mercoledì 11 aprile 2007

I Perché di una Scelta Moderata

Il nostro scopo è di dimostrare alla gente che si può rifuggire dalla semplice idea che lo Stato serva soltanto per imporre tasse ed assicurare i (presunti) colpevoli del malaffare alla Giustizia. Una Pubblica Amministrazione che funziona bene può farlo solo se alla base ci sono regole semplici e di facile applicazione. Se le trafile burocratiche aumentano a dismisura o si complicano per il sovrapporsi di leggi, ne viene a soffrire inevitabilmente la qualità dei servizi. E, se questa è insufficiente, chiedere al cittadino di finanziarli con il pagamento delle tasse viene sentito come ingiusto dalla maggioranza delle persone che quindi si darà da fare per non pagarli o porrà in essere comportamenti di tipo speculare.

La chiave per sconfiggere il malaffare è comprendere i veri motivi dei comportamenti degli imprenditori che evadono il fisco, creano conti neri per finanziare le proprie operazioni o trasferiscono i propri capitali all’estero, piuttosto che creare ricchezza qui da noi. E’ necessario un dialogo reale per far sì che questi possano creare davvero sviluppo, per fare rimettere in moto la macchina e per incoraggiare i giovani non ad aspettare qualcuno o qualcosa, ma viceversa a rimboccarsi le maniche per creare il proprio futuro e quello della collettività.

La suggestione che proponiamo è quella di una Nuova Ricostruzione. Davanti a noi c’è un Paese disilluso, lacerato in due e stanco dei soprusi della classe politica, che si difende dai propri governanti adottando comportamenti di dubbia liceità. Il nostro scopo deve essere quello di rieducare, non di reprimere; di incoraggiare e stimolare e non di porre nuove regolamentazioni e complicazioni alle attività. Proprio come i Costituenti, all’indomani della fine della II Guerra Mondiale hanno saputo ricreare le basi per una società civile, oggi il nostro mondo deve ritrovarsi intorno a nuovi valori fondanti.

Le ideologie hanno mostrato i propri limiti. Il Comunismo, lo Statalismo e il Socialismo reale hanno perso. Ma anche l’economia capitalistica rivela i propri limiti nei grandi trust, che con la loro potenza finanziaria riescono ad influenzare, in maniera non sempre coerente con l’interesse generale, il governo della cosa pubblica. Lo Stato quindi deve fissare poche e semplici regole - il minimo indispensabile - da far rispettare senza flessibilità, poiché riconosce al cittadino ampi ed adeguati spazi e garantisce la certezza del diritto e della sua applicazione.

Per fare questo lo Stato deve riavvicinarsi alla persona. Sforzarsi di sentirla nelle proprie ambizioni e nella vita di tutti i giorni. Dalle trafile burocratiche, ai giovani precari che lavorano senza tutele, fino ai viaggi nei treni che ritardano o negli autobus affollati nelle strade trafficate e nei modelli 740 che devono essere compilati con l’assistenza di professionista, pena la sicura verifica fiscale da parte della Guardia di Finanza.

Riformare lo Stato è necessario per renderlo più giusto e rispondente alle aspettative dei cittadini. Per rispondere alle sfide di una società multietnica e che pone sempre più nuovi motivi di confronto ma che deve preservare l’identità di un popolo nobile la cui indole si è formata in migliaia di anni di storia.

Mario de Riso di Carpinone

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