venerdì 18 luglio 2008

L’Italia nelle mani della lobbycrazia

Le ultime elezioni hanno palesato un nuovo assetto politico dell’Italia, repubblica parlamentare a democrazia indiretta dove il potere è esercitato da rappresentanti eletti dal popolo (il parlamento). Come è noto, con la vigente legge elettorale le liste dei candidati sono chiuse e le graduatorie imposte direttamente dai partiti. I cittadini, pertanto possono eleggere solo i candidati già preselezionati. Vari indizi evidenziano che i vertici dei partiti dominanti sono sempre più “condizionati” dai detentori di capitale, che controllano l’economia e i mass media e che costituiscono il sistema di comando di un gruppo ristretto di persone che impongono il loro volere in base al potere derivante dalle loro ricchezze. Ne discende che le scelte degli elettori sono già incanalate da “poteri forti-lobbies” che, di fatto, comandano imponendo persone di loro fiducia negli organi dirigenti dei partiti a livello nazionale e regionale e tra i candidati al parlamento e alle assemblee elettive locali. Conseguentemente, gli eletti al parlamento dipendono dalle Lobby e non dai rapporti con i cittadini.
Il territorio è diventato così ostaggio degli interessi delle lobbies. I rappresentanti eletti dal popolo sono obbligati (se vogliono continuare ad avere un ruolo e aspirare ad un nuovo incarico) a portare avanti azioni utili agli interessi generali delle lobbies anche se tali iniziative risultano dannose per l’assetto socio-economico del territorio nel quale sono stati eletti e dei cittadini che li hanno votati.
La legge elettorale sembra avere preso spunto dalla organizzazione della lobby personale di Berlusconi caratterizzata dall’accentramento nelle mani del leader del potere di comandare e indicare le persone da candidare al parlamento e alle assemblee elettive locali.
L’espressione democratica dei cittadini, sancita dalla costituzione, è limitata solo al voto e non alla scelta dei candidati. Di conseguenza, gli elettori votando per i candidati imposti dai partiti individuano le lobbies che governeranno.
E’ evidente che in tale quadro le Associazioni di Cittadini, che esprimono liberamente le loro volontà, sono mal viste e contrastate dalle lobbies e dai mass media ad esse asserviti.
Solo nei giorni delle votazioni, poco prima e subito dopo, si celebra l’affermazione formale della democrazia consistente nell’esercizio del voto; in tali occasioni sembra che tutto il conseguente governo della nazione dipenda veramente dai candidati eletti dai cittadini che hanno votato. Le esperienze degli ultimi anni hanno dimostrato che con il voto il ruolo dei cittadini finisce e non vi è stata più possibilità di interagire con coloro che, eletti, sono entrati a far parte della “casta di governo”; questi ultimi, infatti, hanno agito prevalentemente come esecutori degli ordini che sono stati imposti dalle lobbies.
Dopo le elezioni il governo di turno ha agito sostanzialmente per fare gli interessi economici delle lobbies. Conseguentemente sono passati in secondo ordine gli interessi dei cittadini che hanno votato sperando in un miglioramento della loro situazione.
Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno evidenziato che a fine legislatura, o prima nel caso di caduta del governo, i cittadini “deboli” che hanno contribuito ad eleggere la maggioranza di governo sono ciclicamente rimasti insoddisfatti dell’attività governativa del raggruppamento partitico da essi appoggiato elettoralmente; il governo, infatti, durante il suo mandato, ha curato gli interessi delle lobbies non coincidenti con gli interessi dei cittadini che, inconsapevolmente, costituiscono la “mucca che deve essere munta”. A fine legislatura i cittadini “deboli” si sono resi conto che la loro situazione è peggiorata proprio durante il governo della coalizione partitica che essi hanno appoggiato; si sono accorti che con il governo precedente le loro condizioni economiche erano leggermente migliori. Di conseguenza alle successive elezioni hanno votato per il raggruppamento partitico di opposizione (che precedentemente era già stata maggioranza). Sembra, quindi, che da vari anni la lobbycrazia parassitaria, trasversale partiticamente, abbia determinato un continuo peggioramento delle condizioni socio-economiche del paese; ad ogni scadenza elettorale i cittadini deboli si sono resi conto che l’opposizione, quando governava in precedenza, aveva garantito un assetto socioeconomico migliore. Ad ogni scadenza elettorale sembra che si siano ripetute le stesse considerazioni; ne discende che anche in futuro chi governerà avrà molte probabilità di venire poi momentaneamente mandato all’opposizione, alternativamente. L’attuale legge elettorale è funzionale alla lobbycrazia e non sarà cambiata specie ora che le tradizionali forze politiche della sinistra e i rappresentanti dei cittadini più deboli sono di fatto emarginati. Con tale andazzo, in assenza di partecipazione politica dal basso e di controllo democratico continuo da parte dei cittadini, è prevedibile che le condizioni socio-economiche ed ambientali del Paese peggioreranno progressivamente; le lobbies, invece, si arricchiranno ancora agendo come una sanguisuga che continua ad ingrossarsi succhiando il sangue fino a quando l’organismo da essa sfruttato deperirà irreversibilmente.

14 luglio 2008
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come darle torto?
Mi dispiace poter dire solo questo: tuttavia, pur essendo forse inutili, apprezzo interventi di uomini del suo spessore che quantomeno riescono a scuotere le nostre coscienze!
Angelo