giovedì 22 novembre 2007

Montezemolo: "la ripresa del Mezzogiorno è impossibile senza sicurezza e infrastrutture"

NAPOLI - Una ripresa del Mezzogiorno, che continua a presentare indicatori economici negativi, può contare sul contributo fondamentale delle imprese, ma a patto che le grandi diseconomie in tema di mancanza di infrastrutture, burocrazia e sicurezza siano affrontate e risolte dal sistema politico. Questa in sintesi l’analisi del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, che è intervenuto alla presentazione di una ricerca sull’economia campana.

«I divari al Sud sono aumentati e le quattro grandi regioni meridionali più in ritardo (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria) nelle quali vivono 17 milioni di persone sono l’ ultima grande area in ritardo nell’Europa a 15, mentre ormai quasi tutte le regioni spagnole e la Germania est le hanno ormai superate. Il Mezzogiorno non è capace di attrarre nuovi investimenti, e rappresenta per gli investimenti esteri poco meno dell’ 1 per cento del pil nazionale. Sul fronte dell’occupazione - ha proseguito il presidente di Confindustria - non si registrano miglioramenti significativi: negli ultimi due anni sono stati creati nel Sud solo un quarto dei posti di lavoro creati nel centro nord. Il tasso di occupazione è fermo al 46,2 per cento, ed in Campania al 43,5, il più basso del paese».

La risorsa turismo è una grande opportunità per il Sud e fa registrare qualche segnale positivo. «I passeggeri sui voli internazionali sono più che raddoppiati dal 1998 al 2004, ma siamo ancora lontani - osserva Montezemolo - dal Sud come California d’Italia e il solo Veneto fa registrare 57 milioni di arrivi, poco meno di quelli dell’intero Mezzogiorno». Allarma poi il dato di Napoli con «un milione di presenze turistiche in meno tra 2001 e 2005». C’è poi il nodo della pubblica amministrazione. «Nei comuni del Mezzogiorno le spese per il personale equivalgono alla spesa per servizi e investimenti, mente nelle regioni più sviluppate il rapporto è di uno a quattro». «Nel Mezzogiorno - osserva Montezemolo - la Pubblica Amministrazione costa per se stessa più che per i servizi che eroga».

Il Mezzogiorno registra «la presenza asfissiante dell’attore pubblico con il continuo fiorire di società pubbliche per gestire i servizi che ovunque sarebbero gestiti dai privati. Nella sola Campania ci sono 37 spa regionali ed oltre 50 organismi societari partecipati da enti strumentali o altre società partecipate, in gran parte con bilanci in rosso». C’è anche preoccupazione per «il fiume di denaro che sta per riversarsi sul Mezzogiorno, 100 miliardi di euro tra 2007 e 2013, che si aggiungono ai 50 miliardi già destinati tra 2000 e 2006. E c’è da chiedersi - dice Montezemolo - come sia possibile che le regioni meridionali riescano ad attrarre meno investimenti diretti esteri della sola Umbria, come ha recentemente evidenziato una ricerca della London School of Economics».

Il presidente della Confindustria invita il Mezzogiorno ad «abbandonare definitivamente la logica assistenziale» e sollecita gli imprenditori, meridionali e non solo, a fare la loro parte e «ad impegnarsi con nuove iniziative ed investimenti innovativi in turismo, ricerca, servizi, cultura, e rilancio delle città».

Bassolino, luci e ombre. Guardando al Mezzogiorno occorre valutare luci ed ombre, quanto si è fatto e i nodi che restano irrisolti, ricordando che i dati degli ultimi tempi dimostrano che si può fare, e bene, per il rilancio del Sud. È l’opinione del governatore della Campania, Antonio Bassolino, a commento del «Viaggio nell’economia campana».

«Ancora una volta, come abbiamo detto tante volte - spiega Bassolino - ci servono due occhi. Uno per vedere le cose che abbiamo realizzato, le eccellenze, le esperienze positive, e uno per vedere quello che va corretto. Ma lo studio presentato oggi in complesso ci dice che si può fare, che è possibile fare bene. Lo ha sottolineato anche il presidente Montezemolo nella sua relazione». Secondo il governatore della Campania «in diverse occasioni pubblico e privato in Campania sono stati capaci di mettere in campo sinergie che lui stesso ha definito "da manuale". L’ultimo esempio: il Cis di Nola che arriva in Cina con lo Spazio Italia. È un ottimo esempio perchè è chiaro che l’azienda, da sola, non sarebbe riuscita ad arrivare nel cuore di Tianjin, così come il settore pubblico, da solo, non avrebbe potuto cogliere un’opportunità così importante senza la mobilitazione del sistema delle imprese del Cis».
Corriere del Mezzogiorno
19 novembre 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cari amici di vivaCampaniaviva, quello che dice Montezemolo è verità sacrosanta e il vostro centro culturale, ma anche la mia Ideura lo sa e lo ndenuncia...Da ingenuo, e vedendo, seppur da lontano, i fermenti politici nella regione (credo e spero sintomo di stanchezza e voglia di rilancio di realtà che meritano...)sono ottimista sul futuro...
Un saluto a tutti voi: GRANDI!!!
Angelo