovevano essere CDR e che invece hanno prodotto solo rifiuti imballati e non ecoballe con i requisiti imposti dalla legge vigente e che l’inceneritore di Acerra, ancora in via di ultimazione, è ubicato in un sito già attualmente inquinato oltre i valori previsti dalla legge. Certamente i cittadini sono stati troppo distratti, al contrario dei rappresentanti delle istituzioni centrali e locali sovracomunali che sembravano obbedire a comandi imposti da chi aveva forti interessi a mantenere attiva una situazione in grado di facilitare notevoli guadagni creando, nel contempo, debiti di riconoscenza saldabili in vari modi.
I cittadini campani che hanno finanziato le attività dei Commissari di Governo le cui azioni, di fatto, non solo non hanno garantito la risoluzione del problema rifiuti ma hanno incrementato il rischio per la salute e il rischio di inquinamento irreversibile per le risorse ambientali e naturali autoctone, hanno impiegato troppo tempo per capire quello che De Gennaro ha afferrato in 10 giorni. Le evidenti situazioni di inquinamento ambientale hanno ripetutamente determinato la diffusione a scala mondiale di un’immagine regionale squallida con conseguenti danni economici per le attività turistiche, agricole e produttive in genere. Ora, grazie a De Gennaro, i cittadini campani sanno, ufficialmente, di essere stati vittime di una megatruffa e ne conoscono anche gli autori.
Come magra consolazione per i campani si apre una nuova prospettiva: fare pagare i danni (morali, materiali) subiti ai colpevoli per evitare che nel futuro si verifichino fatti simili. Si intende che devono essere pagati dagli autori del disastro regionale. Devono pagare le singole persone attingendo a risorse finanziarie e ai beni personali e nessuno dei responsabili deve essere candidato a ricoprire cariche pubbliche.
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Università di Napoli Federico II
5 febbraio 2008
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